Oggi è la giornata della memoria: ora può pure passarci un tir di traverso, a questa frase, ma insomma oggi è la giornata in cui si ricorda lo sterminio perpetrato contro ebrei e altre minoranze nei campi di concentramento nazisti durante la Seconda guerra mondiale.
Oggi è il giorno dell'anno in cui le vostre possibilità di frequentare la riflessione attribuita a Brecht (Prima vennero a prendere gli zingari, per capirci) s'impennano e arrivano a fondo scala. In tele, a scuola, sui socialini, sui giornali: ovunque. La cosa strana è che quella riflessione la si può leggere in una quantità di versioni diverse: cambiano le comunità, i gruppi, l'ordine con cui vengono deportati; in certi casi cambia anche l'impostazione stilistica.
Allora io mi sono armato della pistineria che mi contraddistingue in questi casi, e ho cercato di fare un po' di chiarezza filologica sulla natura della questione tutta. Anche perché il riferimento colto quando si parla di shoah ci sta: quello che ci sta un po' di più è conoscerne la storia. Altrimenti diventa una dedica di Jim Morrison sul diario. Di quelle scritte con l'Uni Posca. Voglio dire.
E insomma, soprattutto grazie alla pagina messa su da un professore di storia tedesca dell'università di Santa Barbara, ho scoperto queste cose:
1) La riflessione è attribuita a Brecht, appunto. Non è originariamente sua. E' di Martin Niemöller, teologo e pastore protestante tedesco.
2) Martin Niemöller fu prigioniero in diversi lager per otto anni. Superata la terrificante esperienza, ha ripercorso e approfondito gli anni di costruzione del consenso e di arrampicata al potere di Hitler. Subito dopo la guerra, si convinse che una grossa responsabilità della tragedie legate al nazismo fosse del popolo tedesco. Un elemento notevole della sua analisi sta nelle intenzioni di autocritica da cui nasce:
When the Nazis attacked the Communists, he was a little uneasy, but, after all, he was not a Communist, and so he did nothing; and then they attacked the Socialists, and he was a little uneasier, but, still, he was not a Socialist, and he did nothing; and then the schools, the press, the Jews, and so on, and he was always uneasier, but still he did nothing. And then they attacked the Church, and he was a Churchman, and he did something--but then it was too late."
3) Nel novembre del '45, Niemöller si recò in visita a Dachau, dove le stanze dei forni erano mantenute ancora intatte. E' abbastanza certo che la citazione abbia iniziato a ronzargli in testa proprio in quell'occasione.
4) Buona parte della confusione relativa alle esatte parole della riflessione è responsabilità di Niemöller medesimo, che in successivi dibattiti pubblici la citò rimescolandone gli elementi, e creandone di volta in volta versioni nuove.
5) Dal gennaio al maggio 1946, in molti suoi sermoni Niemöller parlò di comunisti, disabili ed ebrei. Talvoltà, citò i Testimoni di Geova. Sembrano essere questi
6) Successivamente, incluse molto anche sindacalisti e socialdemocratici. Infine cattolici e protestanti.
7) Insomma, non si sa con certezza. Ma molto probabilmente la versione originale è quella roba qui, con i sindacalisti al posto dei disabili:
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