Non so voi, ma io ho non mai avuto grandi e particolari ricordi dei veglioni di capodanno. Ho trascorso veglioni divertenti, veglioni sfasciati, veglioni storti e veglioni piacevoli. Veglioni un po' di tutti i tipi, ma difficilmente veglioni memorabili di per sè.
Questo veglione appena trascorso, nonostante una mia personale insofferenza per feste ufficiali e piene di piccole e barbose tradizioni, ha avuto un paio di momenti onestamente spassosi, incredibili.
La cosa ancora più incredibile è che questi momenti si sono concretizzati nella fase di parabola decrescente della festa, quando solitamente sonno e stanchezza iniziano ad avere la meglio. Stavolta, invece, anche grazie a un benvenuto mega-spuntino a base di polpette di carne, patate al forno e bevande varie, dopo le 4 del mattino ha preso piede un pezzo di festa nuovo, e in qualche modo autonomo da quello precedente.
Un pezzo di festa nuovo e assai, assai gustoso.
Buona parte del merito, impossibile negarlo, è della prova del nichilista, la cui inclinazione alla trasgressione e alla goliardia ha prodotto situazioni di notevole euforia collettiva.
Per dirla più facile, lui faceva l'asino a livelli fiammeggianti e noi -i soliti encomiabili giapponesi, i sopravvissuti delle 7 del mattino- ridevamo fino al mal di pancia. Era davvero molto tempo che non mi divertivo così tanto.
Una delle parentesi -non la più divertente, ma la più rilevante compatibilmente a questo post- e forse l'ultima appartenente a un contesto di chiacchierata fra amici, è stata quella relativa allo sbiancamento anale. Inutile ricorrere a introduzioni e premesse: sappiate che fra di noi c'è un amichetto appassionato di (si dirà così?) cultura porno, e che ogni tanto divulga a noialtri profani parte del materiale che frequenta online. L'altra sera, è stata la volta dello sbiancamento anale, pratica a cui ricorrono soprattutto attrici porno, principalmente per ragioni di tipo estetico.
Nel corso della chiacchierata, si è posta una questione che non siamo più riusciti a dirimere. Un tema di dibattito scivoloso ed enigmatico, alla risoluzione del quale, a causa delle nostre compromesse facoltà mentali, eravamo automaticamente sottratti. Tema di dibattito che riassumerei con le seguenti parole: ma perché la pelle attorno al buco del culo è così scura?
Subito, si sono formate due scuole di pensiero schematizzabili in questo modo:
1. Per via del fatto che ci passano chili e chili di merda, nel corso degli anni.
2. Non necessariamente ed esclusivamente per via del fatto che ci passano chili e chili di merda, nel corso degli anni.
Io ho da subito parteggiato per la seconda scuola, proponendo anche una discreta argomentazione: pure lo scroto è mediamente più scuro del resto della pelle, ma mica ci passano chili e chili di merda (vero?). Ci saranno altre cause, vai a sapere quali, ma ci saranno. E comunque l'idea che chiunque -chiunque- si porti addosso un accumulato e irrimosso residuo di feci, tutti i giorni e come se niente fosse, mi sembra decisamente strampalata oltre che poco lusinghiera nei confronti della specie umana.
L'altro giorno, un primo tentativo di risolvere il problema è stato il ricorso al voto per alzata di mano. Il criterio adottato era effettivamente ineccepibile: dato che non c'era modo di rispondere alla domanda sulla base di verifiche o conoscenze consolidate, abbiamo pensato di sceglierlo noi, quel motivo. Per alzata di mano.
In quel momento, tuttavia, noialtri giapponesi eravamo dieci, e votando ci siamo scoperti divisi in due metà identiche.
Poi la faccenda si è spenta nello stesso modo in cui è nata, e noi ci siamo messi a fare altro.
Io però sono il solito rompipalle e ho cercato un po' d'informazioni online.
Difficile venire a capo della cosa in modo definitivo, ma abbastanza facile affermare che la teoria numero 1 è metaforicamente molto simile alla causa materiale che individua nel tentativo di spiegare la pigmentazione della pelle dalle parti dell'ano. Insomma è una cagata.
