Stavo in auto, stamane, e ascoltavo la rassegna stampa di Massimo Giannini su Radio3. A un certo punto, c'è stata la sintesi degli articoli pubblicati a proposito della vicenda di Luca Abbà e il conduttore ha letto tutto il pezzo di Gramellini, che rimette in fila con intelligenza un pezzo di cinismo disgustoso e autocompiaciuto che circola su alcuni giornali di destra su questo tema.
Il punto è che c'è uno che soffre all'ospedale, e pure tanto. In casi come questo, l'analisi di motivazioni e responsabilità della sofferenza non possono stare sullo stesso piano della sofferenza stessa. Le persone benintenzionate sperano che smetta di soffrire al più presto. Io gli auguro di rimettersi in sesto.
E però penso sia opportuno aggiungere un'altra cosa: quello che ha fatto Luca Abbà, calato in un contesto democratico come quello italiano, sposta il piano della discussione in una misura inaccettabile. Non si può discutere di un'opera pubblica con una persona che ritiene di manifestare e protestare mettendo in pericolo la sua stessa vita. Perché un secondo prima stai parlando con il tuo interlocutore di un treno che deve passare in una montagna traforata, e un secondo dopo dell'esistenza medesima del tuo interlocutore. L'effetto prodotto dalla scelta neutralizza qualsiasi argomentazione, qualsiasi dato, qualsiasi punto di vista. Che gli dici a uno che, per manifestare le proprie ragioni, decide che proprio quelle ragioni passano in secondo piano rispetto alla bontà della causa e dunque si arrampica sui tralicci dell'alta tensione? Che gli rispondi a uno che introduce il pericolo della sua vita nei termini di una discussione dialettica? Il senso di missione di cui si autoinveste l'interlocutore non è compatibile con la possibilità di scambiare idee e punti di vista in modo equo. E' una cosa che sta a metà fra il ricatto morale e l'imbroglio. Con tutte le considerazioni del caso su mezzi, fini, intenzioni, risultati, eccetera.
Ps: il titolare del presente blog riserva una quantità equa di pernacchie sia a chi sostiene queste posizioni sia a chi sostiente queste.