martedì 12 febbraio 2013

Forse con la macchina che produce terremoti...

Fra le tante storie di Topolino lette da me medesimo in versione pinella, ce n'è stata una di cui vi voglio parlare un po'. Cominciava con la delusione di Pippo che, dopo essersi organizzato per fare un pic-nic in campagna, si trovava invece costretto a rinunciare a causa del maltempo. Seccato e un po' imbruttito dal colpo di sfortuna che gli aveva rovinato la giornata, il cane smilzo se ne andò a dormire desiderando fortemente di poter disporre del governo personale degli andamenti climatici tutti. 
E visto che Propp non era un cretino, durante la notte il nostro eroe dal muso lungo ricevette in dono da un aiutante (il dio del tempo: lodevole manifestazione di un'inclinazione politeista dell'albo) esattamente quello che aveva desiderato. Grazie a un anello o a uno scettro o vattelapesca, il mammifero dalle scarpe gialle divenne titolare dell'esorbitante potere di decidere le evoluzioni meteorologiche relative alla sua esistenza. Alla semplice espressione del desiderio, sarebbe corrisposta successivamente, in tutta la sua potenza, l'incontrovertibile realtà dei fatti. Naturalmente, la cosa avrebbe dovuto restare segreta a chiunque.
Tutto preso da entusiasmi facili e intensi, il simpatico dentone sperimentò inizialmente una specie di delirio d'onnipotenza: se aveva troppo caldo faceva nevicare, se non voleva uscire di casa scatenava il diluvio, se aveva voglia di una passeggiata comandava un bel sole e una brezza piacevole. Tutto lineare, semplice, bello come sembra e buono come deve. Che sarà mai.
Quello di cui il canide dalle lunghe orecchie ancora non era consapevole e che al tempo stesso stava per sperimentare, tuttavia, è che da grandi poteri derivano grandi responsabilità. E poteri significa poteri, e responsabilità significa responsabilità. E così, dopo aver ascoltato una lamentela del suo socio Topolino dovuta al vento eccessivo, annullò immediatamente la corrente d'aria. In quella arrivò Orazio: lui sperava in un bell'acquazzone benefico per le verdure del suo orto. Senza dire nulla il cugino di Indiana  Pipps lo accontentò, e dopo qualche secondo non poté fare a meno di udire Minni lamentarsi: aveva steso i panni da pochi minuti e ora li doveva ritirare per via dell'acqua. Dopo una serie di combinazioni incasinate come questa, l'alter ego di Superpippo non se la sentì più di proseguire. Tenere insieme le volontà di tutti era troppo difficile, le variabili in gioco gli scappavano continuamente di mano. Il dio del tempo allora tornò da lui, si riprese l'oggetto magico, salutò l'animale con un meritato Te l'avevo detto e tornò a fare il suo lavoro. Oggi, per esempio, ha rovinato il carnevale a un bel po' di ragazzini in Lombardia. Certi musi lunghi.
Avete capito l'antifona, già.
La vicenda insegnò al quadrupede antropomorfo -e pure ai giovani lettori dell'albo, si spera- che il mondo non è fatto a forma di un singolo individuo, non è un posto montabile e smontabile a piacimento come se fosse didò, che i nostri desideri non sono l'unica bussola di riferimento di cui tenere conto, che le convinzioni categoriche possono portarci fuori strada quando sono innescate da rabbia e frustrazione, che ci sono anche gli altri là fuori, che le cose sono complesse, che la società si muove contortamente per intenzioni e speranze divergenti, articolate, contraddittorie. 
Ogni tanto, dai che sono arrivato al punto, Beppe Grillo e i suoi sostenitori mi sembrano lui, Pippo. Al Monte dei Paschi han fatto casino? Fondiamo una banca di stato. I sindacati paiono inefficaci e anacronistici? Confindustria bloccata da interessi prevaricanti? Aboliamo sindacati e confindustria. La disoccupazione è sempre più logorante? Stabiliamo un reddito di cittadinanza da 1000 euro per tutti. Le missioni dell'esercito all'estero sono in una fase di stallo o crisi? Li riportiamo tutti a casa. Che la banca di stato sia una soluzione che rischia di aprire ancora di più al clientelismo e all'asfissia economica, che l'abolizione di sindacati e confindustria sia già stata effettuata durante la fase autarchica del regime fascista con risultati disastrosi, che il reddito di cittadinanza sia un provvedimento costosissimo e in fin dei conti iniquo, che le missioni dell'esercito all'estero siano spesso indispensabili alla costruzione di ponti, ospedali e scuole, che tutto questo avvenga nello stesso mondo in cui vive il M5S, sembra non avere importanza. E per chi ce l'ha, è colpa della stampa e della Tv, che ormai oggi c'è la rete, siete morti che camminano, usate ancora la vecchia tecnologia. 
Poi vediamo come va quando Grillo e i suoi arrivano in Parlamento, ma intanto metto qui per iscritto che la neve di questi giorni ha fatto un gran bene ai campi destinati alla coltivazione del grano in primavera. E a noi piace tanto mangiare la pastasciutta.

