lunedì 29 dicembre 2008
sabato 27 dicembre 2008
Fine anno, si sa, arrivano le classifiche
Quelle musicali poi spopolano, chiaramente. Io mi limito a dire che dei dischi che ho ascoltato quest'anno mi sono piaciuti molto i Raconteurs, i Fleet Foxes e Ben Folds. Degli italiani i Baustelle e Jovanotti.
Dei classici che non conoscevo e che ho scoperto, senza dubbio Stevie Wonder.
giovedì 25 dicembre 2008
Canzoni per Natale/14
mercoledì 24 dicembre 2008
Canzoni per Natale/10
martedì 23 dicembre 2008
Canzoni per Natale/8
Canzoni per Natale/7
Canzoni per Natale/6
lunedì 22 dicembre 2008
domenica 21 dicembre 2008
sabato 20 dicembre 2008
Stampe rotte, eppur bisogna andare
L'altro ieri anche il Manifesto se ne è inventata una, per protestare contro i tagli alla stampa previsti dalla finanziaria.
Ma temo che non gli sia andata proprio benissimo.
Canzoni per Natale/2
Lui è Sufjan Stevens: cantautore per cui si stravede, da queste parti.
venerdì 19 dicembre 2008
Canzoni per Natale
Nel 1996 i Vandals fecero un bel disco sul Natale, dissacrandolo a modo loro. Questa qui sopra è una delle canzoni più belle, e parla di pestaggi e successive riconciliazioni.
P.S. Cercando info sul disco online, ho letto che nel 2004 i Vandals hanno tenuto un concerto in Irak, a Sadr, per le truppe americane di stanza laggiù. Sono stati piuttosto criticati dai fan, prevedibilmente, ma se ne sono sbattuti alla grande. Bravi.
mercoledì 17 dicembre 2008
Fiorivi, sfiorivano le viole
[Update, un minuto dopo: la dovrei spiegare questa, lo so. Intanto lascio qui un binomio piuttosto martoriato, di sti tempi: ricambio generazionale. Poi ci sarebbero altre cose, ma sono più istintive che altro]
Una bella gara
martedì 16 dicembre 2008
Guarda che ce la siam segnata, blogger
lunedì 15 dicembre 2008
venerdì 12 dicembre 2008
Nubi di ieri sul nostro domani odierno
Cioè, parti dal nulla, devi ancora dare la notizia, ma già la coordini con qualcos'altro. Spesso con l'aria che tira. O con l'aria che si vuol raccontare. Un gioco ad aggiungere, all'insegna del come se non bastasse, c'è pure questa. La strategia, per quanto veicoli idee meno sostanziose di una meringa, funziona particolarmente bene con le cose di cronaca sensazionalistica, compatibili con il più duro a morire, fra i luoghi comuni: che tempi.
Questo giornalismo dell'e secondo me registra molto bene uno specifico atteggiamento di paura e diffidenza nei confronti della contemporaneità, che tradizionalmente si faceva spazio fra i più anziani, umanamente disorientati e talvolta ostili di fronte alle novità e al caro vecchio cambiamento delle cose: quand'ero giovane io...
Ora forse, sensazione mia, prende piede anche fra i più giovani. Sensazione mia, ripeto, ma sa un filo di cortocircuito. Penserocci e leggerocci qualcosa a proposito, se lo trovo.
(Dimenticavo la solita precisazione: tutte ste menate dopo aver letto una breve su Corriere.it che titola: E il generale schiaffeggiò il giornalista)
giovedì 11 dicembre 2008
Il mio paese governato male
Al di là di tutte le chiacchiere di Di Pietro e degli errori del PD, era ora di smetterla con le colossali baggianate della sinistra marxista-leninista e provare a unire il Paese, invece di dividerlo un'altra volta.
(Titolo del post preso da questo libro: letto così sembra un po' troppo apocalittico)
Good news from another star
mercoledì 10 dicembre 2008
Dillo con un esempio
1. Controesempio, che a sua volta si potrebbe categorizzare, ma lasciam perdere: Cosa c'entrano i processi di Berlusconi? E' come se io dicessi che... (segue altro esempio che poi verrà comunque contestato)
2. Risposta divertita che, per confermare l'idea appena espressa, condivide anche quella (teoricamente deformante e ottusa) dell'esempio: A: a me le canzoni piacciono solo se c'è sperimentazione, se c'è qualcosa di nuovo. B: sì, ma è come dire che tutte le canzoni dei Green Day fanno cagare perchè non ci sono sperimentazioni e novità. A: infatti a me i Green Day fanno cagare
3. Molto raramente, e solo grazie ad interlocutori sobri e misurati, si ottiene una risposta sulla sostanza. Esempio a parte, secondo me così così cosà
4. Capita anche che l'esempio funzioni, e che da lì in poi si trovi un punto d'unione generale. Non mi viene l'esempio dell'esempio, ma ce ne sono.
