Quando un’azienda non è più in grado di restituire i soldi che ha preso in prestito o fallisce completamente oppure può andare in amministrazione controllata. Il fallimento corrisponde più o meno alla morte. Arriva un curatore nominato dal tribunale e vende tutto quello che c’è da vendere. Distribuisce poi il ricavato tra i creditori e chiude per sempre la pratica. Con l’amministrazione controllata, invece, il curatore, sempre sotto la sorveglianza del tribunale, può concordare con i creditori (quelli che devono avere i soldi) una percentuale di rientro. Per esempio, accontentatevi del 40 o del 50%, in questo modo riprenderemo l’attività. I creditori possono accettare se pensano che la ripresa dell’attività dell’azienda possa portare profitti. Se non accettano si ritorna al fallimento. Il Chapter 11, che si chiama così perché è l’undicesimo capitolo della legge fallimentare, è grosso modo la nostra amministrazione controllata, con una più ampia facoltà di tribunale e curatore di dividere i creditori in classi e stabilire, per esempio, che una classe A riceva il 70% del dovuto, una B il 50% e così via. Ora, nel caso di Chrysler, la procedura del Chapter 11 si sarebbe potuta evitare se tutti i creditori avessero accettato la proposta di Obama: a quanto se ne sa, un dieci per cento di azioni della Newco e una restituzione del 25% del dovuto. Il credito complessivo era di 6,9 miliardi di dollari, per metà reclamati da quattro grandi banche (JP Morgan, Citigroup, Morgan Stanley e Goldmann Sachs). Questi quattro avevano accettato. Si sono opposti tre fondi con un credito complessivo da un miliardo. E la rete dei concessionari, che deve essere tagliata e resiste. Per aggirarli è stato inevitabile questo Chapter 11.
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1 commento:
E poi venne Marchionne.
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