giovedì 31 dicembre 2009

E buon anno

Se avete voglia di leggere qualche classifica sul 2009, qui ce n'è a carrettate.

martedì 29 dicembre 2009

E' lupus

Siamo quasi a 130 puntate di House.
Ogni volta una malattia rarissima (o due contemporanee) a tormentare la vita del paziente e migliorare quella del dottore zoppo e tossico che non sbaglia mai.
Possibile che la sceneggiatura di ogni puntata tenga? Che dal punto di vista medico tutte quelle nozioni stiano in piedi?
Con lo scopo di rispondere a queste domande, qui hanno deciso di spiegare, puntata per puntata, quando che sì e quando che no.

lunedì 28 dicembre 2009

La versione di

Sinceramente, onestamente: secondo me Christian De Sica è un tizio intelligente. Lasciamo da parte il suo lavoro e il personaggio che si è ritagliato: l'ho visto in Tv diverse volte, soprattutto da Fazio. Ho trovato molto piacevoli le sue chiacchierate e molto interessanti gli aneddoti che raccontava.
Sul Corriere di oggi, c'è una sua intervista.
Nei giorni scorsi, c'è stata un po' di polemichetta molle su Natale a Beverly Hills e sui presunti finanziamenti pubblici ricevuti. A giro finito, pare non siano esattamente finanziamenti, ma un credito d'imposta sugli incassi da riscuotere in futuro per produrre altri film.
Ma comunque.
Nella sua intervista, Christian De Sica dice una cosa sensata ancorchè parziale ("Il famigerato cinepanettone mantiene l’intero cinema italiano"), diverse banalità (il ruolo del critico cinematografico, il "problema" della volgarità dei suoi film, il commento sulla statuetta tirata al Cav) e una gigantesca stronzata, sulla quale mi voglio soffermare, perchè è relativa a un discorso teorico sull'arte che ritengo essenziale.
Eccola: Il punto è che il film di Natale è lo specchio dell’Italia di oggi.

Di questo parliamo: dell'idea di riproduzione e dell'idea di rappresentazione.
Il film di Natale è lo specchio dell'Italia di oggi? Irrilevante.
Intanto, bisognerebbe mettersi d'accordo su cosa diavolo sia, l'Italia di oggi. E anche se ci fossimo accordati (Chi? Noi italiani? Metterci d'accordo? Su cosa? Sulle bandiere che sventolano il 25 aprile? Appunto, pedalare), il tema resterebbe irrilevante.
Può esserlo come non esserlo, come esserlo in parte. Uno può fare il discorso sociologico e dire che un po' sì, può fare l'analisi del testo e dire che nemmeno per idea, può avere dei dubbi e dire mah.
Quel che trovo insopportabilmente sbagliato, nella riflessione di De Sica, è il cinismo strabordante che la sostiene. Cinismo che, attenzione al numero, al tempo stesso viene celebrato dalla riflessione stessa.
[Naturalmente, per cinismo non intendo la visione disincantata della vita, ma l'accettazione presuntuosa e rallegrata di questo disincanto. Intendo il conformismo, insomma, nella sua più vistosa versione contemporanea.]
De Sica dice, parafrasando alla bancone del bar: "l'Italia di oggi? Robetta. Io artista che faccio? Celebro la robetta, mi rotolo nel fango in cui giace, ripeto la stessa battuta da decadi, me la cavo con un po' di commedia degli equivoci, con due tette e con un negro che parla male l'italiano; quindi non rompete le palle che io faccio soldi a palate e sono lo specchio della realtà."
Troiate.
[Occhio che prendo una curva alla Umberto Eco]
La sopravvalutazione e l'elevazione del cinismo (e del sarcasmo, suo fratellastro) alla stregua di una condotta morale artisticamente degna (e quindi degnamente rappresentabile) è uno dei grandi flagelli culturali degli ultimi anni.
Perchè il cinismo e il sarcasmo sono nelle cose.
La vita, talvolta, è cinica; la relazione che si stringe fra le cose che ci succedono, talvolta, è sarcastica.
L'artista, essendo, come dire, un uomo, conosce questo cinismo e frequenta questo sarcasmo. Ma se è un artista, anzi se è un grande artista, fa un passo a lato, rispetto alla pochezza intrinseca alle cose del mondo.
[Qui invece faccio il volo alla Luciano Ligabue, perdonatemi se potete]
Quando ha a che fare col cinismo, il grande artista si sposta di un metro, lo lascia colpire a vuoto e poi gli dà un pugno nei fianchi.
Il grande artista non fa parlare il cinismo: lo mette in mostra. Non esalta il sarcasmo, lo rappresenta. Rappresentandolo, raccontandolo, lo smonta e lo rimonta come vuole e ne tira fuori gli elementi che preferisce: poi c'è il pubblico, che solitamente si fa un'idea.