Come dicevo però, online non si trovano documentazioni solide e diffusamente argomentate. Da quel che ho letto, penso di poter mettere insieme i pezzi di informazioni e sintetizzare quanto segue.
Punto di partenza: dalle parti dell'ano si concentra una maggiore percentuale di melanociti, le cellule epidermiche che contengono melanina.
Effetto: pelle più scura. E fin qui ci siamo. Ora rimane da capire per quali motivi ci siano più melanociti.
Intanto, c'è da dire che quelle parti del corpo umano presentano un'alta densità di vasi sanguigni e quindi d'innervazioni nervose, che si sono avvicinate alla superficie dermica, assottigliandola per incrementarne la sensibilità. Al di là dei significati di questa caratteristica nelle logiche di riproduzione della specie, più melanociti e meno pelle provocano una più intensa pigmentazione dei lembi di pelle umana circostanti.
A proposito di riproduzione della specie, pare che Darwin spiegasse la colorazione del büs del gnao appoggiandosi alla sua teoria evoluzionista. Quando si camminava con la schiena storta, alla zona pelvica -maggiormente visibile ed esposta di quanto sia oggi, scusate l'ovvietà- era delegato il compito di attrarre individui dell'altro sesso. E naturalmente si attrae in modo più efficace, per mezzo di un contrasto di colorazione.
La cosa ancora più incredibile è che questi momenti si sono concretizzati nella fase di parabola decrescente della festa, quando solitamente sonno e stanchezza iniziano ad avere la meglio. Stavolta, invece, anche grazie a un benvenuto mega-spuntino a base di polpette di carne, patate al forno e bevande varie, dopo le 4 del mattino ha preso piede un pezzo di festa nuovo, e in qualche modo autonomo da quello precedente.
Un pezzo di festa nuovo e assai, assai gustoso.
Buona parte del merito, impossibile negarlo, è della prova del nichilista, la cui inclinazione alla trasgressione e alla goliardia ha prodotto situazioni di notevole euforia collettiva.
Per dirla più facile, lui faceva l'asino a livelli fiammeggianti e noi -i soliti encomiabili giapponesi, i sopravvissuti delle 7 del mattino- ridevamo fino al mal di pancia. Era davvero molto tempo che non mi divertivo così tanto.
Una delle parentesi -non la più divertente, ma la più rilevante compatibilmente a questo post- e forse l'ultima appartenente a un contesto di chiacchierata fra amici, è stata quella relativa allo sbiancamento anale. Inutile ricorrere a introduzioni e premesse: sappiate che fra di noi c'è un amichetto appassionato di (si dirà così?) cultura porno, e che ogni tanto divulga a noialtri profani parte del materiale che frequenta online. L'altra sera, è stata la volta dello sbiancamento anale, pratica a cui ricorrono soprattutto attrici porno, principalmente per ragioni di tipo estetico.
Nel corso della chiacchierata, si è posta una questione che non siamo più riusciti a dirimere. Un tema di dibattito scivoloso ed enigmatico, alla risoluzione del quale, a causa delle nostre compromesse facoltà mentali, eravamo automaticamente sottratti. Tema di dibattito che riassumerei con le seguenti parole: ma perché la pelle attorno al buco del culo è così scura?
Subito, si sono formate due scuole di pensiero schematizzabili in questo modo:
1. Per via del fatto che ci passano chili e chili di merda, nel corso degli anni.
2. Non necessariamente ed esclusivamente per via del fatto che ci passano chili e chili di merda, nel corso degli anni.
Io ho da subito parteggiato per la seconda scuola, proponendo anche una discreta argomentazione: pure lo scroto è mediamente più scuro del resto della pelle, ma mica ci passano chili e chili di merda (vero?). Ci saranno altre cause, vai a sapere quali, ma ci saranno. E comunque l'idea che chiunque -chiunque- si porti addosso un accumulato e irrimosso residuo di feci, tutti i giorni e come se niente fosse, mi sembra decisamente strampalata oltre che poco lusinghiera nei confronti della specie umana.
L'altro giorno, un primo tentativo di risolvere il problema è stato il ricorso al voto per alzata di mano. Il criterio adottato era effettivamente ineccepibile: dato che non c'era modo di rispondere alla domanda sulla base di verifiche o conoscenze consolidate, abbiamo pensato di sceglierlo noi, quel motivo. Per alzata di mano.