giovedì 7 febbraio 2013

Balle, nodi, pettini

Paolo Attivissimo è un giornalista conosciuto soprattutto per la sua attività di smontaggio meticoloso e documentato di notizie false, leggende metropolitane e teorie complottiste. Il suo blog è una miniera completissima consultabile per qualsiasi tema riconducibile alle panzane che circolano nel mondo: dal colore strano nel cielo di Oslo alla statuetta tirata in faccia a Berlusconi. 
Per questo motivo, sono rimasto sorpreso dalla lettura del suo ultimo post:
Le case farmaceutiche truccano i risultati dei test dei propri farmaci, usando metodi paradossalmente legali per farli sembrare ben più efficaci e necessari di quel che sono in realtà. No, non avete sbagliato blog. Non siete finiti per errore su Luogocomune o qualche altra bettola di complottisti.
Insomma c'è questo libro, Bad Pharma, che raccoglie una quantità di dati completi e verificati su diverse mascalzonate anche criminali compiute da alcune aziende farmaceutiche. E però fermi tutti, dice Attivissimo alla fine del post: i fatti sono fatti e anche in questo caso i cospirazionisti vengono smentiti:
Se vi interessa saperne di più, il CICAP ha pubblicato una serie di articoli su Bad Pharma. Sì, il CICAP, quello accusato di essere al soldo delle case farmaceutiche, va contro le case farmaceutiche. Perché i fatti e il metodo d'indagine scientifico non guardano in faccia nessuno. Sia ben chiaro: tutto questo non vuol dire che la medicina e i farmaci non funzionano e che è meglio tornare agli stregoni o alla pranoterapia o ai sassolini magici. I rimedi alternativi non funzionano per niente (salvo un congruo effetto placebo): le medicine, invece, di solito funzionano. Ma per farle funzionare meglio e non farsi imbrogliare bisogna controllare e sorvegliare chi le fa e chi le vende. Senza eccezioni.

sabato 2 febbraio 2013

Il femminismo che invece è maschilismo

Un giorno discuteremo anche di ruoli e funzione dei banner a tema politico condivisi su Facebook, ma prima vorrei dirvi che da qualche giorno vedo questa cosa qui sui socialini e vorrei dire un paio di cose in proposito.


Un banner è un banner, e pretendere una qualche manifestazione di profondità e di elaborazione dei temi è probabilmente una cosa da ingenui. Però guardate che di tutti i modi in cui lo si poteva fare male, questo è il peggiore. Al di là dello schematismo strutturale della cosa, di scelte se ne potevano fare parecchie. 
E quindi a sinistra abbiamo la condanna irreprensibile di un mazzo di gnocche in costume che ballano, probabilmente in discoteca, esibendo il culo. Belle, giovani, indipendenti, usano il proprio corpo liberamente e ci fanno dei soldi. Che brutte troie, eh, ma come si permettono?!
A destra, invece, le mani sante di una donna che con le sue mani sante si occupa di un uomo a letto con la febbre che ha tanto bisogno di quella mano santa sulla fronte. È la mano santa della fidanzata? Della moglie? Della sorella? Di un'amica? Non importa, basta che abbia un utero e che nel suo tempo libero si prenda cura dell'uomo che non sta bene. Pretenderà mica di guardare la tele o di uscire con le amiche, la zoccola? Ma per piacere: a casa, insieme all'uomo. Altro che antibiotici: mano santa.