Inizio pippotto: uno dei più grandi scrittori del diciannovesimo secolo, Oscar Wilde, ha dato vita ad alcuni dei personaggi di finzione più cinici e tronfi che si ricordino (Lord Wotton, Lady Bracknell, Lady Windermere) ma non si sarebbe mai sognato di celebrarne la moralità: basta leggersi Il ritratto di Dorian Gray o L'importanza di chiamarsi Ernesto.
Da bravissimo deformatore qual era, Wilde metteva in scena il cinismo e l'arroganza di chi la sa lunga, di chi ha sempre la battuta pronta, e attraverso l'intrecciarsi delle vicende mostrava piuttosto esplicitamente (pur senza metterci davvero il becco) quale sarebbe stato il traguardo di quel cinismo, e quali le soddisfazioni ottenute grazie ad esso.
A conclusione del parallelo, che poi Oscar lo lascio riposare come si merita, uno dei suoi aforismi più celebri (e il mio preferito) è: Chi è un cinico? Un uomo che conosce il prezzo di ogni cosa e il valore di nessuna. Fine pippotto.

Sto forse dicendo che De Sica e Parenti dovrebbero imparare da Wilde bla bla? O che il cinema basso contro il cinema alto, Bergman Vs Terminator bla bla bla?
No, sto dicendo che ci sono diversi modi di rappresentare i difetti della società in cui si vive; che De Sica, cercando un'autogiustificazione con la stronzata dello specchio della realtà, si propone come fuoriclasse dell'Italietta di cui parla nell'intervista.
Perchè non ne contesta la pochezza, non ne evidenzia la meschinità, ma la copiaeincolla, la mette in vetrina e le dà un megafono per urlare più forte; perchè fa della mediocrità un merito, della prosaicità un vanto e del cinismo una virtù: e facesse almeno non dico sorridere ma provocare un movimento delle labbra e un cambiamento dell'espressione facciale sufficienti da suscitare nel prossimo il sospetto che forse sì proprio lui sta sorridendo, porcaputtana, mi farebbe incazzare un filo meno.

mercoledì 23 dicembre 2009

America

Dal blog di Christian Rocca:

Per dire come siamo messi

L'ultimo dibattito dell'anno, a sinistra, ruota attorno al concetto di inciucio.
Posizione personale breve: ha ragione D'Alema.
Posizione personale lunga: l'inciucio è un trucco dialettico messo su da antiberlusconiani incalliti, convinti che nessun compromesso (cioè nessun tentativo di cambiare le cose) sia accettabile, e che solo la scomparsa del Cav dalla politica sia un risultato per cui valga la pena trattare. E' uno sgambetoo retorico messo su da persone la cui capacità di elaborare una strategia politica efficace non è mai stata messa alla prova, dato che dire "no" -sempre e comunque- è l'unica cosa che hanno dimostrato di saper fare.
Posizione personale sbrigativa: chi esprime l'idea di inciucio con tono dispregiativo e un po' indignato rappresenta il peggio della politica, vende un'idea di istituzione modellata su quella di liceo occupato scritto con la kappa e la "A" di anarchia; e la deve piantare.

