Ho appena finito di leggere Rapporto di minoranza di Philip K. Dick, che tra l'altro è l'autore su cui vorrei laurearmi.
E niente. E' un racconto splendido, che condensa in una trentina di paginette circa centoquarantamila aspetti della, porcaputtana lo sto proprio scrivendo fermatemi no è troppo tardi, società contemporanea.
E visto che sono solito cibarmi di ossessioni cazzute, ossessive, temporanee, capricciose e direi ossessive (tra le quali si possono annoverare: il culto acritico per Ronaldo, per i film di Kubrick, per il secondo disco degli MGMT, per La versione di Barney, per l'anarco-capitalismo, per le canzoni degli Smiths, per In between days dei Cure, per Studio 60 on the Sunset Strip e per chissà cos'altro), da qui a qualche mese la mia curva monomaniaca sarà questa qui: Philip K. Dick, e qualsiasi parola abbia scritto.
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