Ho raccolto e letto diversi articoli sui guai di Wall Street recentemente. E ho letto le sane discussioni in cui si sono avventurati i due soci, qui.
Puntualizzazione formalistica, noiosa, ma che ci volete fare sono rompipalle così: il sistema, la finanza, il mercato, la new economy. Ragazzi, mi pare che con tutti questi articoli determinativi la si prenda un po' alla larga, e non credo che i casini a cui stiamo assistendo possano coinvolgere l'intera baracca nel dibattito. Diciamo che nei giorni scorsi è stato drasticamente messo in discussione un certo modo di fare finanza, di investire e di risparmiare quattrini. (A proposito, ho trovato azzeccatissima la citazione del pezzo dei REM che fa da titolo a quest'articolo: è la fine di Wall Street, per come la conosciamo)
E che l'Italia sia più al riparo, anche rispetto ad altri stati europei, è cosa che dice e scrive chiunque. Per mille motivi, tra i quali alcuni di cui non andare molto fieri, qui dovremmo viverla smorzata, la crisi.
-finisce parte rivolta ai soci, comincia parte rivolta un po' a tutti-
D'accordo che minimizzare e contestualizzare i guai degli altri quando si è al riparo dei soldi di mamma&papà è uno sport buono per avvoltoi e licaoni, ma i toni dell'apocalisse mi sembrano fare gioco solo ai sensazionalismi del peggior tipo, sulla stampa e in tv.
Gli USA non sono sul lastrico, valanghe di risparmiatori se la fanno sotto ma hanno preso relativamente poche cannellate, appunto perchè hanno preferito girare i loro soldi a canali finanziari più regolati e affidabili, da quel punto di vista.
Poi siccome viviamo nel mondo del battito d'ali di farfalla, le ripercussioni sono globali. Ma questo vale anche per i periodi virtuosi e di crescita, e esibire il marcio nel sistema con lo stecchetto da entemologo quando questo scricchiola è troppo comodo.
O sei uno alla Tremonti, che va avanti da anni a fare un certo tipo di discorsi, a invocare una nuova Bretton Woods e a scrivere libri su quelle menate qui o ciccia: il tram era già passato.
(Poi Tremonti non ha necessariamente ragione su tutto, ma diciamo che l'aria che tira recentemente fortifica le sue convinzioni)
Il sistema non è marcio perchè scricchiola e rischia di cadere, ma scricchiola e rischia di cadere perchè è un sistema. (Eh sì, il caro vecchio Kubrick)
Per arrivare alla politica, la diagnosi di Obama mi sembra convincente: da una parte speculatori che hanno giocato col sistema, dall'altra legislatori che hanno fatto finta di non vedere e non hanno avuto la forza per intervenire a fissare nuove regole. Il risultato è noto.
Il bailout ha preso sberle dal Parlamento. Principalmente perchè, come si dice qui, è stato venduto male. E' passata molto in fretta l'idea di un intervento "socialista", di una specie di manna elargita dallo Stato alla Wall Street che ha giocato con i soldi dei cittadini.
Ho letto interventi di grande critica e protesta contro la classe politica americana per il no al prestitone. Anch'io appoggio l'idea di un intervento pubblico a cucire pezze sulle emergenze, ma sulle prime ho riconosciuto che la logica alla base della scelta del Parlamento, di cui ha scritto anche Ferrara, avesse un solido perchè: chi rompe, non pagano i contribuenti.
Il problema di questa logica ortodossa è che poi scopri che dopo il nossignore urlato in faccia al prestito, il mercato perde quasi il doppio nel giro di una giornata.
Poi uno si fa i conti come vuole e ha la pazienza che riesce ad avere, in attesa che il mercato si sistemi i calzoni con le sue logiche interne e mani invisibili. Ma speriamo che al Congresso cambino idea, e si diano da fare per salvare il salvabile, mettere al riparo chi è ancora fuori dalla tormenta e impedire al banco di giocare sporco, la prossima volta.
2 commenti:
Non hai scritto cose molto diverse dalle mie. Che una volta tanto tu sia d'accordo con me?
In riferimento al tuo post, non mi ha convinto l'approccio generale: hai chiamato in causa macrocategorie come sistema, capitalismo finanziario. Come se ne esistesse davvero uno solo, e tutto perfettamente sovrapponibile alle spiegazioni dei guai di Wall Street.
Su ruolo e funzione dell'intervento pubblico siamo abbastanza d'accordo. (Il tutto sottolineando la mia mediocre competenza su 'ste cose: mi sono fatto un'idea leggendo tutti gli articoli che ho linkato, ma non vado molto oltre...)
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