giovedì 28 maggio 2009

Cose che vedo in giro

E' la nuova sezione del blog, piuttosto divertente, che sta qui sulla destra.
Grazie al servizio offerto da Delicious, incollo e pubblico automaticamente link a pagine che vedo e che reputo un filo interessanti.

mercoledì 27 maggio 2009

Dritto al nocciolo

Con tutte le considerazioni del caso su quanto implicitamente ammetta, rispetto alla probabilità che il Cav sia coinvolto o no in tresche con minorenni, Umberto Bossi ha ritenuto di difendere il presdelcons dai sospetti sulla faccenda Noemi attraverso la seguente dichiarazione:

Va bè che c'è il viagra, ma ci credo poco.

La scuola, per esempio

Franceschini presta il braccio per la mia opinione riguardo alla vicenda Noemi:

«Non c'è dubbio che Berlusconi sia un imprenditore e un politico di successo, ricco, furbo e potente. Ma alle italiane e agli italiani vorrei rivolgere una semplice domanda: fareste educare i vostri figli da quest'uomo? Chi guida un Paese ha il dovere di dare il buon esempio, di trasmettere valori positivi».

Ecco, secondo me la sostanza della discussione non è questa. Chi guida un Paese ha il dovere di rispettare le istituzioni e le regole, è chiamato a fare buone leggi, a promuovere la cultura su cui si basano i suoi provvedimenti e a riaffermare i princìpi che fondano le sue convinzioni. E deve sapere che i cavoli suoi sono in buona misura inscindibili dal suo lavoro, e di riflesso sbirciabili dall'opinione pubblica.
L'argomento dell'educazione dei figli è fuori luogo e scorretto.
Per la proposta di modelli di riferimento, per la trasmissione dei "valori positivi" (e per la loro elaborazione, a monte) e per la formazione della cittadinanza, dovrebbero essere chiamate in causa altre sfere della vita pubblica, diverse dalla politica.

Buone, nuove

Ivan Scalfarotto, candidato a Strasburgo che solletica la mia preferenza alle prossime elezioni, si beccherà il voto di una finiana dura.

Un modo come un altro d'invecchiare

L'ultimo dei Green Day ancora non so, perchè non l'ho ancora ascoltato con attenzione.
Dell'ultimo dei Rancid, invece, si può dire che è una buona collezione di canzonette pettinate e molto orecchiabili.

Mica è un'offesa

Franceschini -fuori video- non fa in tempo a dire che Belpietro è un dipendente di Berlusconi che salta per aria una trasmissione in Tv, con tanto di Pannella che accenna ad accendersi una canna.

ps: La cosa straordinaria, di uno che si vuole mite e garantista come Bondi, è che urla come un pazzo e si riferisce a un'intervista rilasciata da uno condannato per rapina, come se quest'ultima (l'intervista) fosse equiparabile a un omicidio.


Love, love them do (bloggata pro Beatles, #8)

Una vecchia (e molto bella) canzone dei Modena City Ramblers racconta di un sogno romantico durante il quale, a un certo punto, "l'orchestra suonava The Blackbird".
Solo che io, ascoltando il pezzo, non capivo che l'orchestra suonava The Blackbird, ma che suonava del black-third, e m'immaginavo chissà quale strano genere musicale dell'Alabama tutto in tre quarti. Anche perchè i Modena che citano i Beatles te li aspetti poco.
E cosa no, invece.
The Blackbird sta dentro il White album dei Beatles; l'ha scritta Paul McCartney su ispirazione di un brano per chitarra composto da Johann Sebastian Bach, o almeno così ha dichiarato lui.
Copio dalla voce di Wikipedia: la struttura del brano è decisamente dispari, ed è caratterizzata da una discreta somma di strofe fuori metro, con un tempo che varia fra 3/4, 4/4 e 2/4.

ps: Mi dicono che il testo di The Blackbird abbia a che fare con i fratelli del Civil Rights Movement. Leggendo tra le righe, effettivamente, il suggerimento ci sta.