Badate che io sono il primo della lista, a rompere sugli esempi. E anche a farne di contestati:
Nico: beh, ma David gnomo?
Geffe: no, ma David gnomo era una minchiata pazzesca: lo guardi da piccolo, poi cresci e capisci che andava bene per quell'età lì. Un po' come L'attimo fuggente: a 15 anni ti sembra un capolavoro, poi capisci che è un buon film, niente di più.
Nich (che era tuttavia d'accordo su David gnomo): no, ma che c'entra L'attimo fuggente? Che esempio è?
E così via.
Ho pensato a ste menate dopo aver letto quest'editoriale di Friedman che, tentando di sostenere la sua tesi su quanto il prestitone al mercato automobilistico potrebbe essere devastato dal successo di un alternativo modello di sviluppo in quel settore, ha scritto:
"La nostra sovvenzione a Detroit sarà ricordata come l'equivalente di aver investito miliardi di dollari dei contribuenti nel business dei cataloghi ordinabili via posta alla vigilia della nascita di eBay."
Questioni culturali
"Estratti delle intercettazioni telefoniche e ambientali saranno pubblicate domani (oggi sui siti internet), ma solo dopo che sono state depositate in tribunale e rese pubbliche dal procuratore che ha pure fatto una conferenza stampa. Insomma, a inchiesta conclusa."
martedì 9 dicembre 2008
Immaginate un mondo fatto di schermi
Ma oltre a tutte le speculazioni precog, ai software che ti mettono in galera, alle detenzioni declinate al futuro indicativo, oltre a Tommy che quando lo dirigono bene sa il fatto suo, una delle scene che più è rimasta di Minority Report è quella in cui Tommy tocca gli schermi dei computer nel suo ufficio e digitando sulla superficie, la modifica: apre tendine, chiude finestre, va in zoom sul lobo di un orecchio, controlla la presenza di ombre dietro gli angoli eccetera.
Dettaglio quanto vuoi, e figata pazzesca, dici. Ma la fantascienza è così, guarda lontano, pensi guardando il film al cinema 6 anni fa. Gente che si immagina cose che poi chissà quand'è che le vediamo, noi che Philip K. Dick è morto e io nemmeno ero nato.
Questa dello schermo la vedremo fra cinque anni, dice il Guardian.
lunedì 8 dicembre 2008
Stop that train: I'm leaving. I don't mind
Epperò le implicazioni politiche e il successivo fiume di polemiche hanno denunciato il graffio imperialistico cinese, volto a controllare la terra del Dalai Lama, sollecitando l'emigrazione dei tibetani nel resto del Paese e facilitando la presenza dell'esercito nazionale nell'altopiano.
Mi aveva fatto pensare, sta cosa, nella misura in cui spiega una cosa vecchia e ancora attuale: quanto il potere politico sia capace di confondersi col più tradizionale, splendente e positivo simbolo del progresso tecnologico dai tempi della rivoluzione industriale per farci i comodi suoi e gli abusi altrui.
Tutta sta menata sul treno per dire che è da poco uscito un libro, about it.
domenica 7 dicembre 2008
Poteri che?
«E' in atto un'offensiva contro il Pd da parte dei poteri forti di questo paese a cui il nostro partito dà fastidio: loro vorrebbero che tornasse a essere una cosa tipo ex dc ed ex pci»
sabato 6 dicembre 2008
I just wrote to say I love you. Post lunghi, quando parlo di PD. C'è che gli voglio bene. O: quel che succede quando saltano le partite di Puerto Rico
Ecco, da qui è facile dirlo, ma Domenici ha fatto una cazzata, incatenandosi. Secondo me ha molto ragione riguardo alla sostanza della sua protesta, ma molto torto sul metodo scelto. E quando ci si muove su terreni di questo tipo, il metodo sposta la bilancia, quasi sempre.
Due cose, ancora.
