Fra i trucchi dialettici presenti nel dibattito politico contemporaneo, la Reductio ad Hitlerum è uno dei più noti e diffusi. Si tratta della tendenza di stabilire un legame di qualsiasi tipo fra la posizione dell'interlocutore e un elemento riconducibile alle tragedie del nazismo, dei campi di concentramento, delle follie della superiorità della razza.
La stessa tendenza è riscontrabile, con toni e registri diversificati, anche al di fuori del dibattito politico, naturalmente: un insegnante molto severo che dà un sacco di compiti? E' peggio di Hitler. Un carabiniere integerrimo? E' uno della Gestapo. E così via. I tic mentali e le pigrizie che stanno sotto questa tendenza sono parecchio ingombranti, ma sbandierano un'attenuante nella misura in cui, dentro la mentalità collettiva -almeno- occidentale, Hitler rappresenta l'incarnazione suprema e definitiva del male su questa terra. Peggio di Hitler non c'è nessuno: è il comparativo al di sotto del quale non si può andare.
(Poi uno può mettersi a fare le seghe al criceto obiettandomi Stalin, Mao, Pol Pot o altri tiranni maledetti: io sto parlando di percezione collettiva)
E così, ai tempi della guerra in Irak andava molto forte la Reductio su Bush, Di Pietro quando si annoia tira dentro il nazismo per dare addosso a Berlusconi eccetera.
Visto che una piccola fascia dell'elettorato americano non ha ancora digerito la sua elezione, anche perché voglio dire stiamo comunque parlando di un negro, lo stesso Obama ha avuto molto a che fare con accuse di questo tipo: l'ultima volta, settimana scorsa. A un ex giocatore di basket che si chiama Hank Williams Jr, è scappato un paragone fra il presidente e il dittatore nazista. Su Slate hanno colto l'occasione per fare una domanda e poi rispondere: e prima di Hitler, qual era la più riconosciuta e condivisa incarnazione del male?
Il faraone, pare.
Il faraone, pare.
Il tema ha un po' a che fare con la secolare centralità della bibbia nell'orientamento culturale di molti europei, e più nello specifico con il fatto che nell'Esodo si racconta la -diciamo così, con beneficio d'inventario- storia della schiavitù ebraica in Egitto. A dimostrazione della malvagità del sovrano, c'è l'argomento per cui anche quando dio scaglia sugli egiziani le piaghe per ottenere la liberazione del suo popolo prediletto, il faraone se ne infischia e resiste fino alla decima.
Delle dieci piaghe d'Egitto, la mia preferita è quella dell'invasione delle rane, comunque.
Delle dieci piaghe d'Egitto, la mia preferita è quella dell'invasione delle rane, comunque.
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