giovedì 24 giugno 2010

Ma chi cazzo è, questo Vittek che gioca per la Slovacchia?

-Ma li hai visti i sorteggi?
-Sì, sì... minchia che culo.
-
Davvero, mi sa che è il girone più scarso. Se non passiamo qui..
-Ma figurati, vuoi che non battiamo almeno Nuova Zelanda e Slovacchia? Va bene che questa nazionale è quello che è, però...
-
Sì, poi abbiamo degli incastri favorevoli. Sta a vedere che arriviamo ai quarti come niente e poi ce la giochiamo ancora.
-Vediamo, dai. Comunque se non passiamo è uno scandalo.
-
Comunque sì.

Abbiamo fatto pena, ma pena veramente e il c.t. qualche responsabilità ce l'ha senz'altro. In due anni, non ha cercato di costruire un gruppo che mescolasse qualche reduce del 2006 e qualche giovane su cui investire nei prossimi anni, prediligendo la ballotta di 4 anni fa agli sbarbati attuali, infilando un Pepe qui e un Criscito là senza la debita preparazione.
Già la sento l'obiezione: e chi sarebbero, questi sbarbati? Risposta uno: Mario Balotelli. Risposta due, che mi rendo conto sia poco italiana e poco da barsport, ma insomma: non lo so chi sarebbero questi giovani, non lo so; non lo so perchè non è il mio mestiere saperlo. Avrebbe dovuto essere il mestiere del c.t.
Detto questo, per quanto io sia interista e lui mi stia sulle palle e fra questi due elementi ci sia una relazione strettissima, con Lippi un mondiale l'abbiamo vinto. Era 4 anni fa, più o meno, ne sono certo. Non so se vi ricordate la gioia, le urla, le emozioni, gli abbracci, i cori, la festa, i White Stripes, i bagni nelle fontane pubbliche, le quattrodelmattino, la battuta secondo cui adesso che governa la sinistra (sic!), Napolitano che ride forte, Oddo tatticamentepessimi sbronzo, la gioia, la gioia e la gioia. Ecco, di quella festa lì, collettiva e straripante e liberatoria, Marcello Lippi è stato uno dei massimi protagonisti.
Da oggi, la nostra vita di tifosi della nazionale si separa per sempre dalle sue attività professionali. Tutto sommato, secondo me quelle gioie là superano di molto le delusioni e le arrabbiature qui: per questo, dovremmo ringraziarlo, e anche tanto.

lunedì 21 giugno 2010

Scuse alla ventina scarsa di lettori fortissimi/3

Nelle prossime dieci settimane, corro dietro alle solite decine di pischelli per guadagnar due lire.
A settembre, o forse chi lo sa.

martedì 15 giugno 2010

Le vite degli altri, e i cazzi nostri

Comunque, al di là della mia favorevolissima posizione sul divieto della pubblicazione letterale delle intercettazioni, e al di là della mia scarsissima conoscenza su quel che dice il resto della legge, comunque, dicevo, che al Fatto pensino di formulare uno slogan cretino e disgustoso come E adesso intercettateci tutti senza che a sinistra non li si prenda a pesci in faccia e anzi si condivida in toto la battaglia mi fa molto pensare sulla retrocessione della sinistra stessa su alcuni temi fondamentali della vita collettiva.
Robetta come libertà personale, libertà d'informazione e possibilità d'intervento da parte dei poteri dello stato nella sacrosanta riservatezza dei nostri stragrancazzi privati.
Cosa diamine significa "E adesso intercettateci tutti"?
E adesso intercettate chi ritenete di dover intercettare, perdio, e in ragione di sospetti solidi e indagini sostanziose. E fateci il piacere di non arrotondare lo stipendio girando trascrizioni esclusive alle redazioni di qualche giornale, già che ci siete.
Io non voglio essere intercettato, e non ho niente da nascondere, e non voglio che qualcuno possa leggere lettera per lettera il contenuto delle mie telefonate comprando il giornale giù all'edicola.
Certo, non voglio essere intercettato anche se non ho niente da nascondere, perchè guardate un po', è un mio diritto non essere intercettato, e gradirei che le eventuali deroghe a questo mio diritto siano motivate, molto motivate, dalle autorità competenti.
Nel caso in cui lo fossero, amici come prima.
Altrimenti, al diavolo, e tutti a rileggersi Orwell che fa solo bene.

