sabato 27 dicembre 2008

Fine anno, si sa, arrivano le classifiche

Qui c'è la pagina di un aggregatore molto quotato in USA che elenca una stringa infinita di liste divise per genere, e di ogni tipo.
Quelle musicali poi spopolano, chiaramente. Io mi limito a dire che dei dischi che ho ascoltato quest'anno mi sono piaciuti molto i Raconteurs, i Fleet Foxes e Ben Folds. Degli italiani i Baustelle e Jovanotti.
Dei classici che non conoscevo e che ho scoperto, senza dubbio Stevie Wonder.

giovedì 25 dicembre 2008

Canzoni per Natale/14

Mollo tutto richiamando il più bello, dei film che vengono trasmessi ogni Natale:



(Non preoccupatevi: questi post li ho scritti ieri e messi in programmazione oggi)
Ah, buon Natale!...

Canzoni per Natale/13

I Modena la buttano sul malinconico:

Canzoni per Natale/12

Il Boss fa macello:

martedì 23 dicembre 2008

Canzoni per Natale/8

Delle tradizioni, che per definizione si ripetono sempre uguali, e del Natale, che è qui un'altra volta, questo pezzo dei Beatles parla da solo:

Canzoni per Natale/7

Come gli sia venuta, sta canzone, a Paul McCartney, è un bel mistero. Ma alla lunga ci sta:

Canzoni per Natale/6

Classicone forse sopravvalutato, ma talmente famoso che chiunque, giustamente peraltro, se ne infischia di quel che ne penso:

sabato 20 dicembre 2008

Stampe rotte, eppur bisogna andare

L'anno scorso il quotidiano francese Libération ha voluto dire la sua a proposito dell'enorme e rapidissima diffusione dei giornali gratuiti (tipo Metro) distribuiti ormai ovunque, e l'ha fatto con un'idea straordinaria. Un giorno è uscito gratis con l'ultima pagina occupata dalla seguente scritta: Oggi Libération è gratis. Leggetelo, così scoprite perchè di solito ve lo facciamo pagare.

L'altro ieri anche il Manifesto se ne è inventata una, per protestare contro i tagli alla stampa previsti dalla finanziaria.
Ma temo che non gli sia andata proprio benissimo.

Canzoni per Natale/2

Aveva annunciato di voler dedicare un disco ad ogni stato federato americano, ne ha fatti due bellissimi e poi stop. Gliene mancano 48, e forse si è un po' perso per strada, ma lo perdoniamo per tanti motivi, fra i quali la notizia che questo Natale esce con una roba che si chiama Songs for Christmas Volume 8: Astral Inter Planet Space Captain Christmas Infinity Voyage. Era già uscito un paio di anni fa con un triplo natalizio, si vede che ci tiene molto.
Lui è Sufjan Stevens: cantautore per cui si stravede, da queste parti.


venerdì 19 dicembre 2008

Canzoni per Natale

Nel 1996 i Vandals fecero un bel disco sul Natale, dissacrandolo a modo loro. Questa qui sopra è una delle canzoni più belle, e parla di pestaggi e successive riconciliazioni.

P.S. Cercando info sul disco online, ho letto che nel 2004 i Vandals hanno tenuto un concerto in Irak, a Sadr, per le truppe americane di stanza laggiù. Sono stati piuttosto criticati dai fan, prevedibilmente, ma se ne sono sbattuti alla grande. Bravi.

mercoledì 17 dicembre 2008

Fiorivi, sfiorivano le viole

Sarà che passare il tempo cercando di capire come funziona Microsoft Access fa male al cervello; o che da mesi ormai detesto i luoghi comuni morettiani della minoranza dura, pura e onesta; o la forte repulsione per come (ripeto: come) vengono portate avanti certe pretese battaglie etiche da Beppegrillo in giù; o che semplicemente, e molto più probabilmente, mi sono rimbambito, ma secondo me quest'ondata di casini mediatico-giudiziari farà un gran bene al PD, a lungo andare.

