E' uscito l'ultimo dei Muse, e su una delle più importanti riviste musicali inglesi, si può leggere una recensione decisamente simpatica. Comincia così:
Il frontman dei Muse, Matthew Bellamy, è una specie di pazzoide che crede che l'11/9 sia stato un crimine messo su dagli USA: che le 3000 persone morte nelle Torri gemelle - e, presumibilmente, le vittime del terrorismo a Londra, Madrid, Bombay, Bali, Giacarta, in Sudan, Somalia e così via - non siano state uccise da terroristi islamici ma da qualche losca cospirazione che include la CIA, gli M16, il Mossad, una compagnia farmaceutica (la Gilead Sciences), la Shell e una falange di rettiliani multiformi.
Bellamy, un innocente e incessante curiosone autodidatta che mette in discussione semplicemente qualsiasi cosa, è sostanzialmente incline a credere in qualsiasi strampalato complotto che va controcorrente rispetto all'opinione generale. In ogni caso, le qualità che rendono Bellamy un tale credulone sono, probabilmente, le qualità richieste nella musica rock in questo periodo. Se sei una rock star, perchè non mettere in discussione qualsiasi cosa?
Poi prosegue, e parla anche abbastanza bene (4 stelle) dell'ultimo lavoro del trio inglese, insistendo soprattutto sugli eclettismi da cui è caratterizzato.
Infine, chiude: nel loro ultimo disco, i Muse dimostrano di poter essere considerati gli ultimi esponenti di una scuola di grandi eccentrici del rock britannico, un trio di professori mattoidi che merita di essere protetto. E se non siete d'accordo, naturalmente, è perchè venite controllati da lucertole metamorfiche.
Bellamy, un innocente e incessante curiosone autodidatta che mette in discussione semplicemente qualsiasi cosa, è sostanzialmente incline a credere in qualsiasi strampalato complotto che va controcorrente rispetto all'opinione generale. In ogni caso, le qualità che rendono Bellamy un tale credulone sono, probabilmente, le qualità richieste nella musica rock in questo periodo. Se sei una rock star, perchè non mettere in discussione qualsiasi cosa?
Poi prosegue, e parla anche abbastanza bene (4 stelle) dell'ultimo lavoro del trio inglese, insistendo soprattutto sugli eclettismi da cui è caratterizzato.
Infine, chiude: nel loro ultimo disco, i Muse dimostrano di poter essere considerati gli ultimi esponenti di una scuola di grandi eccentrici del rock britannico, un trio di professori mattoidi che merita di essere protetto. E se non siete d'accordo, naturalmente, è perchè venite controllati da lucertole metamorfiche.
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