Vorrei stare qui a dire quanto mi è venuto in antipatia il pacifismo ideologico e oltranzista tipico dell'estrema sinistra, e talvolta strumentalmente cavalcato dall'estrema destra più ributtante.
Vorrei stare qui a scrivere di quanto sia ridicola, miope e dogmatica la posizione dei pacifisti "senza se e senza ma".
Vorrei parlare di quanto sia stupido rivendicare con orgoglio una posizione che si dice priva di dubbi e di ipotesi in un tema che invece è incasinato, sfuggente, molteplice e per forza di cose mai uguale a se stesso.
Vorrei valorizzare, inoltre, l'importanza di avere dubbi e di farsi domande, di essere consapevoli che qualsiasi posizione definitiva e di principio, in questo caso, è di per sè limitata e poco credibile.
Vorrei dire due parole sul fatto che certe volte diplomazia e dialogo non funzionano, spesso a causa di cattive intenzioni di una delle due parti in causa.
Vorrei far notare che prima della risoluzione ONU, in Libia, mica c'era la pace. C'era un dittatore maledetto e disgustoso che tirava bombe in testa a sudditi che maltratta da una quarantina d'anni. E quel dittatore, dopo aver preso il controllo di una città che per qualche giorno è stata nelle mani del gruppo ribelle, minacciava di fare carne da macello di ulteriori sudditi colpevoli -secondo lui- di aver protestato con in testa l'obiettivo di avere una vita migliore.
Vorrei aggiungere che queste minacce, purtroppo, erano piuttosto credibili, e configuravano il pericolo di un'emergenza umanitaria. O di un massacro di innocenti, per dirla in poche parole.
Vorrei scrivere anche altre cose, ma ieri Cohn-Bendit e oggi Massimo D'Alema hanno sintetizzato il mio pensiero nel migliore dei modi, e quindi copincollo quello che hanno detto loro:
«Chi scende in piazza contro la missione internazionale di fatto non è neutrale, bensì con Gheddafi. Perché niente cortei quando Gheddafi massacrava il suo popolo? [...] In Italia vedo appelli a protestare mossi dall’ossessione assoluta e accecante della mitica lotta contro l’imperialismo americano. Come fa Vendola a dire né con Gheddafi né con le bombe?»«Io non sono pacifista. Sono per la libertà, la democrazia e i diritti umani»
6 commenti:
Sono d'accordissimo.
Mi spiace ammetterlo , ma ha ragione D'Alema...
Mi fa piacere che condividiate.
D'accordo, quindi facciamo della "libertà" (?) della "democrazia" (???) e dei "diritti umani" (prrrrttt) quello che i pacifisti fanno della "pace" (prrrrrrrrttttttzzz). Se l'italia si preoccupava veramente dell'incolumità dei cittadini libici doveva entrare in guerra per aiutare Geddafi -un alleato- non per aiutare a farlo cadere per far salire al potere non si sa troppo chi. La retorica sulle dittature e i massacri di civili non è tanto differente dalla retorica sulla pace. Quali civili? Buona parte dell'esercito continua a sparare su Misurata, quindi qualcuno a favore del dittatore deve ancora esserci. Quale dittatore? buona parte dei "dirigenti" ribelli viene dall'entourage di Geddafi. L'Italia ha tradito una alleato per uniformarsi ad un discorso occidentale interessato a far prendere il potere ad una classe dirigente che partisse in debito con il mondo occidentale (vedi discorso francese). Giusto, sbagliato? non lo so, ma se i trattati d'amicizia non sono carta straccia, l'Italia non doveva entrare in guerra, ma al contrario aiutare Geddafi a sedare la rivolta. Il resto è retorica dei "diritti umani" (prrrrrtttt). Saluti
Non so neanche da che parte cominciare. Quindi comincio dalla fine, e ci rimango: commentare non è obbligatorio.
Nel trattato d'amicizia c'era scritto di soprassedere a dei comportamenti criminali verso un popolo?
E aggiungo che quando il caro Gheddi è sceso dall'aereo a Roma con appuntata sul petto la foto di un patriota libico fatto prigioniero dagli italiani durante l'occupazione coloniale in seguito alla guerra del 1912 in Cirenaica (tra l'altra guerra combattuta contro l'impero Ottomano e non contro il popolo libico), fossi stato in Berlusconi, l'avrei ricacciato a casa a pedate nel sedere.
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