La cosa di John Carpenter. Scienziati al polo sud, virus mutante, paura di morire, ci pensa Kurt Russell. Vecchia e impagabile ambientazione giocata sull'isolamento e sulla coercizione (ne avevo scritto
qui). Cinema di genere, piccolo cult
ecomecosanonl'haivistomaseimatto. A me è piaciuto, soprattutto per come restituisce il clima narrativo concentrato sulle logiche del
Trust no one. Man on wire di James Marsh. Documentario che racconta la storia del funambolo Philippe Petit. Più precisamente, di quando, nel 1974, gli venne in mente di tendere un cavo di metallo tra i tetti delle Torri gemelle, e poi di camminarci sopra per un po'. Serve altro?
Quel pomeriggio di un giorno da cani di Sidney Lumet. Tratto da una storia vera. Al Pacino, John Cazale e un terzo mettono su una rapina in banca. Il terzo, però, se la fa sotto e molla tutto all'ultimo. Va a finire com'è andata a finire nella realtà, ma le cose migliori, oltre all'interpretazione dei due attoroni, sono il rapporto dei criminali con i loro ostaggi e con la folla di curiosi ammassatasi fuori dalla banca. Gran botta, se vi gustano i film a guardie e ladri (io non guarderei altro) sparatevelo.
Quinto potere di Sidney Lumet. Licenziano il commentatore televisivo di una Tv americana. Questo sbrocca, e in diretta ne dice di ogni, tipo che la minaccia di suicidio passa inosservata. Poi, i vertici dell'azienda lo riabilitano (aveva detto cose che tutti gli americani pensano) e gli danno una trasmissione in cui deve sbroccare, e dirne di ogni. Intorno, amicizie che vanno a rane, tradimenti sentimentali e un'occhiata da vicino all'ambiente televisivo. Filmone.
(Il titolo è una citazione di
Quarto potere di Welles. L'originale di Welles, però, si chiama
Citizen Kane. Questo,
Network.)
Ragione e sentimento di Ang Lee. Adattamento del romanzo di Jane Austen. Ci sono Hugh Grant e Kate Winslet. L'intreccio è una palla, come nei romanzi di Jane Austen. Il resto, anche. Adattamento ben riuscito, insomma.
The Wheather Underground di Sam Green e Bill Siegel. Documentario sulla combriccola di rivoluzionari più scalcagnata della storia. Americani, molto di sinistra, come le Black Panthers ma caucasici. Cominciano pacifisti e nonviolenti, finiscono terroristi e clandestini. Nel frattempo, prendono un sacco di legnate dai pigs (come li chiamavano loro) e combinano qualche casino qua e là, ma senza mai ferire o uccidere nessuno, esclusi tre dei loro membri nella progettazione di una protesta, nel 1970. Molto interessante la parte in cui si racconta di quando liberarono Timothy Leary, una delle icone di quegli anni, e grande appassionato di acidi. Consigliatissimo a chi interessa un filo quel mondo di contestazione radicale che in USA fiorì negli anni del Vietnam, e chissà come mai.