Nella mia vita ho votato solo due volte alle elezioni politiche. Nel 2006 e nel 2008. Nel 2008 votai Pd e andò come andò. Nel 2006 votai Ds, il partito principale della coalizione che ha sostenuto il dimenticabilissimo governo Prodi. Come ricordano al Post, oggi sono cinque anni che è caduto: ricordo che c'era una diretta sul Tg4, ricordo l'eccitazione di Fede e soprattutto non dimenticherò mai gli sforzi encomiabili e fallimentari di Franco Marini a riportare un quoziente minimo di civiltà umana all'interno del dibattito al Senato:
giovedì 24 gennaio 2013
La stravagante preferenza di dare retta a quelli in gamba
La cosa più fastidiosa e meschina della campagna del Pd durante le scorse primarie è stata la serie di illazioni a proposito di un futuro abbandono di Renzi in caso di sconfitta contro Bersani. Mentre il sindaco di Firenze non faceva altro che ripetere "Se perdo torno a fare il mio mestiere", molti suoi avversari dicevano e ripetevano cose come: "Se perde va a destra, se perde fonda un altro partito, se perde cerca un posto da ministro." La solita inclinazione insopportabile e in fin dei conti un po' ignorante di quelli che la sanno lunga, non li si frega, non ci credono nemmeno se lo vedono: date retta a un pirla.
E invece, guardate un po', la realtà dei fatti è che Renzi ha perso ed è tornato a fare il suo mestiere. Ieri sera, dalla Bignardi, ha detto cose come: "Bisogna votare il Pd, non c'è dubbio alcuno." o "Io spero che Bersani vinca." eccetera.
Lo segnalo così, come dato di buon senso comune.
Lo segnalo così, come dato di buon senso comune.
venerdì 18 gennaio 2013
"Django, The D is silent"
Cos'è e cosa non è l'ultimo di Tarantino: pareri personali.
È un film grosso, prodotto con un sacco di soldi, dura tre ore e non ti annoia mai, è molto -ma molto- divertente; non è un capolavoro, non è l'ennesima e geniale opera geniale di un genio geniale e genialmente visionario del cinema. (Si capisce che non ne posso più di sentir dire che Tarantino è un genio?)
È un evidente atto d'amore per il genere Spaghetti western, non è uno Spaghetti western convenzionale perché Tarantino ribalta i canoni riempiendoli con la sua estetica più consolidata: un po' di sangue, dialoghi sempre studiati e ricamati, personaggi sgangherati e sopra le righe ma al tempo stesso credibilissimi, un paio di sequenze surreali, Nouvelle Vague a buttare, citazioni e giochini vari. Per chi ama il cinema e adora farsi tirare dentro, è uno spasso.
È un film in cui i quattro attori principali recitano tutti perfettamente; non è un film in cui ci sono personaggi femminili rilevanti: c'è solo la bella principessa prigioniera nel castello del cattivo.
È un film con la solita e molto piacevole colonna sonora dei film di Tarantino, che apre omaggiando il film di Corbucci e chiude con un pezzo rap americano; non è un film in cui Morricone regala temi musicali memorabili.
È un film che non va mai davvero a fondo col tema del razzismo, ma nemmeno lo mette da parte: la storia dei fratelli neri è una costante che accompagna lo sviluppo del racconto senza mai impadronirsene, declinata in un sacco di modi diversi e facendo leva nella seconda parte sull'azzeccatissimo personaggio di Samuel L. Jackson.
È un film in cui Tarantino si assegna la parte più tarantiniana nella sua filmografia.
È un film che mi è piaciuto molto, tutto sommato: cose come Le Iene e Pulp Fiction non gli usciranno più, e che Tarantino stia proseguendo la carriera mettendo insieme giocattoloni come questo e Inglorious Basterds mi sta più che bene.
venerdì 11 gennaio 2013
venerdì 4 gennaio 2013
No, ma dovresti proprio menartela di brutto
A proposito di quel che ho scritto ieri su Fini, leggo che il medesimo ha detto questa cosa sull'agenda Monti:
Mi piace anche sottolineare come i temi etici siano stati lasciati fuori dall’agenda di governo. Questa è quella laicità positiva tipica di altre democrazie, proposta da un uomo che gode di un apprezzamento considerevole Oltretevere.
giovedì 3 gennaio 2013
Tutti pazzi per Mary, beh, quasi tutti
Insomma a fine febbraio si va a votare. A me piace un sacco, quando si va a votare. Mi piace la campagna elettorale, mi piacciono le discussioni di politica e mi piace anche il gesto in sè: andare a votare. Vai, saluti, sorridi, ringrazi, fai tutto per bene e poi ritorni alla tua vita.
