venerdì 26 giugno 2009

Want him back

Hai sentito?
...?
E' morto Michael Jackson.
Ma vaffanculo, va.
Davvero, è morto d'infarto, pare.

Qualsiasi cosa si possa dire su Michael Jackson, è la seconda.
La prima, è che era un musicista pazzesco.

martedì 23 giugno 2009

venerdì 19 giugno 2009

Love, love them do (bloggata pro Beatles, #9)

Canzoni che se le avessero fatte altri gruppi sarebbero famosissime, ma siccome le hanno scritte i Beatles si confondono fra molte, e vengono superate da altrettante.
Here, there and everywhere: piccola, corale, perfetta.


giovedì 18 giugno 2009

Forse questo le rinfrescherà la memoria

Rispondo a Nich qui, postando il video della sequenza più divertente de "Una pallottola spuntata".

mercoledì 17 giugno 2009

Un pezzetto alla volta

Come fa notare Francesco Costa, in questi giorni di ribellioni iraniane si esaltano le caratteristiche del web, le sue potenzialità comunicative e la sua capacità di essere una fonte unica, rispetto ad altre forme giornalistiche.
Qui il blog di uno dei più importanti commentatori americani, che ha scritto decine di post negli ultimi giorni.
Qui c'è una pagina che aggrega tutti gli aggiornamenti provenienti dai social network -e non solo- della rete.

martedì 16 giugno 2009

And if a double-decker bus crashes into us, to die by your side Is such a heavenly way to die

Ventitre anni fa, in Inghilterra, la Rough Trade Records ha pubblicato uno strepitoso disco di musica pop, fra i più importanti degli anni '80. Si chiamava The Queen is dead, e i responsabili di quel colpo di genio sono gli Smiths.
Dentro questa collezione c'è un pezzo meraviglioso, che fila via sereno, cantato benissimo, con tutti gli strumenti al loro posto (archi compresi), tempi perfetti e un testo da applausi.
Il brano si chiama There is a light that never goes out e, come spero voi sappiate, è una fra le più belle canzoni di sempre.



venerdì 12 giugno 2009

E ci guadagna, probabilmente

Ieri sera, io e gli amici miei si chiacchierava di pallone, in particolar modo dei super acquisti effettuati dal Real Madrid.
E insomma, non mi ricordo più chi fra gli amici miei ha cercato di spiegare come gli acquisti dei madrileni non fossero dipesi dai quattrini personali di Perez, il neopresidente, e che anzi questo fosse "una specie di Galliani" per il club.
A me la cosa non tornava mica tanto, mi ricordavo che c'era tutto un discorso di soci del club, candidature e campagne elettorali per favorire l'elezione. E da ronaldiano incallito, mi ricordavo che era stato il Real di Perez a comprare Zidane e Ronaldo (e Figo, e Beckham, e Owen). Insomma, anche volendo, com'è che il Real caccia il grano solo quando c'è questa specie di Galliani, mi dicevo?
E sono andato a vedere chi è Florentino Perez.
Bene, la rivista Forbes dice che Florentino Perez possiede il 12% della più grossa impresa di costruzioni spagnola, e che il suo patrimonio personale gira intorno agli 1,8 miliardi di dollari.
Ecco, io di economia so poco, ma questa cosa mi suona come "è ricco da fare schifo" e quei giocatori li compra lui, coi soldi suoi.

giovedì 11 giugno 2009

Mago

Questa, secondo me, è quella situazione in cui uno ha solo una cosa in mente: le bollette da pagare.

mercoledì 10 giugno 2009

Andy, are you goofing on Elvis? Hey, baby.

Oppure è una foto fatta al suo vice

Dopo aver valutato come figlia di totale ubriachezza l'idea di pubblicare un post simile come "risposta" a un collega che tartassa il suo datore di lavoro, mi sono chiesto quale possa essere stata la chiave di ricerca usata online da Paolo Liguori per il culo esibito.
Io ho provato "culo" "culo nudo" "culo fuori" e "ass", ma non ho trovato niente, almeno nelle prime 3 pagine di tutte queste chiavi.
Se trovate, fate un fischio.

Rien

Un economista del Centro di Diritto e Economia dello sport ha dichiarato che Kakà non costerà niente al Real Madrid, ammesso che funzioni come Zidane nel 2002.
Questione di sfruttamento dei diritti d'immagine, vendita delle magliette, rinegoziazione verso l'altro dei contratti con gli sponsor e sviluppo dei prodotti derivati.
Zidane è costato 17 milioni di euro l'anno, e in quel periodo il Real ha aumentato il suo volume d'affari del 25% , l'anno in cui è arrivato, dice.

ps: un'altra volta, mi permetto un'obiezione dagli abissi delle mie competenze in questione: mica c'era solo Zidane, nel Real Madrid: variabile così da poco, nell'equazione?

martedì 9 giugno 2009

The weirdness flows between us

Bullshit detector

Mirò, lì in mezzo, non l'ho trovato

Al Time si inventano delle classifiche e fanno votare 1,4 milioni di persone. Questa volta toccava ai 200 più grandi artisti del Ventesimo secolo.
Inutile dirlo, ha vinto Picasso.
ps: dal basso della mia infarinatura liceale, mi permetto di dire che piazzare Monet (quarto) come rappresentante del XX secolo è un po' improprio, dato che tutte le sue robe serie le ha fatte nel XIX, e che le avanguardie del XX hanno molto fulminato quel che rimaneva dell'impressionismo.