martedì 26 maggio 2009

The Very Model of a Modern presdelcons

Io non penso che il presidente del consiglio debba fare luce attorno alla faccenda Noemi per motivi etici, o perchè essendo lui un modello per la cittadinanza deve dimostrare una condotta personale trasparente, e balle del genere.
Trovo anzi detestabile il ragionamento per cui si criticano difetti e vizi (o presunti tali) di personaggi famosi in ragione del loro status di modelli.
I modelli non si propongono con un'inserzione pubblicitaria "Ciao, sono un modello, fai come me che non sbagli un colpo.", i modelli si scelgono.
I modelli si scelgono perchè rappresentano un universo ritenuto migliore e più felicemente auspicabile, rispetto a quello di chi sceglie il modello.
I modelli, soprattutto, si scartano quando si ritiene non siano più tali.
Se qualcuno, nella sua vita, ha pensato di adottare il Cav come modello, l'ha fatto di sua iniziativa e di sua libera scelta, indipendentemente da qualsiasi cosa il Cav (o Maradona, o Jimi Hendrix) potesse pensarne. Questo qualcuno dovrebbe pensarci due volte, prima di argomentare le sue critiche al Cav giocando la carta "Sei il mio modello, sei un modello per i cittadini", perchè il Cav sarebbe comunque estraneo e irresponsabile di queste logiche, che ha subito (in senso lato) invece di aver compiuto.
E allora, penso che il presdelcons debba fare luce attorno a sta faccenda per due motivi molto banali: primo, perchè sinora ha detto parecchie bugie, secondo perchè è il presidente del consiglio, e la nostra storia ci insegna che pubblico e privato sono due sfere che hanno molto a che fare, in quel mondo che i giornalisti, Aristotele e Machiavelli chiamano "politica".

Noemi e Barbablu

Repubblica non ha ancora mollato l'osso sul caso Noemi-Cav: oggi il pezzo di Giuseppe d'Avanzo mette in fila le diverse incoerenze che girano intorno a 'sta storia.

"Volontari"

Ho letto la graphic novel di Guy Delisle, Pyongyang.
Racconta del fumettista Guy Delisle, e di quando ha trascorso qualche mese nella capitale della Corea del Nord per motivi di lavoro.
Lo stile minimal e ridotto all'osso dopo un po' stufa (o almeno, dopo un po' stufa me) ma devo dire che il lavoro, costruito su ironia, disincanti e critiche espresse a bassa voce, funziona parecchio.

giovedì 21 maggio 2009

Post hoc, ergo (quasi mai) propter hoc.

Il sottosegretario alla presidenza del consiglio Paolo Bonaiuti, cioè Silvio Berlusconi con indosso un golfino, ha dichiarato che la sentenza del processo Milss è una strategia della magistratura per piantare una grana al Cav, e l'ha fatto ricorrendo alla formula "giustizia a orologeria", alludendo al tempismo pre-elettorale del deposito della sentenza, che secondo lui avrebbe potuto essere scartoffiata dopo le elezioni europee.
Questo ragionamento, oltre a essere molto poco ragionato e piuttosto infamante nei confronti della magistratura (che le sue tirate d'orecchi se le merita senz'altro), altro non è che una colossale stronzata.
Come sancito dall'articolo 544 del codice di procedura civile, inerente alla redazione di una sentenza:

2. Qualora non sia possibile procedere alla redazione immediata dei motivi in camera di consiglio, vi si provvede non oltre il quindicesimo giorno da quello della pronuncia.

3. Quando la stesura della motivazione è particolarmente complessa per il numero delle parti o per il numero e la gravità delle imputazioni, il giudice, se ritiene di non poter depositare la sentenza nel termine previsto dal comma 2, può indicare nel dispositivo un termine più lungo, non eccedente comunque il novantesimo giorno da quello della pronuncia.

Per farla breve, il giudice, in base al comma 3, aveva novanta giorni di tempo per depositare la sentenza, che era sta pubblicata, pensate un po' che tagliagole questi giudici, il 17 febbraio 2009.

Forever and a day

Da anglofilo sparato, non posso che apprezzare la reazione dell'establishment inglese, rispetto alla scoperta di imbrogli piccoli e grandi compiuti dallo stesso:

Tanti hanno avuto almeno la decenza di dimettersi. Ministri ed ex ministri stanno cadendo come le foglie in autunno. C'è stata una corsa a restituire i rimborsi, con vari politici che staccavano in diretta assegni per decine di migliaia di sterline.

