Quest'articolo del Foglio (di Francesco Agnoli: segnarsi il nome che questo promette meraviglie) è da insegnare in tutte le scuole di giornalismo su questo pianeta.
Non tanto perchè si autodichiara in difesa "cristianissima" del Vaticano contro -virgolette per virgolette- "l'Europa pedofoba e il mondo infanticida", ma perchè sembra scritto da un tizio al bar che gioca la carta dell'appeso durante una partita di briscola, pretende di avere ragione e poi sfancula gli altri giocatori andandosene incazzato.
L'autore ritiene che i documenti recentemente pubblicati dal NYT prestino il braccio a una sua personale, non richiesta e tanto campanilistica quanto strampalata, apologia all'operato della civiltà cristiana negli ultimi duemila anni.
A un'accusa -meglio: alla possibilità di un'accusa- circostanziata e limitata a nomi, date, persone, lettere, provvedimenti, si rispondono cose come:
Non siamo nemmeno più alla storiella di Mao sullo stolto che guarda il dito invece della Luna: qui si guarda lo sporco in mezzo alle unghie, a prenderla larga; con il tono di chi porta sulle spalle il peso di una tradizione preziosa e calpestata da una modernità impazzita, per di più.
Fanatismo bello e buono: non serve a capire, è più vuoto degli spazi siderali, non fa progredire il dibattito di una virgola e le ragioni che rivendica nascono e muoiono nella stessa fonte da cui prende l'acqua.
Fuori da quello stagno, nel mondo vero, quello in cui succedono le cose e la pedofilia accumula disastri, non esiste. Farebbe ridere, se non fosse tanto vuoto di sè.
Non tanto perchè si autodichiara in difesa "cristianissima" del Vaticano contro -virgolette per virgolette- "l'Europa pedofoba e il mondo infanticida", ma perchè sembra scritto da un tizio al bar che gioca la carta dell'appeso durante una partita di briscola, pretende di avere ragione e poi sfancula gli altri giocatori andandosene incazzato.
L'autore ritiene che i documenti recentemente pubblicati dal NYT prestino il braccio a una sua personale, non richiesta e tanto campanilistica quanto strampalata, apologia all'operato della civiltà cristiana negli ultimi duemila anni.
A un'accusa -meglio: alla possibilità di un'accusa- circostanziata e limitata a nomi, date, persone, lettere, provvedimenti, si rispondono cose come:
Chi ha costruito le ruote degli esposti, gli ospedali, le scuole per i bambini, anche quelli poveri, nel Medioevo? Chi ha edificato moltissime delle nostre scuole professionali per salvare milioni di ragazzi, nell’Ottocento, dallo sfruttamento nelle industrie? Chi ha insegnato all’Europa il rispetto per i bambini? Chi ha imposto piano piano l’idea che le spose devono essere consenzienti, spostando gradatamente l’età del matrimonio un po’ “pedofilo” dell’antichità, sin dall’epoca di Costantino? Ricordiamo per un attimo cosa fu il mondo antico, precristiano. A Roma, a Sparta, ad Atene, presso tutti i popoli, i bambini malformati, handicappati, non voluti, venivano uccisi, fatti schiavi, venduti come cose. Non solo di fatto, ma anche in linea di diritto. Era normale. In tanti casi, presso i greci, presso i popoli nordici, presso i fenici, dei bambini venivano sacrificati alle divinità per chiederne il favore, come succede ancora oggi in Africa o in India (lo ha scritto Libero, 13/03/2010). Il cristianesimo arrivò portando la nozione di sacralità della vita.
Non siamo nemmeno più alla storiella di Mao sullo stolto che guarda il dito invece della Luna: qui si guarda lo sporco in mezzo alle unghie, a prenderla larga; con il tono di chi porta sulle spalle il peso di una tradizione preziosa e calpestata da una modernità impazzita, per di più.
Fanatismo bello e buono: non serve a capire, è più vuoto degli spazi siderali, non fa progredire il dibattito di una virgola e le ragioni che rivendica nascono e muoiono nella stessa fonte da cui prende l'acqua.
Fuori da quello stagno, nel mondo vero, quello in cui succedono le cose e la pedofilia accumula disastri, non esiste. Farebbe ridere, se non fosse tanto vuoto di sè.
1 commento:
Minchia che cattiveria! Come darti torto però.
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