Primo, qualcuno mi dovrebbe far conoscere quelli che la sinistra ha in mano tutti i giornali, ma solo dopo avermi presentato quelli che la sinistra è immanicata coi giudici. Giusto per capire se viviamo nello stesso mondo, o se dopo aver visto 2001: Odissea nello spazio all'Arcadia di Melzo nell'estate del 2002 sono effettivamente capitato a vivere in un'altra galassia.
Insomma, per fare un nome, vorrei far due chiacchiere col presidente del consiglio, il quale peraltro, come al solito puntuale su ste cose, ha dichiarato che nel PD esiste una questione morale. Che detto da uno con la sua biografia e dall'alto della sua carica istituzionale fa ridere, quando non è vigliacco.
Secondo, che biografia e carica istituzionale a parte, il Cav potrebbe aver ragione. E sull'argomento condivido le parole scritte ieri da uno dei migliori giovani del PD sul suo blog:
"...In tempi recenti avremmo assistito (non solo in Italia ma nelle democrazie contemporanee) a quel fenomeno che va sotto il nome di “statalizzazione dei partiti”. Tradotto significa che la politica (e chi la fa) sempre di più colloca la propria azione (e di conseguenza il proprio status e reddito) dentro il circuito delle istituzioni. Non fuori da esse. Se guardiamo alla nostra esperienza, tra le ricadute del fenomeno vi è una ricerca insistita di un ruolo dentro quella dimensione e a seguire una ferma volontà di non uscirne una volta entrati. L’effetto finale è una coazione a ripetere dove ai partiti spetta un ruolo via via residuale. Sulla carta selezionano (o dovrebbero selezionare) la classe dirigente (delle istituzioni appunto), ma nei fatti vedono sfuggirsi progressivamente questa prerogativa mentre il ceto politico (rigorosamente collocato ai diversi livelli istituzionali) concentra su di sé, nel bene e nel male, l’attenzione pubblica e l’esercizio più o meno esclusivo del potere. Se capisco bene questo riduce gli spazi per una circolazione del sangue (nel senso del ricambio di quel ceto) e finisce col rendere anche meno forti gli anticorpi nei confronti di possibili fenomeni degenerativi. In sintesi direi così: massimo rigore nel valutare i casi (soprattutto quando riguardano noialtri); principio del massimo garantismo ma distinzione tra quest’ultimo e la categoria dell’opportunità; definire una volta per tutte il modello di democrazia verso il quale tendiamo (che ruolo spetta ai partiti?) e su quella base fissazione di procedure e forme diverse dalle attuali per la selezione delle classi dirigenti (almeno per la politica). Non è facile, lo so. Ma avrebbe un senso."
venerdì 5 dicembre 2008
Per non parlare di quello scemo di Kant
Condivido, infatti
E l'uomo dell'anno è senz'altro Obama
P.S. Fa piacere la presenza nei primi posti de Il petroliere, grande film di cui si è parlato un po' poco.
giovedì 4 dicembre 2008
Sempre en France
Il ministro della giustizia pensa che c'è "du bon sens" nella proposta, la quale ovviamente non prevede solo la prigione, come pena comminabile. I sindacati dei magistrati dicono che quasi ovunque in Europa l'età minima per la detenzione è 14 anni, aggiungendo che una simile proposta rivela una concezione reazionaria e repressiva della gioventù.
Qui e qui le proposte che stanno emergendo dai lavori della commissione.
Due cose
Marky Ramone chiude la polemica su Joey, Johnny e le loro opinioni politiche. I Radiohead girano la loro playlist del momento: 16 canzoni, mai sentita nemmeno una.
mercoledì 3 dicembre 2008
In cosa non t'imbatti cazzeggiando su Youtube
E finalmente scopro anche cosa diceva davvero, invece di "A nichi bombonnea"
Informer, you no say daddy me snow me I'll go blame,
A licky boom boom down.
Detective mon said daddy me snow me stab someone down the lane,
A licky boom boom down.
Informer, you no say daddy me snow me I'll go blame,
A licky boom boom down.
Detective mon said daddy me snow me stab someone down the lane,
A licky boom boom down.
Un pezzo alla volta
Invece quasi.
martedì 2 dicembre 2008
A est dell'India
El vals de l'actor
lunedì 1 dicembre 2008
If I were a flower growin' wild and free, all I want is you to be my sweet honey bee
Ieri Report è in parte tornato sulla questione, dedicando la puntata al prezzo dei cibi e alla mancanza di api in Italia, stavolta. Qui il video.