martedì 22 dicembre 2009

They, the people

Ogni tanto, io e gli amici miei parliamo degli stati del mondo, e delle persone che li abitano. Più precisamente, degli stati del mondo e di quante persone li abitano.
Solitamente, il nichilista la sa più lunga di noialtri, anche grazie all'ottima abitudine di sfogliare l'atlante per il solo gusto di passare il tempo.
Io me la cavo, ma ogni tanto sparo la cazzata. Tipo una volta sugli abitanti dell'Australia: gliene avevo attribuiti 60 milioni, o una cosa così.
E mi ricordo anche una discussione sul numero degli abitanti dell'Inghilterra: non ricordo quale fosse il numero in ballo, ma mi ricordo che io e Nich avevamo ragione e Gio no.

Per tirare un po' d'acqua al mio mulino, da qualche anno, ogni volta che si parla di Stati Uniti e persone che li abitano, parte la menata:

Interlocutore a caso: gli USA avranno, quanti abitanti? 260 milioni? (O 250, o 270, dipende)
Geffe: no, di più: 300 milioni.
Interlocutore a caso: no, son troppi. Sicuro?
Geffe: sì. Ho anche visto una puntata di Otto e mezzo qualche anno fa, a proposito del primo censimento che ne ha contati 300 milioni.

Ecco, qui c'è la pagina ufficiale della statistica: nel frattempo, sono aumentati.

ps: La cosa impressionante è aprire la pagina, lasciarla lì un po' e poi aggiornare. Molto probabilmente, e soprattutto se in USA non è notte, il numero visualizzato cambia. E ok che è un calcolo basato su dati statistici, ma l'effetto è una botta: persone che nascono, persone che muoiono.

lunedì 21 dicembre 2009

Tanto per

A Repubblica rilanciano la cosa delle classifiche su libri, film e dischi pubblicati nella decade che sta finendo. (Che poi, adesso che ci penso, i discorsi che si facevano nel 1999 sul fatto che il terzo millennio sarebbe cominciato nel 2001 e non nel 2000 -per via dell'assenza dell'anno zero- valgono ancora oggi, no?)
Un po', così, velocemente, direi che fra i libri citerei Io non ho paura di Niccolò Ammaniti, Molto forte, incredibilmente vicino di Jonathan Safran Froer e Soffocare di Palahniuk.
Film: senz'altro Dogville di Lars Von Trier, Mulholland Drive di David Lynch, Memento di Christopher Nolan (mi è piaciuto da matti, che vi devo dire?) e Se mi lasci ti cancello di Gondry (il cui titolo originale è decisamente migliore: Eternal Sunshine of a Spotless Mind).
Dischi... direi il primo dei Gorillaz, Illinoise di Sufjan Stevens, American Idiot dei Green Day e il primo dei Vampire Weekend.

Otto anni, bella idea

Living My Life Faster - 8 years of JK's Daily Photo Project from JK Keller on Vimeo.

venerdì 18 dicembre 2009

Senza se e senza ma

L'anno scorso, è stata una delle cose più innovative ed efficaci della comunicazione sul web. Diego Bianchi, Zoro per gli internettari, faceva video divertenti, intelligenti e ironici.
Ho scritto "faceva" perchè quest'anno la qualità del suo video mi sembrava complessivamente più bassa. Volevo anche scrivere due righe di post, su quella che mi sembrava un'involuzione, ma poi mi sono detto chissenefrega.
E meglio così: l'ultimo è un capolavoro. Non fa molto ridere, ma l'idea che lo tiene su è la critica definitiva alle vagonate di retorica che abbiamo dovuto sciropparci negli ultimi giorni: bravo Zoro.



Metafora fotografica:

Nel frattempo (oddio: era anche ora)

L'acceleratore di particelle del CERN sta funzionando, e anche bene.