Eterni ritorni

Dopo averlo visto in qualche puntata nelle passate edizioni di Otto e Mezzo e averlo rimosso sino a qualche minuto fa, avrei definito il nuovo direttore del Tg1, Augusto Minzolini, in un modo piuttosto semplice: berlusconiano.

martedì 19 maggio 2009

Narraci, o musa

L'Inter ha vinto il suo diciassettesimo scudetto qualche ora prima. In piedi alle sei del mattino: cinque ore di sonno alle spalle, e altrettante di insonnia.
Un tè, cinque abbracci cinque, sciacquata veloce, sistemata allo zaino e fuori di casa. Ricarica Vodafone al bar Stella, la cui titolare, sei e venti del mattino, se la canta grossa da spaccare i bicchieri, mentre gira due pacchi di Camel a Paul Gaìna, padre di David.
Casa di Fabio, bici nel baule, auto in movimento. Parcheggiamo in viale Argonne, grande città lombarda.
Battendo ogni record di comicità beffarda, Fabio non fa in tempo a mettere il culo in sella che già gli è scesa la catena. Milano. Domenica. Settemmezza del mattino. Ciclisti. Aperti. Ciclisti aperti a Milano, di domenica, alle settemmezza del mattino. 
Sfiliamo il coltellino svizzero e diamo una sistemata al copricatena.
Dopo una sgambata preliminare, arriviamo in via Torino, grande città lombarda.
Son neanche le otto. In giro, mentre pedaliamo e Fabio scatta le prime foto, solo immigrati da svariati continenti, bottiglie di birra vuote, trombette scariche e qualche esultanza imbrattata con lo spray sui muri: ce n'è anche per Ambrosini.
Partiamo: siamo alti uno e novanta, nessuno dei due arriva agli ottanta chili e Saddam Hussein era ancora al potere in Irak, l'ultima volta che abbiamo fatto stretching muscolare.
Ci dirigiamo verso via Milano, grande città piemontese.
La quale si trova, porcadiquellaputtana, a centosessanta chilometri dalle nostre chiappe.

To be (maybe) continued.

domenica 17 maggio 2009

Diciassette

Faticando parecchio a prendere sonno, mi alzo per spegnere il PC e scopro che da stasera ce n'è uno di più.

venerdì 15 maggio 2009

Good taste

Leggo qui che ci sono cose buone e cose meno buone, dentro. Del prossimo (settimo) disco dei Wilco, però, oltre a ricordare che per la prima volta è suonato dagli stessi componenti del disco precedente, si può già dire che ha una bella copertina:

mercoledì 13 maggio 2009

Prrrrrrrrrrrrrrr

Aule grigioverdi

Alle prossime elezioni europee pensavo di non votare, un po' per simbolica protesta contro il PD, un po' per simbolica protesta contro le stranezze dell'assemblea di Strasburgo.
Invece, mi rendo conto in questi giorni, le scadenze elettorali sono un po' come il passaggio televisivo di un Indiana Jones, o del Laureato, o dei Tremors: ti dici che l'hai già visto mille volte, che stavolta no, e invece anche quella volta sì.
Allora, io, di mio, voterei PD. Più precisamente, indicherei la mia preferenza a Ivan Scalfarotto, di cui leggo ogni tanto il blog. Mi sembra uno in gamba e serio, e tanto basta.
Dall'altra parte del ring, sta il fascino del nobile in decandenza, il sorriso amaro di chi è agli sgoccioli di un'apprezzabilissima tradizione al parlamento europeo. C'è la polverosa certezza di chi sa che sto giro, non ci sono cazzi che tengono, rimane fuori dai giochi. Mi riferisco al partito radicale, e più precisamente allo zio dell'amico.
Il dubbio, semplice e irresolubile, si gioca fra la speranza di vedere realizzata una cosa buona e il piacere di farne una bella, ma quasi sicuramente inutile. Tra sistemare un mattone per migliorare una casa e svaccarsi su uno dei suoi divani sfondati per fumare una sigaretta.
Sì, con quest'ultima ho esagerato.
Però ci penso, oppure non vado a votare.

lunedì 11 maggio 2009

Where have you gone, Joe di Maggio

Ieri Fassino ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera. Niente da dire, se non che si dimostra, ulteriormente, uno dei politici più intelligenti della sua generazione.

