Ps: Adriano Sofri sta seguendo la vicenda, e oggi ha scritto questo:
E ora, paese d’infamie, misuriamo tutti a che punto siamo arrivati con la libertà d’informazione e l’uso delle immagini dei corpi: basta metterci di fronte le fotografie del cadavere di Stefano Cucchi, 31 anni, 37 chili, straziato dall’orbita alla mandibola alla colonna vertebrale, e andare a ritroso nei sette giorni e le otto notti precedenti, da un ospedale a una cella di galera a una caserma di carabinieri, fino alla fotografia di Stefano Cucchi, 31 anni, 45 chili, occhi e viso e colonna intatti, vivo.
2 commenti:
Sofri si lamenta del fatto che solo delle fotografie riescono a destare l'attenzione dell'opinione pubblica sul tema delle carceri? Io dico meglio che niente. Sull'accaduto vorrei capire se l'abitudine carceraria di pestare i detenuti sia un puro sfogo di bastardi esaltati oppure una sorta di pratica "purificatrice" portata avanti dal nostro sistema di recupero dei delinquenti. In entrambi i casi sono schifato. Rimango comunque contrario ad ogni forma di indulto.
Immagino -e spero- che i pestaggi siano opera di quella parte minoritaria, malata e fascistoide presente nel mondo delle forze dell'ordine. Di fascisti con le mani che prudono ce n'è un po' ovunque, in quel lavoro, probabilmente, ce n'è qualcuno in più.
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