Che Massimo D'Alema sia Massimo D'Alema, non c'è dubbio. Che sia bravo, intelligente, misurato, preparato e competente, nemmeno.
Che abbia quel tremendo e saltuario vizio di liquidare le obiezioni dell'interlocutore con una battutina, meno ancora. (Fateci caso, quand'è in Tv: uno gli contesta delle cose, sostiene argomenti solidi e tesi fondate e lui controrisponde con una battutina. Mi manda in bestia.)
Che uno come lui ritenga di dichiarare, aperte le virgolette “C’è uno smarrimento e un involgarimento del discorso pubblico. Altro che chiedere alla Chiesa di non ingerire. Io vorrei dirvi: ingerite! Se non ora, quando?" chiuse le virgolette, deprime un po'.
E il nodo della questione, questa volta come le altre, non è tanto che la Chiesa ingerisca. Trovo perlomeno paradossale la pretesa che la Chiesa non ingerisca nelle cose relative alla politica italiana. Trovo normale che gli esponenti della Chiesa facciano i loro interessi (voglio dire, son duemila anni che menano il torrone. Non è che un giorno, così senza avvertire, fanno una conferenza stampa in cui dicono: vabbè, sapete cosa? Ci siamo stufati. Fatevi pure i cavoli vostri che con Iddio Padre ce la sbrighiamo noi.) e che dicano la loro e che intervengano ogni volta che vogliono per dire quello che vogliono.
Quello che non trovo normale in generale, è che vengano ascoltati. O meglio, il modo in cui vengono ascoltati. Il peso (mediatico, politico, etico, culturale) che si attribuisce ai loro pensieri. Perchè dal punto di vista politico non rappresentano nessuno. Nes-su-no. E "nessuno" mi sembra un bacino elettorale decisamente scarso, soprattutto in relazione allo spazio che quei pensieri si guadagnano su giornali, Tv, dibattito pubblico and so on.
Perchè sono pensieri che non dovrebbero (peppereppé: lo so) riguardare chiunque abbia care le istanze illuministe e di tolleranza a cui tutti ci rifacciamo. Sono pensieri da cui dovremmo essere, banalmente, indipendenti.
Tornando a D'Alema e alla sua dichiarazione sciagurata, vorrei esser capace di formulare la battutina del caso, come forse riuscirebbe a fare lui.
Però a me non viene.
Mica son D'Alema.
Che uno come lui ritenga di dichiarare, aperte le virgolette “C’è uno smarrimento e un involgarimento del discorso pubblico. Altro che chiedere alla Chiesa di non ingerire. Io vorrei dirvi: ingerite! Se non ora, quando?" chiuse le virgolette, deprime un po'.
E il nodo della questione, questa volta come le altre, non è tanto che la Chiesa ingerisca. Trovo perlomeno paradossale la pretesa che la Chiesa non ingerisca nelle cose relative alla politica italiana. Trovo normale che gli esponenti della Chiesa facciano i loro interessi (voglio dire, son duemila anni che menano il torrone. Non è che un giorno, così senza avvertire, fanno una conferenza stampa in cui dicono: vabbè, sapete cosa? Ci siamo stufati. Fatevi pure i cavoli vostri che con Iddio Padre ce la sbrighiamo noi.) e che dicano la loro e che intervengano ogni volta che vogliono per dire quello che vogliono.
Quello che non trovo normale in generale, è che vengano ascoltati. O meglio, il modo in cui vengono ascoltati. Il peso (mediatico, politico, etico, culturale) che si attribuisce ai loro pensieri. Perchè dal punto di vista politico non rappresentano nessuno. Nes-su-no. E "nessuno" mi sembra un bacino elettorale decisamente scarso, soprattutto in relazione allo spazio che quei pensieri si guadagnano su giornali, Tv, dibattito pubblico and so on.
Perchè sono pensieri che non dovrebbero (peppereppé: lo so) riguardare chiunque abbia care le istanze illuministe e di tolleranza a cui tutti ci rifacciamo. Sono pensieri da cui dovremmo essere, banalmente, indipendenti.
Tornando a D'Alema e alla sua dichiarazione sciagurata, vorrei esser capace di formulare la battutina del caso, come forse riuscirebbe a fare lui.
Però a me non viene.
Mica son D'Alema.
1 commento:
Penso cher il senso delle parole di D'Alema fosse: "Minchia, la Chiesa mette sempre il naso in tutto, voglio ben vedere che non intervenga anche su questa vicenda!". Non a torto a mio avviso. Poi si potrebbe discutere cent'anni sull'ingerenza della Chiesa sulla nostra politica, senza dubbio eccessiva. Troppo facile dire "fanno i loro interessi", qui bisogna insistere per una completa laicizzazione della politica, la cui reale assenza ci frena rispetto agli altri stati europei.
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