I had a million dollars, but I spent it all

Leggiucchiando una guida turistica sulla California, trovo un trafiletto che dice: "A Los Angeles ci sono moltissimi seguaci della santeria, un culto sincretistico che fonde il cattolicesimo e il culto degli orisha tipico delle popolazioni yoruba, introdotto dagli schiavi che dall'Africa occidentale furono deportati a Cuba, nei Caraibi e in Sudamerica."
Ding! La santeria esiste davvero, io pensavo fosse una slangata: oltre a quello scritto qui sopra, sappiamo che il cantante dei Sublime non la praticava.



venerdì 8 maggio 2009

Il forum delle fragole

Stamattina, svegliatomi piuttosto tardi, accendo la Tv per vedere una roba tipo A-Team o McGyver. Invece becco Forum, su Rete4.
Stamattina, a menare il torrone, c'era una coppia litigiosa per via dell'abitudine di lei a vestirsi un po' scosciata. Egli allora è un po' geloso, ed essi litigano. E allora Forum (poi magari sono attori, ok ok ok).
Forum, su Italia1 prima e Rete4 dopo, va in onda dal 1985. Facciamo due conti sommari: 24 anni di trasmissione, facciamo 150 puntate a stagione, e facciamo 6 persone a puntata (?).
21600. Ventunomilaseicento italiani sono passati in quella trasmissione, allestendo una semi-litigata ogni volta, sotto gli sguardi divertiti di giudici che poi sono arbitri, e poi con un po' di pietruzze per il voto popolare perchè il voto popolare è il voto popolare.
Nient'altro da aggiungere, tranne che di fronte a questo calcolo mentale sono stato assalito da una tovagliata di malinconia piuttosto forte.
Non tanto per la qualità (inqualificabile) del programma televisivo, ma per l'immagine dei ventunmlia e rotti che sfilano sui tornelli a litigare circa nullità condominiali e infime beghe di coppia.
Un senso di vacuo, più che di malinconia.
Altro che le mattonate di Leopardi, certe trasmissioni.

Come Quaresma

Certo, poi se la Juve non vince lo scudo l'anno prossimo, colpa di Ranieri.

giovedì 7 maggio 2009

Piazze, ferrovieri, finestre

A pensarci bene, la notizia del giorno è che il presidente della repubblica ha invitato la vedova di Pinelli al giorno della memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi.

Su questo, rivedibile

Il segretario del PD, che sin qui sta comunque meritando la pagnotta, sfonda con la reductio, forse banalizzando un provvedimento leghista che, diciamolo, rimane una schifezza.

ps: l'ottimo Giorgio dell'Arti spiega qui rava et fava della nuova norma.

E forza Messi

Pare che ieri sera, matto di rabbia per via degli errori arbitrali, Didier Drogba abbia urlato alla telecamera:

Are you watching this? It's a disgrace. It's a fucking disgrace.

Il mio mito Hiddink, invece, si è lasciato andare a complottismi di dubbio senso:

La Uefa non voleva una finale tutta inglese.

Rimango dell'idea Byron Moreno: se vuoi segare davvero una squadra, non la lasci in vantaggio fino agli sgoccioli della partita, ma indirizzi la partita tramite un arbitraggio meno platealmente furtivo.
Dopodichè, furti duri e ingiustizie forti, ieri sera.

mercoledì 6 maggio 2009

La Cina, comunque, è un posto meraviglioso

Se il resto del mondo si è piegato alle campagne anti-fumo, i dirigenti cinesi della contea di Gongan hanno lanciato la controffensiva: da loro la sigaretta è obbligatoria. Per motivi patriottici e per il bene pubblico. La circolare diramata dalle autorità locali è tassativa: sono tenuti a fumare tutti i dipendenti pubblici, insegnanti inclusi.

L'italiano medio che è (e che siamo)

In tv Berlusconi si è dipinto per l’italiano medio che è. Un padre troppo impegnato sul lavoro, ma che non si è mai dimenticato delle feste di compleanno dei figli, anzi, le ha «sostenute finanziariamente». Un marito distratto, ma capace di romanticismi occasionali e altamente spettacolari, come quando si travestì da nobile berbero per consegnare un gioiello alla «signora».
[...]
E quando, nel passaggio più rivelatore della serata, Ferruccio De Bortoli, a nome della borghesia lombarda che fu, gli fa notare che un capo del governo non dovrebbe andare a feste di nozze e compleanni, il Premier del Popolo risponde: «Se non andassi ai matrimoni, rinuncerei a essere me stesso. Io parlo con i camerieri, i tassisti, i commessi. Ho un grandissimo rispetto per le persone umili». Applausi in sala e chissà quanti a casa. Questo divorzio minaccia di essere un altro terremoto: nel senso che, invece di togliergli voti, gliene porterà.

