venerdì 3 ottobre 2008

Parla la tua lingua, l'americano, e c'è una luce nel suo sguardo che è una mezza speranza

In origine, è il passaggio di una delle poesie di Ralph Waldo Emerson, scrittore e filosofo americano del diciannovesimo secolo.
Parlando di storia è usata soprattutto in relazione all'omicidio di Franz Ferdinand il 28 giugno 1914 a Sarajevo.
Nel baseball, invece, Shot heard 'round the world è l'espressione con cui ci si riferisce al fuoricampo battuto da Bobby Thomson, esterno dei New York Giants, al termine della partita decisiva contro i Brooklyn Dodgers per vincere la National League, giocata il 3 ottobre 1951.

Il primo capitolo del romanzone che sto finendo di leggere, Underworld di Don DeLillo, il cui incipit è titolo del post, racconta proprio la gran letteratura newyorkese che sta dietro questo "derby". Per buttare dentro postmoderno, racconto orizzontale e registri mescolati, Don DeLillo ha cercato la coincidenza e ha intrecciato la piccola storia del match con la grande storia del mondo: sugli spalti, ad assistere allo spettacolo, si trova il direttore dell'FBI, J. Edgar Hoover, la cui attenzione è però distolta dal fatto che proprio quel giorno i sovietici portano a termine il loro secondo test nucleare. E allora come farà Truman a spiegare l'accaduto alla nazione, quali sono i rischi che corriamo, quanto cavolo è bravo quell'interbase, quando arriva il mio scotch.
Il primo capitolo finisce, un ragazzino raccoglie la palla dello storico fuoricampo, la porta a casa, e per le successive 800 pagine DeLillo ci dice cosa le è successo, a 'sta benedetta palla. Parallelamente, ci imbattiamo anche a quel capita al resto degli Stati Uniti, fra pattumiera, tecnologia e everyday life.

Quell'anno, poi, i Giants perderanno le World Series contro gli Yankees, altra squadra di NY in cui militava, per l'ultimo anno della sua strepitosa carriera, il famosissimo Joe Di Maggio. E allora, dato che questa è decisamente un'altra storia, torno alla mia: qui sotto c'è il video dell'homerun, con tanto di "I don't believe it!" urlato dal cronista.



2 commenti:

Anonimo ha detto...

London calling to the underworld...ma inteso come oltretomba o come antipodi? Guarda sul tuo magico libretto delle traduzioni. Quello è un bel libro, mica palloso come quello di DeLillo. E a proposito di Edgar Hoover, sai da chi prende il nome la diga di Hoover? Da Herbert Hoover, presidente repubblicano sotto la crisi del 29. Prima di Roosvelt per intenderci.

GF ha detto...

Inteso come bassifondi. Poi dice: uscite dal guscio, ragazzi e ragazze...