A little man with a big camera

Della mitologica partita di baseball del 1951 e del fuoricampo più famoso della storia di questo sport, avevo già scritto una roba qui.
Qui, invece, c'è un articoletto su Rudy Mancuso, il fotografo che scattato la foto dell'homerun.

lunedì 8 giugno 2009

Rivediamocelo, che questa è brava

Sono contentissimo del successo elettorale di Debora Serracchiani, esponente del PD che ha fatto molto parlare di sè per le condivisibilissime osservazioni espresse qualche tempo fa:

Un modo come un altro d'invecchiare/2

Qui c'è una recensione dell'ultimo disco dei Rancid. Comincia così:

Probabilmente, la migliore indicazione di cosa configuri una grande punk-band è l'abilità dei suoi membri di pensare oltre alla portata del loro impeto a tre accordi.

L'ultimo disco dei Rancid non è un grande disco, ma mi porta via un parere favorevole per tre motivi.

Il primo l'ho scritto qui: ci sono canzoni semplici, dirette e melodiche. E ce ne sono un po'.

Il secondo ha molto a che fare con la mia passione per New Orleans: dentro Let the Dominoes Fall c'è un brano dedicato alla città, che a un certo punto dice: “She’s got pride like a million lions / She’s got a scar on her velvet face”, frase in cui c'è una consapevolezza letteraria che davvero non mi aspettavo da Tim e soci.


Il terzo motivo è ancora più particolare, ed è relativo alla canzone Civilian ways. Il pezzo parla di Greg Armstrong, fratello di Tim, reduce della guerra in Irak (sì, non è una famiglia drittissima, quella di Tim, a quanto pare). Questo particolare tema, quello del reducismo, i Rancid l'avevano affrontato in Travis Bickle, sul loro disco precedente a questo, in modo rabbioso e distante (non a caso, Travis Bickle è il protagonista di Taxi Driver). In Civilian Ways, la rabbia lascia il posto alla testimonianza, e la distanza sparisce per via dell'intimità della storia raccontata; il tutto funziona perfettamente, soprattutto grazie al finale, in cui l'immagine dei due fratelli che riparano vecchie auto fa ombra ai disastri della guerra.

Grandi, davvero:

I hold the cold steel of my rifle as I dream of foreign lands,
and I promise myself I will cherish every moment I can,
but there's ghosts that follow me around everywhere I am.
When i say 'goodbye' I try to be strong.
now I'm going back to the U.S. where I belong.
I am never alone, the war seems to follow me home.
no longer an active soldier when i walk down the street.
now I'm shaking hands with everyone that I meet.
And I watch everyone and I'm wondering what they see.

Civilian ways are now what's foreign to me,
I came off a long time
I left this place in two oh oh three.
May we never forget the sacrifices my friends made for me.


I live in Marysville right on the county line,
and my brother and my mother both visit me all the time,
and visions of you are always running right through my mind.
We always talked about what we're gonna do when no war is won.
We're gonna fix up them old cars and ride them into the sun.
When I heard you were no longer with us, man, i was done.

Civilian ways are now what's foreign to me,
I came off a long time
I left this place in two oh oh three.

May we never forget the sacrifices my friends made for me.
May we never forget the sacrifices my friends made for me.
May we never forget the sacrifices my friends made for me.

Qui, in un blog del più importante giornale californiano peraltro, c'è il resoconto della storia di questa canzone.

venerdì 5 giugno 2009

The hell of a speech

Spiace per chi sostiene il primato del disincanto politico, spiace per chi promuove la dottrina repubblicana di Cheney, Bush e compagnia; spiace per chi adesso vi spiego la realpolitik e il business of saving life, spiace per chi pensa che dire cose buone e intelligenti faccia male alla cultura politica; spiace, soprattutto, per chi rosica come un pazzo, ma il discorso di Obama all'università del Cairo è una cosa fan-ta-sti-ca.

mercoledì 3 giugno 2009

Svuotare il mare

"La Magistratura non può tacere sul fatto che provvedimenti restrittivi emanati a seguito di procedimenti legittimi e corretti, nonchè basati su un Codice di Rito ispirato al sacrosanto principio del garantismo, vengano poi sviliti da una fase esecutiva della sanzione segnata dalle manchevolezze che rendono la espiazione della pena una massa di umiliazioni e vessazioni."