Qualche tempo fa, ho scritto una cosa su Antonio Scurati e su quelli che mi sembrano grossi punti deboli della sua attività d'intellettuale. Il punto di quel post è il seguente: preferisco scrittori e intellettuali che prendono spunto dal racconto di cose piccole e semplici, intime e puntiformi e che dalla riflessione su quei piccoli mondi da cameretta facciano scaturire significati invece profondi, condivisi, nobili, veri.
Niente di originale, niente che non abbia già detto Amleto a Orazio, quella volta:
Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia.
Ieri sera, su Rai3, Alessandro Baricco ha tradotto in un'esibizione formidabile il mio punto di vista. Novantasei minuti d'applausi.
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