Ieri sera, un po' per caso, ho visto I cento passi. Verso la fine, pensavo che non mi stava piacendo più di tanto. Che lo sforzo, in un film italiano, di raccontare l'ennesima storia di giovani idealisti duri e puri opposti alla mediocrità mafiosa ed omertosa di una provincia siciliana, il tutto condito da pezzi rock dell'epoca e immagini di repertorio del tg1, non fosse poi un'invenzione così preziosa.
Finisce piuttosto male, il film. E sulla dissolvenza finale attacca con scritte bianche su sfondo nero che dicono una cosa notevole, da me ignorata: si tratta di una storia vera. Peppino Impastato viveva davvero, mentre lottava insieme a noi.
A saperlo, il film non ne guadagna. Anzi, forse perde qualcosa in creatività. Facilmente superata, come molte altre volte, dalla fantasia della realtà.
Finisce piuttosto male, il film. E sulla dissolvenza finale attacca con scritte bianche su sfondo nero che dicono una cosa notevole, da me ignorata: si tratta di una storia vera. Peppino Impastato viveva davvero, mentre lottava insieme a noi.
A saperlo, il film non ne guadagna. Anzi, forse perde qualcosa in creatività. Facilmente superata, come molte altre volte, dalla fantasia della realtà.
3 commenti:
Grande Peppino!
Dai, "The house of the rising sun" sul finale non è male...
Ho molto apprezzato a "Whiter shade of pale" pezzone famosissimo di quegli anni là in Anglosassonia, meno conosciuto qui...
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