Noi buoni ci speriamo

Dal blog di Francesco Costa:

Visto che i repubblicani continuano a utilizzare ogni appiglio possibile per ritardare il voto in senato sulla riforma sanitaria – ieri sono arrivati a boicottare un voto sul finanziamento delle guerre in Iraq e in Afghanistan pur di far slittare l’intera agenda dei lavori – i democratici sarebbero tentati di accontentarli e utilizzare l’arma fine-di-mondo: convocare la seduta per il voto finale per il 24 dicembre, alle ore 19

giovedì 17 dicembre 2009

Right to be wrong

Dopo qualche giorno dalla vicenda statuetta, l'espressione "gesto da condannare" si è trasformata in un ritornello la cui pretesa solennità mi è venuta decisamente a noia. E bella forza, mica lo dite voi che quello è un gesto da condannare: lo dice il codice penale.
Se ci sono cose sensate da aggiungere, -non ci sono, secondo me: trovo una colossale baracconata l'intero dibattito che ne è seguito- aggiungetele, altrimenti passiamo ad altro.

L'altro a cui vorrei passare io, per esempio, è discutere la decisione del gip di prolungare la custodia cautelare di Tartaglia. Non che mi interessi difenderlo più di quanto meriti, naturalmente, ma mi chiedo quali criteri abbiano determinato la decisione: c'è pericolo che Tartaglia reiteri il reato? Che scappi? Che inquini le prove?
Secondo me, siamo seri, tre volte no; ma io che ne so, direte voi.
Appunto, rispondo io: me lo chiedo.

Voglio dire

Nodi, fazzoletti

Ieri sera, mi sono ricordato dei Bloc Party: ottimo gruppetto inglese che nel 2005 fece sfracelli (sfracelli indie, s'intende) con un bellissimo disco d'esordio.



martedì 15 dicembre 2009

E anarchici distratti cadere giù dalle finestre

Qualche mese fa, ho letto La notte che Pinelli.
Dato che oggi è il 15 dicembre, lo consiglio a chiunque voglia leggere una ricostruzione equilibrata e solida dei fatti avvenuti quella notte, corroborata da qualche interessantissima riflessione a proposito del contesto di quegli anni e della sigla "strage di stato".
Inoltre, lo consiglio a chi è attratto dalla rappresentazione di un mondo complicato e torbido, sfuggente e ingarbugliato, in cui la ricostruzione di un evento non può prescindere da grossi e costitutivi elementi di dubbio e consapevoli incertezze.
Sta tutto dentro quelle pagine.

lunedì 7 dicembre 2009

Fondamentalmente, agli americani

Per curiosità, ho letto l'articolo del NYT che riporta la cronaca della condanna di Amanda Knox e Raffaele Sollecito.
Dopo, ho letto i commenti postati dai lettori. Esperienza suggestiva, dalla quale traggo una sola conclusione: molti americani dimenticano che i condannati sono due, uno dei quali non è loro connazionale.
Volendo categorizzare, comunque:

Ci sono i pirla:
  • My wife and I have long wanted to take a nice long vacation in lovely Italy. But this travesty of justice and common sense has just changed my mind.
  • Idiotic trial and a poor court system. Makes me really want to never visit Italy again.
Ci sono i che schifo la giustizia italiana:
  • The Amanda Knox saga is just tragic and sad all around. All the families involved, the farce of the "justice" system in Italy, the death of a young girl. Horrible.
  • Kanagroo court. This girl shouldn't be in prison: too many questions were left unanswered. I feel that if she was tried in the US under the same circumstances, the verdict would have been a clear not guilty.
  • It seems impossible to make a reasonable opinion about this case with the selective facts that have been revealed. However, it grants a perverted window into the Italian criminal justice system. Surprise! It's ridiculous, perhaps an even bigger circus than our own.
Ci sono i pirla che schifano la giustizia italiana:
  • So sad. I was thinking of going to Italy for my honeymoon, but now I'm not sure if it is a safe place. Do Italians really believe that this girl killed her roommate - even without any evidence? It is just a sad situation all around.
Ci sono i allora mandate più truppe in Afghanistan:
  • Get Hillary over there ASAP the only reason they convicted her is because they already convicted the black guy on the same charges. If they let her go they would have to let him go. We all know that ain't happening! President Obama should make them donate more troops and send them into battle first!
Ci sono i l'Italia è una repubblica talebana fondata sullo sciovinismo:
  • Male Chauvinism. Italy is a primtive country in this respect and it shows in their court system. This verdict is no suprise. The US needs a lot of improvement, but Italians take heed -you are closer to the Taliban than to the United States.
Ci sono i le è andata di lusso:
  • She is guilty and should have received a longer sentence.
Ci sono i l'Europa ci odia:
  • This case was just an example of the ridiculous anti-Americanism that's rampant in Europe. Sadly, this kid has to suffer for it.
Ci sono i sì va bene free Mandela, free Valpreda e tutti gli altri, ma free anche Amand Knox:
  • Is there something to be said about several of the jury members who wore an Italian flag sash? We are living in an increasingly hostile nationalistic world. FREE AMANDA KNOX!
Ci sono i mi ha detto mia sorella:
  • According to my sister, Nobody can hurt you more in this life than the people that you love very much!! I feel deeply sorry for those parents.
Ci sono i echissene:
  • there are so many murders all the time. why pick this one to focus on? how does it affect our lives? i don't get it.
Ci sono i forse è colpa dell'ambiente di Perugia:
  • She must have been studying at the language school in Perugia. I wonder what made her into a killer? What situation brought that out in her?
Infine, per tornare al solito tema su cui rompo le palle, ci sono i non so nemmeno io cosa cazzo sto dicendo:
  • Hands down I would prefer Italian prisons to the often barbaric conditions found in the US.

Nel frattempo, fare altro

Luciano Violante è uno esperto di sta roba, e non ho motivo di pensare che la sua posizione sul tema possa essere faziosa o strumentale.
Di conseguenza, su tutto il giro di discussioni sulla testimonianza di Spatuzza, e in mancanza di commenti più convincenti, la mia opinione è la sua:

"Tutte le dichiarazioni dei pentiti devono essere verificate dai magistrati: dove, come, quando, chi. Senza riscontri obiettivi non costituiscono prova."

venerdì 4 dicembre 2009

De-vi-mo-ri-re

Io non è che la so lunga, o faccio quello che.
Anzi, proprio non la so.
E su argomenti come questi, cerco di imparare da Beppe Grillo, cioè di pensare il contrario di quello che pensa lui.
Perchè io sono un cliente, un utente, e chi mi ha messo in mano sta macchina informatica qui, mica è scemo. E' uno che ha studiato e lavorato, fatto test e fatto le cinque del mattino, per realizzare il suo progetto. Che mica era uno solo, ma ormai ero partito al singolare.
E immagino che l'abbia pensata bene, con altri espertoni e competenti.
Se, addirittura, l'elemento in questione è ineliminabile, perchè se lo cancelli questo si ricrea da solo come certi mostri mitologici, allora la sua funzione è fondamentale.
Fondamentale, capito?
Senza, sei out.
Senza, non si combina una mazza.
Ok?
Ok.
Ma c'è comunque qualcosa che non va.
E se non sono scemi, se non sono incompetenti, allora verrebbe da concludere che alla Microsoft siano un branco di stronzi.
Ma siccome mi sento filantropo, sospendo il giudizio e chiedo un'ulteriore spiegazione: perchè esiste? Da dove viene, dove va? E perchè vive dopo la morte? Nico, tu che sei del ramo, come dicono gli adulti, sai dirmi qualcosa?
Perchè agli altri, quelli della mela e del design figo, una mostruosa, enorme, incommensurabile e infame stronzata come la cartella TEMP non è mica venuta in mente.

giovedì 3 dicembre 2009

Let's impeach the president (for being himself)

