Allontanando la paura di suonare facilmente sbrigativo, dico pacifico che a me della legge elettorale per le elezioni del Parlamento europeo frega zero. Non solo perchè la politica dell'UE, per quanto fondamentale e presente nelle nostre vite, sia un affare che gira su altri organismi e secondo altri modelli di rappresentanza, ma soprattutto perchè mi sembra che, passatemi il francesismo, oggi siano altri, i cazzi da cagare.
Quindi, se al Pd ritengono che riguardo alla legge elettorale -e sul referendum "anti-Gelmini"- ci sia spazio (secondo me no, ma vai a sapere) per mettere in difficoltà il governo, bene. Facciano pure.
Altrimenti tirare via subito, e, compatti su quanto dice W, attaccare su detassazione della tredicesima, potenziamento del potere d'acquisto e rilancio della produttività delle piccole e medie imprese. Insistere, rompere le palle su ste cose: e dirlo alla stampa, di aver insistito e rotto le palle: "Il Pd vuole solo collaborare in modo costruttivo."
Rispetto alla solita dialettica parlamentare in cui l'opposizione prende le misure alla maggioranza e tendenzialmente dice di no, poi, provare a smarcarsi e ad agire da un'altra angolazione: cosa c'è da perdere? A quattro anni esatti dalle prossime elezioni, riscoperchiare d'un botto il dibattito sulla riforma elettorale delle politiche, sulla riforma costituzionale, più una sobria virata sugli stipendi dei parlamentari. Investire del gran tempo, su ste cose. Sereni e sorridenti, ma più testardi di un mulo, più ostinati dei giapponesi di Hiroito.
Proporre disegni di legge che anche al Governo possano sembrare opportuni e che, se rifiutati, possano aprire uno spazio di polemica; lasciare che la destra si strozzi, quindi, in quella polemica: "Il Pd vuole solo collaborare in modo costruttivo."
Moderatamente, c'è da giocare pulito, fare i bravi ragazzi e insidiare con la tranquillità di un fachiro, sorprendendo, disorientando, cercando di suscitare accuse di gioco sporco, dall'altra parte del banco: "Il Pd vuole solo collaborare in modo costruttivo."
Poi li voglio vedere, quelli che con Prodi c'è il regime.
Altrimenti tirare via subito, e, compatti su quanto dice W, attaccare su detassazione della tredicesima, potenziamento del potere d'acquisto e rilancio della produttività delle piccole e medie imprese. Insistere, rompere le palle su ste cose: e dirlo alla stampa, di aver insistito e rotto le palle: "Il Pd vuole solo collaborare in modo costruttivo."
Rispetto alla solita dialettica parlamentare in cui l'opposizione prende le misure alla maggioranza e tendenzialmente dice di no, poi, provare a smarcarsi e ad agire da un'altra angolazione: cosa c'è da perdere? A quattro anni esatti dalle prossime elezioni, riscoperchiare d'un botto il dibattito sulla riforma elettorale delle politiche, sulla riforma costituzionale, più una sobria virata sugli stipendi dei parlamentari. Investire del gran tempo, su ste cose. Sereni e sorridenti, ma più testardi di un mulo, più ostinati dei giapponesi di Hiroito.
Proporre disegni di legge che anche al Governo possano sembrare opportuni e che, se rifiutati, possano aprire uno spazio di polemica; lasciare che la destra si strozzi, quindi, in quella polemica: "Il Pd vuole solo collaborare in modo costruttivo."
Moderatamente, c'è da giocare pulito, fare i bravi ragazzi e insidiare con la tranquillità di un fachiro, sorprendendo, disorientando, cercando di suscitare accuse di gioco sporco, dall'altra parte del banco: "Il Pd vuole solo collaborare in modo costruttivo."
Poi li voglio vedere, quelli che con Prodi c'è il regime.
2 commenti:
Mi aggrego anch'io a quelli che se ne sbattono della legge elettorale per le europee, purchè essa tenga ancora fuori causa la sinistra radicale. Sull'opposizione costruttiva che dovrebbe fare il PD non hai torto, anche se con un governo simile è dura. Al PD non resta altro che continuare a fare buona opposizione (come sta facendo) fino alle prossime elezioni e poi vincerle, tutto qua.
Spiace che non venga minimamente presa in considerazione l'idea di aiutare il governo di modo da aiutare l'Italia...
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