Alle prossime elezioni, per quel che si sa oggi, ci saranno sette candidati alla presidenza del consiglio. Faccio qui una classifica stupidina andando dal più votabile al meno votabile, concentrandomi più sul candidato, con qualche considerazione in fianco. Trattasi di classifica stupidina: no analisi, no approfondimento, no rompere le palle, sì discutere di questo e quello.
1) Pier Luigi Bersani. Pur criticamente, parteggiavo per Renzi. Ha vinto Bersani, uno che in genere mi è sempre piaciuto. Mi piacciono meno alcuni di quelli che lo circondano nel Pd, mi piace ancor meno il tipo di legame che ci sarà con la CGIL e certamente non stravedo per Vendola. Però il Pd è l'unico partito credibile e strutturato che c'è in Italia; Vendola non è Bertinotti, non è Diliberto e da sette anni governa la Puglia con generale soddisfazione di elettori e osservatori. Ci sono questi, voto questi. Un secondo dopo averli votati, faccio altro e penso ad altro. Il voto mi caratterizza, non m'identifica. Fine.
2) Mario Monti. Stimo molto lui, stimo molto meno i partiti e i movimenti che lo sostengono. Detesto l'Udc e ho sempre diffidato dalla simpatia un po' semplicistica che molti di sinistra hanno nutrito per Gianfranco Fini. Fini è sempre stato un politico serio e credibile, certo, non è Berlusconi (e ci mancherebbe) ma credo di aver condiviso sì e no una manciata delle sue posizioni politiche. Il dato non è trascurabile. Che abbia cercato di far cadere il governo Berlusconi, fallendo, implica anche che nei 16 anni precedenti l'aveva sempre sostenuto. Poi c'è Montezemolo col suo movimento, che secondo me è composto anche da validissime persone come Andrea Romano, Irene Tinagli e Marco Simoni.
3) Oscar Giannino. Giannino è il numero uno, per certi versi. La sua è a tutti gli effetti l'unica proposta completamente liberale delle prossime elezioni. Io sono un ragazzaccio di sinistra e su alcune cose non sono d'accordo, ma la schiettezza e la coerenza del coniatore dello slogan "Stato ladro!" sono innegabili. Sembra avere le idee chiarissime su come sistemare l'economia italiana, non si esprime però su molti altri temi: dalla politica estera ai diritti civili. Chi segue Giannino conosce le sue posizioni, ma quelle della lista sono ancora un po' oscure. Però ha quel perverso fascino degli sfigati che un po' mi attrae.
Da qui in poi si fa veramente dura.
4) Movimento 5 Stelle. Non si sa ancora chi sarà il candidato. Le primarie che hanno fatto su Internet sono uno dei casi più spettacolari di farsa politica e di fallimento della democrazia diretta. Il loro programma è pressoché irrealizzabile (no: non come tutti i programmi, molto di più) e proietta una visione del mondo che sta fra l'infantile e il paranoico. Al tempo stesso però, il M5S è una roba nuova. Arriveranno in parlamento decine di persone che sono da sempre estranee con l'attività politica e chissà cosa succederà. Se non altro faranno casino e spariglieranno un po' di robe. Chi lo sa.
5) Antonio Ingroia. Non mi piacciono i magistrati che entrano in politica, soprattutto dopo aver combattuto dalla parte sbagliata in un delicatissimo conflitto istituzionale. Lui poi ha la caratteristica di essere sostenuto dalla parte peggiore dell'antiberlusconismo italiano. Sembra che si siano coalizzati per farmi un dispetto. Manettari retrogradi come Di Pietro e De Magistris più forze irrilevanti e massimaliste come i Verdi e la Federazione della Sinistra, ammesso che si chiami ancora così nel tempo che ci metto a finire di scrivere il post. Brividi.
6) Flavio Tosi. Fra i partiti più rilevanti in Italia, la Lega è secondo me il peggiore di tutti. Lui però (ma è il candidato? Ufficiale?) è uno abbastanza indipendente e risulta più estraneo ai fanatismi di Borghezio e Calderoli. Amministra Verona da diversi anni ed è considerato con rispetto anche dal Pd. Ma comunque non esiste nessuna buona ragione per votare Lega. Mai.
7) Eccolo qui: Silvio Berlusconi. Cosa devo aggiungere? Piuttosto di votarlo, a 'sto giro, voterei Lega. Fate un po' voi.
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