[Update, un minuto dopo: la dovrei spiegare questa, lo so. Intanto lascio qui un binomio piuttosto martoriato, di sti tempi: ricambio generazionale. Poi ci sarebbero altre cose, ma sono più istintive che altro]

Una bella gara

Di questo post di Nico, non so se fa più ridere il contenuto o il link sponsorizzato del Corriere sulla destra della pagina.

venerdì 12 dicembre 2008

Nubi di ieri sul nostro domani odierno

Non fanno sorridere i titoli degli articoli di giornale che cominciano con la congiunzione e?
Cioè, parti dal nulla, devi ancora dare la notizia, ma già la coordini con qualcos'altro. Spesso con l'aria che tira. O con l'aria che si vuol raccontare. Un gioco ad aggiungere, all'insegna del come se non bastasse, c'è pure questa. La strategia, per quanto veicoli idee meno sostanziose di una meringa, funziona particolarmente bene con le cose di cronaca sensazionalistica, compatibili con il più duro a morire, fra i luoghi comuni: che tempi.
Questo giornalismo dell'e secondo me registra molto bene uno specifico atteggiamento di paura e diffidenza nei confronti della contemporaneità, che tradizionalmente si faceva spazio fra i più anziani, umanamente disorientati e talvolta ostili di fronte alle novità e al caro vecchio cambiamento delle cose: quand'ero giovane io...
Ora forse, sensazione mia, prende piede anche fra i più giovani. Sensazione mia, ripeto, ma sa un filo di cortocircuito. Penserocci e leggerocci qualcosa a proposito, se lo trovo.

(Dimenticavo la solita precisazione: tutte ste menate dopo aver letto una breve su Corriere.it che titola: E il generale schiaffeggiò il giornalista)

giovedì 11 dicembre 2008

Il mio paese governato male

E' una mossa grave e molto sbagliata di per sè, quella del Cav di chiudere il dialogo col PD su un lavoro importante come quello di riformare la costituzione. L'aggravante politica per la destra è la stessa di due anni fa: se la riforma passa con maggioranza assoluta poi dovrà essere confermata da un referendum popolare, che sarebbe stato evitato da eventuali voti favorevoli dell'opposizione.
Al di là di tutte le chiacchiere di Di Pietro e degli errori del PD, era ora di smetterla con le colossali baggianate della sinistra marxista-leninista e provare a unire il Paese, invece di dividerlo un'altra volta.

(Titolo del post preso da questo libro: letto così sembra un po' troppo apocalittico)

Obladì Obladà!

I dieci film preferiti di Steve Buscemi.

Good news from another star

Ci credo poco, che tornino con dischi belli come hanno saputo fare negli anni '90. Ma la notizia c'è, e fa sperare: Graham Coxon e Damon Albarn hanno fatto pace. I Blur sono riuniti. E beh, cose come Charmless man e Beetlebum ti vengono una volta nella vita, ma se anche scrivono due o tre canzoni belle come quella qui sotto è già ciccia che cola.

mercoledì 10 dicembre 2008

Dillo con un esempio

Viene spesso naturale, quando si è impegnati in qualche discussione, fare un esempio più o meno iperbolico e pertinente per spiegare quello che si intende dire. Solitamente però, un secondo dopo che si è concluso l'esempio, interviene una schiera di improvvisati filologi e studiosi di retorica in erba a dirti: eh, ma che esempio è? Da lì la discussione si sposta su 4 direttrici, tendenzialmente:

1. Controesempio, che a sua volta si potrebbe categorizzare, ma lasciam perdere: Cosa c'entrano i processi di Berlusconi? E' come se io dicessi che... (segue altro esempio che poi verrà comunque contestato)
2. Risposta divertita che, per confermare l'idea appena espressa, condivide anche quella (teoricamente deformante e ottusa) dell'esempio: A: a me le canzoni piacciono solo se c'è sperimentazione, se c'è qualcosa di nuovo. B: sì, ma è come dire che tutte le canzoni dei Green Day fanno cagare perchè non ci sono sperimentazioni e novità. A: infatti a me i Green Day fanno cagare
3. Molto raramente, e solo grazie ad interlocutori sobri e misurati, si ottiene una risposta sulla sostanza. Esempio a parte, secondo me così così cosà
4. Capita anche che l'esempio funzioni, e che da lì in poi si trovi un punto d'unione generale. Non mi viene l'esempio dell'esempio, ma ce ne sono.

Badate che io sono il primo della lista, a rompere sugli esempi. E anche a farne di contestati:

Nico: beh, ma David gnomo?
Geffe: no, ma David gnomo era una minchiata pazzesca: lo guardi da piccolo, poi cresci e capisci che andava bene per quell'età lì. Un po' come L'attimo fuggente: a 15 anni ti sembra un capolavoro, poi capisci che è un buon film, niente di più.
Nich (che era tuttavia d'accordo su David gnomo): no, ma che c'entra L'attimo fuggente? Che esempio è?