In quel momento, tuttavia, noialtri giapponesi eravamo dieci, e votando ci siamo scoperti divisi in due metà identiche.
Poi la faccenda si è spenta nello stesso modo in cui è nata, e noi ci siamo messi a fare altro.
Io però sono il solito rompipalle e ho cercato un po' d'informazioni online.
Difficile venire a capo della cosa in modo definitivo, ma abbastanza facile affermare che la teoria numero 1 è metaforicamente molto simile alla causa materiale che individua nel tentativo di spiegare la pigmentazione della pelle dalle parti dell'ano. Insomma è una cagata.
Come dicevo però, online non si trovano documentazioni solide e diffusamente argomentate. Da quel che ho letto, penso di poter mettere insieme i pezzi di informazioni e sintetizzare quanto segue.
Punto di partenza: dalle parti dell'ano si concentra una maggiore percentuale di melanociti, le cellule epidermiche che contengono melanina.
Effetto: pelle più scura. E fin qui ci siamo. Ora rimane da capire per quali motivi ci siano più melanociti.
Intanto, c'è da dire che quelle parti del corpo umano presentano un'alta densità di vasi sanguigni e quindi d'innervazioni nervose, che si sono avvicinate alla superficie dermica, assottigliandola per incrementarne la sensibilità. Al di là dei significati di questa caratteristica nelle logiche di riproduzione della specie, più melanociti e meno pelle provocano una più intensa pigmentazione dei lembi di pelle umana circostanti.
A proposito di riproduzione della specie, pare che Darwin spiegasse la colorazione del büs del gnao appoggiandosi alla sua teoria evoluzionista. Quando si camminava con la schiena storta, alla zona pelvica -maggiormente visibile ed esposta di quanto sia oggi, scusate l'ovvietà- era delegato il compito di attrarre individui dell'altro sesso. E naturalmente si attrae in modo più efficace, per mezzo di un contrasto di colorazione.
Di natura analoga sono le idee di un altro testo in cui mi sono imbattuto durante le ricerche. La scimmia nuda di Desmond Morris, un etologo che ha studiato l'uomo enfatizzando le sopravvissute analogie che presenta con il mondo degli animali in generale e quello dei primati in particolare. E Morris ipotizza che l'ingrandimento delle dimensioni del seno femminile nel corso del processo evolutivo sia spiegabile proprio in ragione della conquista della posizione eretta, che tra le altre cose ha tolto al bacino l'importanza relazionale di cui prima disponeva. A quel punto, per via della posizione eretta, la maggior parte dei rapporti personali s'intratteneva faccia a faccia. Da qui la necessità -che in questi ambiti è sempre accompagnata al caso- di evidenziare forma e struttura del petto.
Insomma, se tanto mi dà tanto fra qualche dozzina di migliaia d'anni, grazie all'adattamento evolutivo, avremo tutti il culetto di un bel rosa in tinta col resto del nostro corpo.
Nel frattempo, per chi vuole, c'è lo sbiancamento anale, appunto.
Ora scusate ma devo eliminare dalla cronologia del browser una considerevole quantità di link ammassatisi durante la ricerca, altrimenti rischio di rimediare una quantità epica di figuracce e imbarazzi difficilmente risolvibili.
Insomma, se tanto mi dà tanto fra qualche dozzina di migliaia d'anni, grazie all'adattamento evolutivo, avremo tutti il culetto di un bel rosa in tinta col resto del nostro corpo.
Nel frattempo, per chi vuole, c'è lo sbiancamento anale, appunto.
Ora scusate ma devo eliminare dalla cronologia del browser una considerevole quantità di link ammassatisi durante la ricerca, altrimenti rischio di rimediare una quantità epica di figuracce e imbarazzi difficilmente risolvibili.
2 commenti:
"la teoria numero 1 è metaforicamente molto simile alla causa materiale che individua nel tentativo di spiegare la pigmentazione della pelle dalle parti dell'ano. Insomma è una cagata"...grande frase!
Ogni tanto capita. Grz.
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