Fra le tante storie di Topolino lette da me medesimo in versione pinella, ce n'è stata una di cui vi voglio parlare un po'. Cominciava con la delusione di Pippo che, dopo essersi organizzato per fare un pic-nic in campagna, si trovava invece costretto a rinunciare a causa del maltempo. Seccato e un po' imbruttito dal colpo di sfortuna che gli aveva rovinato la giornata, il cane smilzo se ne andò a dormire desiderando fortemente di poter disporre del governo personale degli andamenti climatici tutti.
E visto che Propp non era un cretino, durante la notte il nostro eroe dal muso lungo ricevette in dono da un aiutante (il dio del tempo: lodevole manifestazione di un'inclinazione politeista dell'albo) esattamente quello che aveva desiderato. Grazie a un anello o a uno scettro o vattelapesca, il mammifero dalle scarpe gialle divenne titolare dell'esorbitante potere di decidere le evoluzioni meteorologiche relative alla sua esistenza. Alla semplice espressione del desiderio, sarebbe corrisposta successivamente, in tutta la sua potenza, l'incontrovertibile realtà dei fatti. Naturalmente, la cosa avrebbe dovuto restare segreta a chiunque.
Tutto preso da entusiasmi facili e intensi, il simpatico dentone sperimentò inizialmente una specie di delirio d'onnipotenza: se aveva troppo caldo faceva nevicare, se non voleva uscire di casa scatenava il diluvio, se aveva voglia di una passeggiata comandava un bel sole e una brezza piacevole. Tutto lineare, semplice, bello come sembra e buono come deve. Che sarà mai.
Quello di cui il canide dalle lunghe orecchie ancora non era consapevole e che al tempo stesso stava per sperimentare, tuttavia, è che da grandi poteri derivano grandi responsabilità. E poteri significa poteri, e responsabilità significa responsabilità. E così, dopo aver ascoltato una lamentela del suo socio Topolino dovuta al vento eccessivo, annullò immediatamente la corrente d'aria. In quella arrivò Orazio: lui sperava in un bell'acquazzone benefico per le verdure del suo orto. Senza dire nulla il cugino di Indiana Pipps lo accontentò, e dopo qualche secondo non poté fare a meno di udire Minni lamentarsi: aveva steso i panni da pochi minuti e ora li doveva ritirare per via dell'acqua. Dopo una serie di combinazioni incasinate come questa, l'alter ego di Superpippo non se la sentì più di proseguire. Tenere insieme le volontà di tutti era troppo difficile, le variabili in gioco gli scappavano continuamente di mano. Il dio del tempo allora tornò da lui, si riprese l'oggetto magico, salutò l'animale con un meritato Te l'avevo detto e tornò a fare il suo lavoro. Oggi, per esempio, ha rovinato il carnevale a un bel po' di ragazzini in Lombardia. Certi musi lunghi.
Avete capito l'antifona, già.
La vicenda insegnò al quadrupede antropomorfo -e pure ai giovani lettori dell'albo, si spera- che il mondo non è fatto a forma di un singolo individuo, non è un posto montabile e smontabile a piacimento come se fosse didò, che i nostri desideri non sono l'unica bussola di riferimento di cui tenere conto, che le convinzioni categoriche possono portarci fuori strada quando sono innescate da rabbia e frustrazione, che ci sono anche gli altri là fuori, che le cose sono complesse, che la società si muove contortamente per intenzioni e speranze divergenti, articolate, contraddittorie.
Ogni tanto, dai che sono arrivato al punto, Beppe Grillo e i suoi sostenitori mi sembrano lui, Pippo. Al Monte dei Paschi han fatto casino? Fondiamo una banca di stato. I sindacati paiono inefficaci e anacronistici? Confindustria bloccata da interessi prevaricanti? Aboliamo sindacati e confindustria. La disoccupazione è sempre più logorante? Stabiliamo un reddito di cittadinanza da 1000 euro per tutti. Le missioni dell'esercito all'estero sono in una fase di stallo o crisi? Li riportiamo tutti a casa. Che la banca di stato sia una soluzione che rischia di aprire ancora di più al clientelismo e all'asfissia economica, che l'abolizione di sindacati e confindustria sia già stata effettuata durante la fase autarchica del regime fascista con risultati disastrosi, che il reddito di cittadinanza sia un provvedimento costosissimo e in fin dei conti iniquo, che le missioni dell'esercito all'estero siano spesso indispensabili alla costruzione di ponti, ospedali e scuole, che tutto questo avvenga nello stesso mondo in cui vive il M5S, sembra non avere importanza. E per chi ce l'ha, è colpa della stampa e della Tv, che ormai oggi c'è la rete, siete morti che camminano, usate ancora la vecchia tecnologia.
Poi vediamo come va quando Grillo e i suoi arrivano in Parlamento, ma intanto metto qui per iscritto che la neve di questi giorni ha fatto un gran bene ai campi destinati alla coltivazione del grano in primavera. E a noi piace tanto mangiare la pastasciutta.