Avvisati, eh: qua sotto c'è una menata tutta mia. Che andare a Minsk per assistere ad un dibattito sulla filologia celtica è Disneyland, in confronto.
Il dittatore dello stato libero di Bananas è un vecchio film di Woody Allen che mette in scena una storia bizzarra e molto divertente, raccontata attorno a una dittatura inventata.
"Repubblica delle banane" -Rdb- è poi diventata una specie di metafora spesso adottata per riferirsi a paesi sudamericani vittime di caos istituzionali, giunte militari, drammi sociali, eccetera. Ha un'accezione ritrattistica, che tiene insieme gli elementi tipici di quei posti lì, preferendo quelli più negativi. Girandola, è un po' come quando si dice che i paesi scandinavi sono civili, tolleranti, puliti e benestanti.
E' usata anche per l'Italia, l'espressione "Rdb": riutilizzata da diversi avversari di Berlusconi (i più intransigenti, quelli di piazza Navona, per capirci) in riferimento ai problemi (conflitto d'interessi, fascistelli al governo, leggi ad personam) innescati dalla sua entrata in politica. Travaglio aveva, o forse ha ancora, una rubrica su L'Unità dal nome Bananas. Rdb, per quel che serve, è molto calzante come immagine. In riferimento a presunte e/o reali distorsioni della vita democratica, risponde molto bene alla rabbia di stomaco generalmente nutrita contro il palazzo, porta con sè un tono di disincantata ironia e disegna una specie di scenario autoconsolatorio. Siamo una repubblica delle banane, come dire: siamo messi male, che ci vuoi fare, colpa loro. Ma in Italia, l'espressione "Rdb" ha un senso molto distante da quello sudamericano. Là unisce e riassume, qui separa e qualifica: chi sventola l'uso di "Rdb" come bandiera della sua opposizione al potere di Berlusconi si schiera in un fronte che, tendenzialmente, ha due avversari. Il primo è quello dei berlusconiani, servi, leccaculo e via discorrendo; sono talvolta insultati, spesso derisi, sempre criticati. Il secondo è quello degli inciucisti: gente che, pfui, si dice di sinistra ma cerca altre strade e altre strategie per confrontarsi con Berlusconi. Ultimamente gli inciucisti sono forse più disprezzati dei berlusconiani, e il margine che separa i due fronti è giudicato sempre più labile.
Ho da poco scoperto che l’espressione “Rdb” va oltre. Uno dei giornalisti USA che seguo di più, se non altro perché il Corriere traduce spesso i suoi pezzi, è Christopher Hitchens. Sull'ultimo numero di Vanity Fair americano (che poco ha a che fare con l’edizione italiana, comunque leggibilissima) c’è un suo articolo intitolato America the banana republic. Lui ha preso l'immagine e l'ha proposta in accezione politica, non politicizzata. Sostanzialmente il suo articolo è un po' sfogo un po'analisi dei vari problemi sollevati dalla crisi economica in corso. Hitchens è tutto tranne che un populista di sinistra (immaginatevi un Ferrara radicalmente antireligioso, più violento dal punto di vista dialettico e se possibile ancor più convinto sostenitore della guerra in Iraq) e quindi non c’è spazio per il sospetto del pezzo in stile sinistra dei girotondi (anzi, probabilmente in Italia Hitchens sarebbe loro appassionato avversario). Lo spazio è quello che racconta una situazione contingente, confusa e sfasciata, di cui vanno capite responsabilità ed errori. Senza urlare e uscirsene con discorsi tipo l'avevo-detto-io. Si tratta di una cosa semplicissima e vecchia quanto il mondo: un differente utilizzo della stessa immagine.
E’ che, per ricollegarmi all’intro del post, non c’è una conclusione che chiude il giro di tutto quello che ho scritto qui sopra. Forse, l’unica cosa seria è la seguente: è il 13 ottobre 2008 e ho scritto tutto questo post per dire che la lingua cambia e i suoi usi sono molteplici, mai univoci.
1 commento:
E vedrai che tra poco tempo "rdb" cambierà in "rgb".
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