La digitalizzazione online di molti libri da parte di Google (ne avevo scritto velocemente qualche settimana fa) ha innescato il vecchio dibattito sul rapporto fra web e diritti d'autore, spendendo il solito fiume di parole in posizioni schematiche e contrapposte. Oggi ho letto un articolo sul sito dell'Unità che mi sembra faccia grande chiarezza:
Primo punto. Gli editori si preoccupano che i loro libri possano essere messi gratis sulla rete, senza il pagamento del diritto d’autore. Google risponde che inserisce soltanto i libri fuori commercio, o non più in catalogo. Se è vero, ha ragione Google. C’è una clausola di tutti i contratti editoriali che dice una cosa: se il libro non è più ristampato dall’editore, i diritti tornano in possesso dell’autore, che ne può fare quello che vuole. Dunque se Google mette on line saggi e romanzi che non sono più ristampati dagli editori, non deve pagare gli editori, ma semmai deve chiedere il permesso e una liberatoria agli autori. È diverso se Google invece pubblica libri in catalogo. In quel caso i diritti sono degli editori. E i diritti d’autore per fortuna non sono ancora morti, come vorrebbero molti. Ed è giusto difenderli.
Secondo problema. Il paragone con la musica. E l’uso del libro digitalizzato. Nessuno leggerà, neanche stampandoselo, un libro trovato sul “Book Search” di Google. Perché Google non serve a leggersi i libri, ma semmai a consultarli. Ed è importantissimo che l’opera di digitalizzazione delle biblioteche su Google prosegua e sia la più estesa possibile. Perché vuol dire che è possibile cercare anche una sola frase di un testo in un oceano di libri, e la possibilità di trovare connessione, rimandi, parallelismi è infinita e utilissima.
Aggiungon solo che i diritti d'autore non sono ancora morti perchè non moriranno mai: ieri ho chattato con uno che si diceva convinto di come "per forza la musica diventerà tutta gratis fra qualche anno" e cazzate del genere.
Secondo problema. Il paragone con la musica. E l’uso del libro digitalizzato. Nessuno leggerà, neanche stampandoselo, un libro trovato sul “Book Search” di Google. Perché Google non serve a leggersi i libri, ma semmai a consultarli. Ed è importantissimo che l’opera di digitalizzazione delle biblioteche su Google prosegua e sia la più estesa possibile. Perché vuol dire che è possibile cercare anche una sola frase di un testo in un oceano di libri, e la possibilità di trovare connessione, rimandi, parallelismi è infinita e utilissima.
Aggiungon solo che i diritti d'autore non sono ancora morti perchè non moriranno mai: ieri ho chattato con uno che si diceva convinto di come "per forza la musica diventerà tutta gratis fra qualche anno" e cazzate del genere.
3 commenti:
Ah, così adesso ti sei messo a chattare? Bravo...e comunque ben venga l'opera di digitalizzazione della biblioteca di Google. Potrebbe essere un ottimo strumento di consultazione letteraria.
Con ben due persone tra l'altro (una è Ale): ma non stavo in una chat da tempo...
Ah, così adesso ti sei messo a chattare con la mia ragazza? Bravo...
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