Ce l'ho con voi.
Non tanto, eh, era solo per trovare un incipit ad effetto.
Però un po' ce l'ho con voi.
Con voi che date addosso a Obama perchè ha mandato 30000 soldati in Afghanistan, ed esternate delusioni e disincanti, lamentando la pretesa uguaglianza fra Obama e Bush, e il presunto tradimento di una nuova pace mondiale e non è cambiato niente bla bla bla.
Ce l'ho con voi perchè bastava seguirlo con minima attenzione, Obama, per conoscere la posizione sua e del suo staff a proposito dell'Afghanistan.
Volendo fare i fighetti, bastava aver seguito la serie Tv The West Wing, e sentire da un personaggio l'ironica schematizzazione della differenza di linea fra democratici e repubblicani sulla gestione delle forze armate: i democratici vogliono un esercito leggero, e mandarlo in tutto il mondo; i repubblicani uno pesante, e lasciarlo a difendere i confini nazionali.
In due parole: nella storia degli USA, i democratici sono sempre stati (qui metteteci un "tendenzialmente" proporzionale alle obiezioni che stanno per venirvi in mente) più interventisti dei repubblicani.
Tornando a Obama, bastava leggere quello che aveva promesso, prima e dopo la sua elezione, per sapere che ha sempre avuto intenzione di andarci giù duro, in Afghanistan; che se fosse stato per lui altro che guerra in Irak (votò contro, a differenza di Hillary): si sarebbe direttamente aperto un distaccamento federale a Kabul con tanto di piatto negro nazionale, pollo fritto e canzoni di Irving Berlin in filodiffusione.
Ora che ha vinto le elezioni, il comandante in capo è lui, e mantiene le promesse grazie alle quali sta dove sta: robe da matti, vero?
Infine, per quel che può valere la mia opinione sull'Afghanistan, lui e il suo staff hanno solo ragione.

Ma non è questo il punto.
Premettendo l'ovvietà secondo cui Obama è come ogni altro presidente americano, e sul suo operato si può dire quel che si vuole, il punto è un altro.
E cioè che fra tutte le sottofazioni dei delusi e dei critici di Obama, la peggiore è quella che ha voluto crearsi l'idea parziale, modellata quasi esclusivamente sulle proprie speranze, insomma inesistente, di un'Obama artefatto, e oggi, sulla base di quella costruzione arbitraria e sghemba, esprime giudizi negativi a destra e manca.
Fessi quelli che con Obama il mondo cambia dalla notte al giorno, fessi e scemi quelli che si lamentano perchè l'alba dura il suo.

Intanto, nel mondo vero, la sensazione è che (non bastasse la sua presenza al vertice dell'istituzione politica più importante e influente del mondo) Obama stia cambiando piccole e grandi cose.
Rapporto con il mondo islamico, posizione sul conflitto arabo-israeliano, ricerca scientifica, primi risultati del pacchetto di stimoli, il discorsetto che ha fatto in Cina e l'ultimo intervento deciso sull'Afghanistan.
Poi aspettiamo il colpo della riforma sanitaria, ma mi sembra che su questi punti il cambiamento ci sia stato, e il suo peso specifico non è quello di una mosca, se si considera la profonda crisi economica (e di popolarità internazionale: l'America e il mondo andavano sempre meno d'accordo, quando governava quell'altro) che il presidente ha ereditato.
Fra l'agiografia e il contrasto ideologico passano diverse posizioni, ma a me sembra che le ragioni per vedere il bicchiere mezzo pieno siano parecchie.

mercoledì 2 dicembre 2009

L'inarrivabile capacità diplomatica dello zio che sgomma col gippone

Veramente, non faccio apposta.
E non sono uno di quelli che pur di dare addosso al Cav venderebbe sua madre.
Chi mi conosce lo sa, come direbbe Gioele Dix. O Alberto Tomba, tanto erano uguali.
L'idea, poi, di concentrare sul mio blog una serie di post esclusivamente contro il Cav e il suo governo mi dà fastidio: ce n'è a sbarcate, di cose su cui scrivere.
Veramente, non faccio apposta: cercherò di smettere.