E così via.
Ho pensato a ste menate dopo aver letto quest'editoriale di Friedman che, tentando di sostenere la sua tesi su quanto il prestitone al mercato automobilistico potrebbe essere devastato dal successo di un alternativo modello di sviluppo in quel settore, ha scritto:

"La nostra sovvenzione a Detroit sarà ricordata come l'equivalente di aver investito miliardi di dollari dei contribuenti nel business dei cataloghi ordinabili via posta alla vigilia della nascita di eBay."

Errata corrige

L'articolo tradotto da Internazionale sulla scomparsa delle api era uscito sul Guardian.

Questioni culturali

Via Camillo, circa l'arresto del governatore dell'Illinois:

"Estratti delle intercettazioni telefoniche e ambientali saranno pubblicate domani (oggi sui siti internet), ma solo dopo che sono state depositate in tribunale e rese pubbliche dal procuratore che ha pure fatto una conferenza stampa. Insomma, a inchiesta conclusa."

martedì 9 dicembre 2008

Immaginate un mondo fatto di schermi

Quando l'ho visto qualche anno fa, mi è piaciuto molto. E' stato uno dei film che più mi ha fatto rivalutare l'opera di sua maestà Spielberg, che ai tempi un po' snobbavo. (Mi è successo anche coi Green Day, poi rinsavisco, son momenti.)
Ma oltre a tutte le speculazioni precog, ai software che ti mettono in galera, alle detenzioni declinate al futuro indicativo, oltre a Tommy che quando lo dirigono bene sa il fatto suo, una delle scene che più è rimasta di Minority Report è quella in cui Tommy tocca gli schermi dei computer nel suo ufficio e digitando sulla superficie, la modifica: apre tendine, chiude finestre, va in zoom sul lobo di un orecchio, controlla la presenza di ombre dietro gli angoli eccetera.
Dettaglio quanto vuoi, e figata pazzesca, dici. Ma la fantascienza è così, guarda lontano, pensi guardando il film al cinema 6 anni fa. Gente che si immagina cose che poi chissà quand'è che le vediamo, noi che Philip K. Dick è morto e io nemmeno ero nato.
Questa dello schermo la vedremo fra cinque anni, dice il Guardian.

Poi hai voglia a non valutare i dischi dalla copertina

lunedì 8 dicembre 2008

Stop that train: I'm leaving. I don't mind

Una delle cose che più mi aveva colpito qualche mese fa, quando montavano i casini Tibet-Cina-Olimpiadi, è stata la notizia della costruzione della linea ferroviaria Pechino-Lhasa. Un'opera pazzesca, una ferrovia lunga quasi 2000 Km (4000 se si conta la distanza da Pechino e non da Xining), per di più messa in piedi ad altitudini record (4000 m) e su terreni piuttosto proibitivi dal punto di vista edilizio, come il permafrost. Una roba da pazzi veri, ma nel senso buono.
Epperò le implicazioni politiche e il successivo fiume di polemiche hanno denunciato il graffio imperialistico cinese, volto a controllare la terra del Dalai Lama, sollecitando l'emigrazione dei tibetani nel resto del Paese e facilitando la presenza dell'esercito nazionale nell'altopiano.
Mi aveva fatto pensare, sta cosa, nella misura in cui spiega una cosa vecchia e ancora attuale: quanto il potere politico sia capace di confondersi col più tradizionale, splendente e positivo simbolo del progresso tecnologico dai tempi della rivoluzione industriale per farci i comodi suoi e gli abusi altrui.

Tutta sta menata sul treno per dire che è da poco uscito un libro, about it.

domenica 7 dicembre 2008

Poteri che?