Finchè ne fa parte lui, è probabile

Rutelli: il PD non è la sinistra.

martedì 5 maggio 2009

O del finto falso ipocrita

C'è una domanda che mi ronza in testa, dopo che il Cav (stasera da Vespa: pochi motivi per perdersi la puntata di Porta a porta, una volta tanto) ha detto questo dei suoi critici: il comportamento conformista ed eccessivamente moralista è quello del perbenista o quello del falso perbenista?

Popolino

Il titolare del presente blog riconosce la validità e la qualità di moltissimi post scritti dal titolare di questo blog.

Per fortuna che c'è lui

Era un po' che non leggevo la tipica dichiarazione posta a distanza siderale dalle cose di cui parla, come questa di Alemanno sul rapporto fra prodotti dell'industria culturale di massa e il loro effetto sul grande pubblico.
Grazie signor sindaco.

Tarantino mixtape

lunedì 4 maggio 2009

Love, love them do (bloggata pro Beatles, #7)

Se uno fosse fan scatenato di un certo serial televisivo, potrebbe scrivere che uno dei personaggi più importanti di questo serial è un musicista tossicodipendente in declino che sul braccio si è tatuato la frase "Living is easy with eyes closed", che nelle logiche del serial in questione ha un senso sterminato; e che, soprattutto, in una canzonerrima dei Beatles intitolata Strawberry fields forever è seguita dalla coordinata misunderstanding all you see (fraintendendo tutto quel che vedi): due righe di canzone pop per dire della convincente visione di un mondo i cui abitanti creano rapporti di causa ed effetto tra elementi che non necessariamente li hanno, e cercano di mettere in relazione i dati e le convinzioni di cui dispongono pur di spiegarsi le oscurità connaturate agli eventi cui partecipano, volendo mettere un punto.
Per non parlare del riferimento all'abuso di droghe, volendo metterne un altro.




Chapter 11

E' quella roba qui:

Quando un’azienda non è più in grado di restituire i soldi che ha preso in prestito o fallisce completamente oppure può an­dare in amministrazione con­trollata. Il fallimento corrispon­de più o meno alla morte. Arri­va un curatore nominato dal tri­bunale e vende tutto quello che c’è da vendere. Distribuisce poi il ricavato tra i creditori e chiu­de per sempre la pratica. Con l’amministrazione controllata, invece, il curatore, sempre sot­to la sorveglianza del tribuna­le, può concordare con i credito­ri (quelli che devono avere i sol­di) una percentuale di rientro. Per esempio, accontentatevi del 40 o del 50%, in questo mo­do riprenderemo l’attività. I cre­ditori possono accettare se pen­sano che la ripresa dell’attività dell’azienda possa portare pro­fitti. Se non accettano si ritorna al fallimento. Il Chapter 11, che si chiama così perché è l’undice­simo capitolo della legge falli­mentare, è grosso modo la no­stra amministrazione controlla­ta, con una più ampia facoltà di tribunale e curatore di dividere i creditori in classi e stabilire, per esempio, che una classe A riceva il 70% del dovuto, una B il 50% e così via. Ora, nel caso di Chrysler, la procedura del Chapter 11 si sarebbe potuta evi­tare se tutti i creditori avessero accettato la proposta di Oba­ma: a quanto se ne sa, un dieci per cento di azioni della Newco e una restituzione del 25% del dovuto. Il credito complessivo era di 6,9 miliardi di dollari, per metà reclamati da quattro grandi banche (JP Morgan, Citi­group, Morgan Stanley e Gold­mann Sachs). Questi quattro avevano accettato. Si sono op­posti tre fondi con un credito complessivo da un miliardo. E la rete dei concessionari, che deve essere tagliata e resiste. Per aggirarli è stato inevitabile questo Chapter 11.