Ma porcaputtana, oggi in Europa non è che ce ne sono tante. Le devi cercare bene, con un bel fiuto e una buona propensione politica.
Dittature, dico. In Europa, anno 2009 dell'era cristiana. Dittature non ce ne sono tante. Di quelle su cui proprio non si discute, dittature fatte a forma di dittature. Non è che ce ne sono tante. Togliamo la Russia, dai, che sulla Russia un po' di discussioni ci sono.
Tolta lei, dittature dittature dittature, ce n'è una.
La Bielorussia.
La Bielorussia, piccolo il mondo.
La Bielorussia è una dittatura fatta e finita. Brogli elettorali, parlamento fantoccio, partiti inesistenti, stampa imbavagliata eccetera.
Mica per caso, la Bielorussia si è guadagnata la definizione di ultima dittatura d'Europa, lo dice anche Google: e perdonate il link pirla, ma una sua rilevanza ce l'ha.

Ecco: ad Aleksandr Lukashenko, il gran mogol di questa dittatura, il Cav ha detto «Grazie anche alla sua gente, che so che la ama: e questo è dimostrato dai risultati delle elezioni che sono sotto gli occhi di tutti

Quello che dà fastidio, è che una dichiarazione così, uno se la cerca. Perchè va bene gli affari, va bene le menate energetiche e i buoni rapporti e il business is business.
Va bene. Abbiamo digerito Gheddafi e le sue tamarrate nel cuore di Roma per una settimana, ci sciroppiamo costantemente l'intimità con Putin, vuoi che non buttiamo giù pure Lukashenko?
Abbiamo il palato -e il fegato- allenato a ste cose, noi giovani di sinistra che le dittature ci fanno piuttosto cagare. Realismo, quindi. Poco spazio per le anime belle, pecunia non olet e gli affari li facciamo con chiunque: va bene. Cioè, non va bene, ma ci rendiamo conto che così possa andare.
Ma lui, che rappresenta una repubblica democratica nata sui disastri ereditati dal fascismo, non poteva glissare? Non poteva dire qualcos'altro? Non poteva girare intorno all'argomento come fanno (quasi) tutti i leader democratici in contesti diplomatici come quello? Non poteva, almeno, limitarsi alle solite frasi di circostanza e sfangarla così? Non poteva, in conclusione, evitare?

La risposta è: no, non poteva; è scemo così.

martedì 1 dicembre 2009

Questione di linea. Politica o telefonica, cambia poco

-Pronto?
-Pronto, Franco?
-Uè ciao, Gianni, tutto bene?
-Sì, sì. Senti, una cosa...
-Dimmi.
-Ho letto la tua ultima agenzia, dove dici del crocifisso sulla bandiera.
-Sì...
-Ecco, smentisci tutto.
-Come? E perchè?
-Intanto perchè te lo diciamo io e il tuo ministro ad interim.
-Il mio ministro ad interim? Ma cosa vuol dire?
-Che agli Esteri mica ci sei tu, ci sta Berlusconi. Tu ci metti la faccia e stai alle Maldive quando Putin fa lo stronzo in Georgia.
-Ah..
-Eh appunto. Comunque, quella roba lì la devi smentire, mi raccomando.
-Ma scusa, ma è una buona idea.
-Scusa un cazzo, ma possibile che fai confusione fra una croce e un crocifisso? Non sono mica la stessa cosa. Il crocifisso non ce l'ha nemmeno il Vaticano sulla bandiera, ti pare che ce lo mettiamo noi?
-Ma la Svizzera, la Norvegia, la Svezia...
-Croci, Franco, quelle sono croci, mica crocifissi. Ma porca...
-Ah, è vero.
-...
-...
-Mi raccomando, chiama il tuo ufficio stampa e sistema tutto che Silvio è un po' incazzato. Fini non l'ho ancora sentito, ma conoscendolo...
-Certo, certo... adesso chiamo e tutto a posto.
-Bravo.
-Ma pensa: croci, crocifisso...c'è differenza... non si finisce mai di imparare, eh Gianni?
-Sì, ciao.
-Ciao, stammi bene. Ah Gianni, per quella cosa a Bruxelles mi fai sapere qual è la linea? Gianni? Gianni? Cazzo è caduta la linea...