mercoledì 17 settembre 2008

Leggendo Creative commons

[A rileggerlo, questo post sembra un marchettone fatto per amici, e forse lo è, anche se non parlo di miei amici]

Ci sono questi, che hanno fondato un collettivo di scrittori anonimi. Sono italiani e sono piuttosto bravi.
Prima si chiamavano Luther Blissett, ora si chiamano Wu Ming.
Luther Blissett, oltre ad essere un pippone che ha giocato nel Milan un paio di decenni fa, è un nickname di culto in un mondo underground piuttosto oscuro, di cui si parla poco.
Per dirla grossa, dietro lo pseudonimo sta una di quelle forme di contestazione radicale, non schierata ideologicamente, che ogni tanto fa incursioni nel "sistema" mediatico e culturale. Scrittori, artisti, anarcoidi, pirati informatici.
Non fanno male a una mosca, sparigliano le carte, prendono per il culo e rompono i coglioni ai loro (pretesi o meno: fate voi) nemici di riferimento.
(Per chi vuole leggere delle loro gesta fra il sabotaggio e la bravata, di come quasi siano finiti a "Chi l'ha visto" e capirci qualcosa, tutti qui)
Ci sono questi, dicevo, che prendono il nome dall'accolita di radical e fondano il progetto italiano. E scrivono. Sono quelli che hanno scritto Q. Io l'ho letto, Q, se non altro perchè ero incuriosito dal titolo così bizzarro, e l'ho trovato un ottimo libro.
Al di là dell'ambientazione (l'Europa "postluterana" teatro di svariate guerre di religione) e della trama (gruppo di iperprotestanti che combatte il dispotismo vaticano, il quale alle loro calcagna ha messo una iena di inquisitore: Q, appunto) il romanzo ricorda un po' "Il nome della rosa" per le idee che ne stanno alla base: lo puoi frequentare come racconto godibilissimo e ben scritto, oppure puoi leggerlo attraverso la lente delle allegorie e scorgervi significati e messaggi che superano l'ambientazione e l'epoca specifica.

Tornando a loro, i soci di Luther Blissett, o Wu Ming, a 'sto punto, sono attivissimi: scrivono quintalate di cose e pubblicano romanzi e saggi di buon successo, di gran risonanza nelle varie comunità internettare. E' un movimento di nicchia, certo, anche perchè fare cultura e promuovere libri in rete non è una passeggiata. Ma piano piano hanno raccolto ottime recensioni e ottenuto attenzioni anche dai big dell'informazione: mi ricordo un articolo pubblicato da Repubblica tempo fa.
Ultimamente sono usciti con Grand River e con un libro di teoria narrativa e argomenti simili.
In ragione della loro etica un po' anarchica e piratesca, permettono di scaricare i loro lavori gratuitamente dal loro sito.
Poi pubblicano per Einaudi e Rizzoli, perchè cyberanarchico quanto vuoi, l'affitto non si paga da solo.
Però vale la pena, se capita, di leggere qualcosa.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Spiacente, con la Wii non mi ineressa più la lettura.