venerdì 11 giugno 2010

Esclusa l'Italia, io spero che li vinca il Brasile, come sempre

Buongiorno, ben svegliati.
Oggi, nel mondo in cui ci capita di vivere, inizia la più grande manifestazione internazionale che si conosca. E' una manifestazione sportiva, è una manifestazione televisiva. E' caratterizzata dallo slancio di apertura globale di uno sport, il calcio, che spalanca i portoni delle sue messe cantate del rione a contrade affollate di persone che, rispetto al mondo del pallone, ogni tre anni e undici mesi smettono di essere estranee, indifferenti, avulse, distaccate e fredde; non sono più persone che io il calcio non lo seguo, non sono più nonni, ragazze, cittadini americani e editorialisti di Repubblica che si reinventano poesia pallonara un tanto all'ora per scrivere qualche articolo di terza.
Sono partecipanti di una manifestazione che tira dentro chiunque, che è gigante e complessa, in cui girano sbarcate di quattrini, tanta retorica, parecchie zanzare e ancor più bevande ghiacciate.
Poi, a finale conclusa, dopo che gli amplificatori dello stadio avranno passato il solito pezzo dei Queen, ognuno di questi convertiti tornerà alle sue faccende private, ma nel frattempo l'effetto prodotto da questa massa di convertiti temporanei produce un approccio che per chi è normalmente appassionato di calcio è sintetizzabile così, ironicamente:

"Guarda hanno segnato ancora! Ah no, è il replay"
"Ma il calcio d'angolo lo batte chi attacca o chi si difende?
"
"Ma noi quali siamo?"
"Perché non ha convocato Cassano?"
"Perché i gol in trasferta valgono doppio?"
"Cos'è il fuorigioco?"
"Toldo non gioca?"

"Perché la Cina non partecipa?"
"Quanto dura l'intervallo? Porto in sala i primi?"
"Quello lì si tromba la Seredova?"
"Oggi Cambrotta mi sembra proprio in forma."

Al di là di questo, e anzi forse anche grazie a questo, i mondiali di calcio sono una figata totale, perchè rappresentano automaticamente, con qualche immancabile eccezione, l'eccellenza planetaria in una particolare attività umana. Essendo in questo caso una roba simbolica e appassionante come il calcio, ci sarà da stare allegri.
Buon divertimento.

giovedì 10 giugno 2010

Editti americani

Da vecchio lettore del blog di Christian Rocca, avevo letto di alcune scopiazzature fatte da Luttazzi nei suoi show. Non so perchè, ma non avevo attribuito a quelle segnalazioni grandi significati.
Adesso, però, circola molto per la rete un video di 40 minuti, che documenta molto precisamente le diverse "citazioni" fatte dal comico, quasi sempre attingendo da genialoidi americani come George Carlin o Bill Hicks.
Immagino che il mondo della comicità e della satira si nutra molto, di rielaborazioni e recuperi di cose fatte in passato: ma rielaborazione di tempi, toni, temi, capacità di ritmo e orientamento culturale. Nel documento linkato qui sopra, alcune cose sono ripetute pari pari.
Questo non toglie a Luttazzi tutte le sue bravure, ma parecchie, purtroppo, sì.
Qui un estratto.

ps: leggo sul suo blog che Luttazzi ha spiegato la cosa, qui, qui e qui. Il mio parere sulla sua risposta è "bah."

Chi si ricorda di Tofting?

Uno degli elementi collaterali più gustosi dei mondiali di calcio (e anche degli europei) è sempre stato ascoltare le radiocronache della Gialappa's.
Va bene che in Tv sono sempre meno divertenti ed efficaci, ma quella roba qui -raccontare il calcio con toni ondeggianti fra il rompipalle, l'ironico e il competente- se la sono inventata loro, e la fanno bene come nessun altro (Catersport e Radio Popolare, per dire).
E però, siccome alla RAI ci sono brutte persone -hanno segato pure Dispenser, gli sciagurati- la Gialappa's non avrà il suo spazio di cronaca.
Fortuna che ci ha pensato RTL, a dare loro cuffie e microfono.

martedì 8 giugno 2010

25 su 64

Le partite dei mondiali che la RAI trasmetterà. Per gli impallinati che non hanno SKY, c'è lo streaming, informazioni qui.