Sta cosa che le donne rappresentino l'eccellenza è un argomento scappato di mano a un certo tipo di retorica femminista e ormai scivolato nel maschilismo più deteriore. Non bisogna stare nemmeno a ribadire che le donne fanno quel cazzo che vogliono (intanto lo faccio però, che furbetto): mi sembra più importante stabilire con fermezza, e la cosa è del tutto indipendente dal ballare in discoteca e decidere di darla al primo che passa di lì, che bisogna abituarsi a pensare che le donne possano fare anche schifo. Esattamente come gli uomini, vedete un po'.

(Poi se qualche lettrice ritiene di commentare per mandarmi affanculo, io sono qui, e magari ci spieghiamo meglio.)

"Dopo essere stati lungamente insultati in agosto per essere pregiudizialmente contro la società Inter, tocca a noi pulire il water e sprimacciare i cuscini."

Io non seguo molto il calcio, ma probabilmente lo seguirei di più se la maggioranza dei tifosi avesse lo stesso approccio scemo che ha questo collettivo di interisti. Basta vedere come commentano una stagione deludente e storta come questa:
Alcune ragioni per essere ottimisti: 
1) Punto uno.
2) Siamo ancora in corsa per tutti e sei i trofei: campionato, Europa League, Italia’s Cup, Supercoppa Europea, Italian Supercup e Meeting di Rieti con Zanetti.
3) Schelotto si presta a ogni tipo di coro, come ben dimostrato di recenza nei commenti.
4) Handanovic, Guarin, Juan Jesus, Cassano, Ranocchia, Milito, Pereira: non è forse l’Inter più forte di sempre? No perché fino a due mesi fa, se ne leggevano di ogni. Cosa sarebbe cambiato?
5) Opinioni a parte, l’obiettivo numero uno di questo mercato era vendere Sneijder: mission accomplished. Con lui ci siamo liberati di quasi tutti gli stipendi “non proporzionati al rendimento“. Adesso finalmente abbiamo stipendi proporzionati al rendimento.
6) Vedi punto uno.
7) Ok, la storia dei cinesi con cui Moratti ha fatto delle foto era una comica, ma hey davvero non faranno una seconda serie di Last Resort?
8) Balotelli è fortissimo ma assomiglia a James Dean in un aspetto cruciale: non se la cava benissimo alla guida.

venerdì 1 febbraio 2013

"Evolution could so easily be disproved if just a single fossil turned up in the wrong date order. Evolution has passed this test with flying colours."

Da quando è morto quel cranio di Cristopher Hitchens, Richard Dawkins è forse l'esponente più autorevole dell'ateismo militante. Di quella tendenza intellettuale, cioè, che combatte frontalmente la fede religiosa e il dogmatismo con gli strumenti razionali e logici della persuasione, del procedimento analitico, delle evidenze empiriche, del confronto dialettico. 
Visto che recentemente mi sono reso conto di avere qualche buco sulla storia dell'evoluzionismo darwiniano, sto leggendo questo libro di Dawkins, che incidentalmente è uno dei più bravi divulgatori dell'opera scientifica di Charles l'ornitorinco. Lettura non facilissima, anche perché la sto facendo in lingua originale. Ma Dawkins alterna sapientemente passaggi tecnici e specifici a spiegoni per profani e digressioni leggere e accessibili. 
Ho appena trovato online una conferenza in cui Dawkins legge qualche passaggio del libro e poi lo commenta. Dura un po' più di un'ora, ma stare a sentirlo è un piacere vero. Qui.