Allora, io li ho letti in questi giorni. Tutti i giorni. Sui siti confermo: meglio l'Unità, se non altro perchè ha i feed, a differenza del sito del Riformista. I pezzi di carta, invece:
-non è che mi avventuro in giudizi definitivi, eh. Solo impressioni dei primi giorni-
L'Unità nuova è piccola. Piuttosto piccola, un formato tipo rivista, solo che è un quotidiano. Il che va incontro alle esigenze di chi legge in treno, tram, metro, eccetera. Agli altri frega poco, al giornale molto perchè risparmia un bel po' sulla carta. L'Unità nuova è decisamente rossa, poi. Come grafica, dico. Come contenuti, mah, per adesso mi sembra che non si scolli da adesioni acritiche verso quello che fa il PD e le solite critiche di metodo e di merito al Governo. Vuoi che c'è stata la manifestazione, che le contestazioni degli studenti fanno gioco al lettore medio, ma da questo punto di vista cede il passo. Ecco, un filo prevedibile la linea, per quel che ho visto. Ma effettivamente in questo momento sarebbe troppo chiedere al direttore arrivato da un mese o due di piantar grane al suo editore.
Le tre cose migliori, comunque:
1) alto numero di colonne, commenti e brevi analisi affiancate alle cronache politiche o economiche o altro. Ce ne sono parecchie, van bene
2) il notevole spazio riservato a iniziative culturali e recensioni nelle pagine finali
3) sperimentazione. Al di là del contenuto e della linea politica, per costruzione della pagina il giornale è un'altra roba, completamente un'altra roba, rispetto a quel che era prima.
Le tre cose peggiori:
1) il pezzo iniziale del direttore: "filo rosso". Giochetto di parole sotto cui sta un breve riassunto che cerca di mettere in collegamento alcuni contenuti dell'edizione quotidiana. Sta a pagina 2 e io già il secondo giorno l'ho saltato
2) poca originalità in alcuni articoli di carattere generale. C'è davvero bisogno di spiegare dettagliatamente, a pagina 40 e passa, che per gli immigrati l'integrazione passa soprattutto per la scuola?
3) la pagina calcistica del lunedì. Così non funziona. Meglio un pezzone monografico su un argomento solo della giornata appena trascorsa che non il solito balletto di mini-cronache delle partite, già vecchie prima ancora di uscire. E almeno introducete le pagelle, così uno si diverte a curiosare.
Il Riformista è un po' più libero, direi frizzante, se non fosse un aggettivo ridicolo accostato ad un quotidiano. E' un po' più da lettori rompipalle che non si accontentano, anche. Poi c'è il rischio che crei quell'immagine di nicchia autoreferenziale che se la tira, ma le idee ci sono e gli articoli di Andrea Romano, Giampaolo Pansa e Guia Soncini sono sempre interessanti.
Probabilmente per l'Unità è presto e diverse cose devono ancora essere perfezionate, ma se dovessi scegliere oggi direi Riformista.
-non è che mi avventuro in giudizi definitivi, eh. Solo impressioni dei primi giorni-
L'Unità nuova è piccola. Piuttosto piccola, un formato tipo rivista, solo che è un quotidiano. Il che va incontro alle esigenze di chi legge in treno, tram, metro, eccetera. Agli altri frega poco, al giornale molto perchè risparmia un bel po' sulla carta. L'Unità nuova è decisamente rossa, poi. Come grafica, dico. Come contenuti, mah, per adesso mi sembra che non si scolli da adesioni acritiche verso quello che fa il PD e le solite critiche di metodo e di merito al Governo. Vuoi che c'è stata la manifestazione, che le contestazioni degli studenti fanno gioco al lettore medio, ma da questo punto di vista cede il passo. Ecco, un filo prevedibile la linea, per quel che ho visto. Ma effettivamente in questo momento sarebbe troppo chiedere al direttore arrivato da un mese o due di piantar grane al suo editore.
Le tre cose migliori, comunque:
1) alto numero di colonne, commenti e brevi analisi affiancate alle cronache politiche o economiche o altro. Ce ne sono parecchie, van bene
2) il notevole spazio riservato a iniziative culturali e recensioni nelle pagine finali
3) sperimentazione. Al di là del contenuto e della linea politica, per costruzione della pagina il giornale è un'altra roba, completamente un'altra roba, rispetto a quel che era prima.
Le tre cose peggiori:
1) il pezzo iniziale del direttore: "filo rosso". Giochetto di parole sotto cui sta un breve riassunto che cerca di mettere in collegamento alcuni contenuti dell'edizione quotidiana. Sta a pagina 2 e io già il secondo giorno l'ho saltato
2) poca originalità in alcuni articoli di carattere generale. C'è davvero bisogno di spiegare dettagliatamente, a pagina 40 e passa, che per gli immigrati l'integrazione passa soprattutto per la scuola?
3) la pagina calcistica del lunedì. Così non funziona. Meglio un pezzone monografico su un argomento solo della giornata appena trascorsa che non il solito balletto di mini-cronache delle partite, già vecchie prima ancora di uscire. E almeno introducete le pagelle, così uno si diverte a curiosare.
Il Riformista è un po' più libero, direi frizzante, se non fosse un aggettivo ridicolo accostato ad un quotidiano. E' un po' più da lettori rompipalle che non si accontentano, anche. Poi c'è il rischio che crei quell'immagine di nicchia autoreferenziale che se la tira, ma le idee ci sono e gli articoli di Andrea Romano, Giampaolo Pansa e Guia Soncini sono sempre interessanti.
Probabilmente per l'Unità è presto e diverse cose devono ancora essere perfezionate, ma se dovessi scegliere oggi direi Riformista.
1 commento:
il riformista non è un giornale!
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