giovedì 23 ottobre 2008

I fatti separati dalle opinioni. Post in cui si parla di galera e non si cita Dostoevskij: appunti sparsi per un'Italia da non lasciare ai posteri

Sul Corriere di oggi c'è un editoriale di Piero Ostellino. Contiene passaggi di cui condivido anche le virgole:

E' una notizia che dovrebbe far riflettere non solo sul livello di efficienza del nostro sistema carcerario, ma sul tasso stesso di civiltà del Paese. Il presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano, come scrive Luigi Ferrarella oggi sul nostro «Focus», ha chiesto al ministro della Giustizia che cessino in alcuni reparti di San Vittore e nel carcere di Monza le attuali condizioni di esecuzione della pena. A San Vittore, ci sono sei persone in celle di tre metri per due, che dormono in letti a castello tripli e che, perciò, non possono stare in piedi contemporaneamente.

Poi riprende la previsione, già segnalata tempo fa, che l'effetto indulto sta per essere annullato, e scrive:

3) l'indulto, che è bersaglio di polemica politica, non era poi stato una decisione del tutto campata in aria, ma rispondeva sia all'invocazione alla più elementare carità cristiana verso esseri umani costretti a vivere in condizioni disumane, rivolta da Giovanni Paolo II al Parlamento il giorno della sua visita, sia a un'esigenza reale, più volte denunciata nelle battaglie condotte dai radicali.

Qui c'è tutto il focus a cui si riferisce Ostellino, in cui il già citato Luigi Ferrarella scrive cose che, perdonatemi, solo i peggiori squadristi possono derubricare come problema secondario:

Almeno in alcuni reparti del carcere di San Vittore a Milano e della casa circondariale di Monza «le condizioni igieniche e di vivibilità», documentate da due rapporti riservati dell'Asl, «sono pessime» al punto tale da violare «l'articolo 32 della Costituzione che tutela la salute come diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività», e l'articolo 27 per il quale «in nessun caso» la legge può determinare come pene «trattamenti contrari al senso di umanità».

[...]

A Busto Arsizio, a Varese, a Monza, e a Milano-San Vittore (dove l'altro giorno la Direzione ha contato 1.424 detenuti nello spazio che al massimo ne potrebbe contenere 900) non vengono segnalate soltanto le «gravi disfunzioni» collegate al «superamento anche ampio» sia della capienza regolamentare sia perfino «della capienza tollerabile»: convenzione burocratica per la quale, sebbene in Italia i posti regolamentari nel totale delle 205 carceri siano 43.084, si ritengono «tollerabili» (da chi legifera sulle carceri, non da chi vi è detenuto) fino a 63.544 presenze (e il bello è che a fine 2007 anche i posti effettivamente disponibili erano in realtà molti meno, e cioè 37.748). Data dunque quasi per scontata una dose standard di sovraffollamento, il Dipartimento di Prevenzione dell'Asl indica però anche due situazioni di particolare criticità.

A Monza per «infiltrazioni d'acqua», e più ancora per la «presenza di scarafaggi» nelle celle dove «1 detenuto su 3 dorme su materassi direttamente adagiati sul pavimento», cioè proprio su quella terra solcata dagli insetti che - ricorda l'Asl - possono «fungere da veicolo per parassiti e agenti patogeni pericolosi per l'uomo». A San Vittore, invece, la situazione è molto differenziata. Nei reparti terzo (detenuti lavoranti) e quinto (nuovi arrivati), che sono stati ristrutturati, le condizioni sono «molto buone» sia nelle celle sia negli spazi comuni. Ma altri due reparti, il secondo e il quarto, sono chiusi senza prospettive d'inizio dei lavori, né come date né come finanziamenti deliberati. E, di conseguenza, il sovraffollamento si scarica altrove, soprattutto sul sesto raggio, «prevalentemente» occupato da extracomunitari, dove l'Asl descrive «nei casi più gravi» una situazione a tratti surreale: «celle di 3 metri per 2 metri con doppio letto a castello a tre piani», sicché le 6 persone detenute «non possono stare contemporaneamente tutte in piedi» perché non c'è lo spazio fisico per stare in piedi tutti insieme, e qualcuno a turno deve sempre restare appollaiato nel suo letto a castello per far muovere due passi (letteralmente) ai compagni di cella.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La mia idea al riguardo la conosci bene. Meno centri commerciali, più carceri.