Cose che non avrei voluto sentir dichiarare da un esponente del PD, a proposito di indagini giudiziarie e questioni morali:

«E' in atto un'offensiva contro il Pd da parte dei poteri forti di questo paese a cui il nostro partito dà fastidio: loro vorrebbero che tornasse a essere una cosa tipo ex dc ed ex pci»

sabato 6 dicembre 2008

I just wrote to say I love you. Post lunghi, quando parlo di PD. C'è che gli voglio bene. O: quel che succede quando saltano le partite di Puerto Rico

Quando l'anno scorso ci fu la polemica lavavetri al semaforo, vidi una puntata di Otto e mezzo in cui partecipava il sindaco di Firenze, Leonardo Domenici. Mi sembrò equilibrato, sveglio e competente. Da allora ho di lui un'ottima opinione, confermata nel momento in cui ho letto che si è presentato di sua iniziativa alla sede della procura di Firenze. E' stato interrogato per 4 ore, ha collaborato alle indagini su presunti reati commessi dalla giunta comunale nella realizzazione di alcuni progetti edilizi e poi se n'è andato. Impeccabile.
Oggi Domenici si è incatenato in segno di protesta contro l'articolo pubblicato dall'Espresso, in cui si racconta di diverse inchieste della magistratura che potrebbero trascinare il PD (sezione fiorentina inclusa) in pesanti scandali giudiziari.
Ecco, da qui è facile dirlo, ma Domenici ha fatto una cazzata, incatenandosi. Secondo me ha molto ragione riguardo alla sostanza della sua protesta, ma molto torto sul metodo scelto. E quando ci si muove su terreni di questo tipo, il metodo sposta la bilancia, quasi sempre.
Due cose, ancora.
Primo, qualcuno mi dovrebbe far conoscere quelli che la sinistra ha in mano tutti i giornali, ma solo dopo avermi presentato quelli che la sinistra è immanicata coi giudici. Giusto per capire se viviamo nello stesso mondo, o se dopo aver visto 2001: Odissea nello spazio all'Arcadia di Melzo nell'estate del 2002 sono effettivamente capitato a vivere in un'altra galassia.
Insomma, per fare un nome, vorrei far due chiacchiere col presidente del consiglio, il quale peraltro, come al solito puntuale su ste cose, ha dichiarato che nel PD esiste una questione morale. Che detto da uno con la sua biografia e dall'alto della sua carica istituzionale fa ridere, quando non è vigliacco.
Secondo, che biografia e carica istituzionale a parte, il Cav potrebbe aver ragione. E sull'argomento condivido le parole scritte ieri da uno dei migliori giovani del PD sul suo blog:

"...In tempi recenti avremmo assistito (non solo in Italia ma nelle democrazie contemporanee) a quel fenomeno che va sotto il nome di “statalizzazione dei partiti”. Tradotto significa che la politica (e chi la fa) sempre di più colloca la propria azione (e di conseguenza il proprio status e reddito) dentro il circuito delle istituzioni. Non fuori da esse. Se guardiamo alla nostra esperienza, tra le ricadute del fenomeno vi è una ricerca insistita di un ruolo dentro quella dimensione e a seguire una ferma volontà di non uscirne una volta entrati. L’effetto finale è una coazione a ripetere dove ai partiti spetta un ruolo via via residuale. Sulla carta selezionano (o dovrebbero selezionare) la classe dirigente (delle istituzioni appunto), ma nei fatti vedono sfuggirsi progressivamente questa prerogativa mentre il ceto politico (rigorosamente collocato ai diversi livelli istituzionali) concentra su di sé, nel bene e nel male, l’attenzione pubblica e l’esercizio più o meno esclusivo del potere. Se capisco bene questo riduce gli spazi per una circolazione del sangue (nel senso del ricambio di quel ceto) e finisce col rendere anche meno forti gli anticorpi nei confronti di possibili fenomeni degenerativi. In sintesi direi così: massimo rigore nel valutare i casi (soprattutto quando riguardano noialtri); principio del massimo garantismo ma distinzione tra quest’ultimo e la categoria dell’opportunità; definire una volta per tutte il modello di democrazia verso il quale tendiamo (che ruolo spetta ai partiti?) e su quella base fissazione di procedure e forme diverse dalle attuali per la selezione delle classi dirigenti (almeno per la politica). Non è facile, lo so. Ma avrebbe un senso."

Uno si chiede perchè solo adesso, si mette ad ascoltare Stevie Wonder

venerdì 5 dicembre 2008

Per non parlare di quello scemo di Kant

Si ripresenta il problema, per l'ultimo dei pirla titolare di questo blog, di scrivere e pubblicare un parere molto negativo sul lavoro di un esperto nel suo settore. C'è che ho letto Buona Maestra di Aldo Grasso e anche se sono d'accordo con la sua tesi di partenza non ho apprezzato per nulla lo spirito acritico con cui l'ha scritto, la forzatura di molti passaggi e la faciloneria con cui scarrella decine di serie tv mescolandole con la mano pesante.

Condivido, infatti

Se l'intestazione del tuo blog cita la mitica battuta di Groucho Marx, non puoi non condividere la scelta (e la logica che la motiva) di Elio e le storie tese di rifiutare l'ambrogino d'oro.

E l'uomo dell'anno è senz'altro Obama

Bello, ma non così bello secondo me, The Dark Knight ha strappato il primo posto a Gomorra nella classifica di Time sui migliori film del 2008.
P.S. Fa piacere la presenza nei primi posti de Il petroliere, grande film di cui si è parlato un po' poco.

giovedì 4 dicembre 2008

Sempre en France

Libération racconta di un dibattito in corso in Francia sulla possibilità di attribuire responsabilità penale ai cittadini che hanno compiuto 12 anni. (C'è dibattito perchè il ministro della giustizia ha incaricato una commissione di lavorare su queste cose: spesso sembra che i dibattiti spuntino col nuovo giro dei gratta&vinci)
Il ministro della giustizia pensa che c'è "du bon sens" nella proposta, la quale ovviamente non prevede solo la prigione, come pena comminabile. I sindacati dei magistrati dicono che quasi ovunque in Europa l'età minima per la detenzione è 14 anni, aggiungendo che una simile proposta rivela una concezione reazionaria e repressiva della gioventù.
Qui e qui le proposte che stanno emergendo dai lavori della commissione.

Due cose

Da Les Inrockuptibles:
Marky Ramone chiude la polemica su Joey, Johnny e le loro opinioni politiche. I Radiohead girano la loro playlist del momento: 16 canzoni, mai sentita nemmeno una.

mercoledì 3 dicembre 2008

In cosa non t'imbatti cazzeggiando su Youtube

E finalmente scopro anche cosa diceva davvero, invece di "A nichi bombonnea"

Informer, you no say daddy me snow me I'll go blame,
A licky boom boom down.
Detective mon said daddy me snow me stab someone down the lane,
A licky boom boom down.
Informer, you no say daddy me snow me I'll go blame,
A licky boom boom down.
Detective mon said daddy me snow me stab someone down the lane,
A licky boom boom down.

Ice music: non si butta via niente

Un pezzo alla volta

Se avesse argomentato questa sensata dichiarazione dicendo "perchè dev'essere il giornalismo a controllare la politica, non la politica a controllare il giornalismo con dei salti carpiati istituzional-partitici" avrei scritto un intero post di applausi a Di Pietro.
Invece quasi.

martedì 2 dicembre 2008

A est dell'India

Si muove molto anche il cielo sotto la Thailandia, nel frattempo:

La corte costituzionale thailandese ha fatto martedì quello che i manifestanti hanno cercato di fare per mesi - rovesciare il governo. La corte ha sentenziato lo scioglimento del partito di maggioranza e due dei suoi alleati a seguito di una frode elettorale, e l'allontanamento dalla politica di diversi suoi protagonisti, incluso il primo ministro. I gruppi anti-governo hanno risposto dicendo che libereranno il blocco dell'aereoporto internazionale di Bangkok e altri di cui hanno forzato la chiusura. Ma la crisi politica è lontana dall'essere esaurita.

Quasi un genio

El vals de l'actor

Sean Penn, Christopher Hitchens e uno storico americano sono andati a trovare Chavez e Castro in Venezuela. Uno dei giornali più a sinistra in USA, The Nation, ha messo online una lunga anticipazione del racconto scritta dall'attore. Ne ho letto solo un pezzo ma merita.

lunedì 1 dicembre 2008

!

Pare che Milk, l'ultimo film di Gus Van Sant, sia qualcosa da vedere: ne parlano bene ovunque mi giro.

Noi non siamo l'India

Per rivisitare il titolo dell'ultimo post di Rampini.

If I were a flower growin' wild and free, all I want is you to be my sweet honey bee

Quest'estate Internazionale aveva tradotto un articolo bellissimo che raccontava la grande crisi nel settore alimentare dolciario americano, causato dall'assenza di api pronte a impollinare i fiori dei mandorli.
Ieri Report è in parte tornato sulla questione, dedicando la puntata al prezzo dei cibi e alla mancanza di api in Italia, stavolta. Qui il video.