mercoledì 1 ottobre 2008

Voglio un piano quinquennale, la stabilità

Sì, i pezzi dei CCCP si prestano, come titoli di post.

Ho raccolto e letto diversi articoli sui guai di Wall Street recentemente. E ho letto le sane discussioni in cui si sono avventurati i due soci, qui.
Puntualizzazione formalistica, noiosa, ma che ci volete fare sono rompipalle così: il sistema, la finanza, il mercato, la new economy. Ragazzi, mi pare che con tutti questi articoli determinativi la si prenda un po' alla larga, e non credo che i casini a cui stiamo assistendo possano coinvolgere l'intera baracca nel dibattito. Diciamo che nei giorni scorsi è stato drasticamente messo in discussione un certo modo di fare finanza, di investire e di risparmiare quattrini. (A proposito, ho trovato azzeccatissima la citazione del pezzo dei REM che fa da titolo a quest'articolo: è la fine di Wall Street, per come la conosciamo)
E che l'Italia sia più al riparo, anche rispetto ad altri stati europei, è cosa che dice e scrive chiunque. Per mille motivi, tra i quali alcuni di cui non andare molto fieri, qui dovremmo viverla smorzata, la crisi.

-finisce parte rivolta ai soci, comincia parte rivolta un po' a tutti-

D'accordo che minimizzare e contestualizzare i guai degli altri quando si è al riparo dei soldi di mamma&papà è uno sport buono per avvoltoi e licaoni, ma i toni dell'apocalisse mi sembrano fare gioco solo ai sensazionalismi del peggior tipo, sulla stampa e in tv.
Gli USA non sono sul lastrico, valanghe di risparmiatori se la fanno sotto ma hanno preso relativamente poche cannellate, appunto perchè hanno preferito girare i loro soldi a canali finanziari più regolati e affidabili, da quel punto di vista.
Poi siccome viviamo nel mondo del battito d'ali di farfalla, le ripercussioni sono globali. Ma questo vale anche per i periodi virtuosi e di crescita, e esibire il marcio nel sistema con lo stecchetto da entemologo quando questo scricchiola è troppo comodo.
O sei uno alla Tremonti, che va avanti da anni a fare un certo tipo di discorsi, a invocare una nuova Bretton Woods e a scrivere libri su quelle menate qui o ciccia: il tram era già passato.
(Poi Tremonti non ha necessariamente ragione su tutto, ma diciamo che l'aria che tira recentemente fortifica le sue convinzioni)
Il sistema non è marcio perchè scricchiola e rischia di cadere, ma scricchiola e rischia di cadere perchè è un sistema. (Eh sì, il caro vecchio Kubrick)
Per arrivare alla politica, la diagnosi di Obama mi sembra convincente: da una parte speculatori che hanno giocato col sistema, dall'altra legislatori che hanno fatto finta di non vedere e non hanno avuto la forza per intervenire a fissare nuove regole. Il risultato è noto.

Il bailout ha preso sberle dal Parlamento. Principalmente perchè, come si dice qui, è stato venduto male. E' passata molto in fretta l'idea di un intervento "socialista", di una specie di manna elargita dallo Stato alla Wall Street che ha giocato con i soldi dei cittadini.
Ho letto interventi di grande critica e protesta contro la classe politica americana per il no al prestitone. Anch'io appoggio l'idea di un intervento pubblico a cucire pezze sulle emergenze, ma sulle prime ho riconosciuto che la logica alla base della scelta del Parlamento, di cui ha scritto anche Ferrara, avesse un solido perchè: chi rompe, non pagano i contribuenti.
Il problema di questa logica ortodossa è che poi scopri che dopo il nossignore urlato in faccia al prestito, il mercato perde quasi il doppio nel giro di una giornata.
Poi uno si fa i conti come vuole e ha la pazienza che riesce ad avere, in attesa che il mercato si sistemi i calzoni con le sue logiche interne e mani invisibili. Ma speriamo che al Congresso cambino idea, e si diano da fare per salvare il salvabile, mettere al riparo chi è ancora fuori dalla tormenta e impedire al banco di giocare sporco, la prossima volta.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non hai scritto cose molto diverse dalle mie. Che una volta tanto tu sia d'accordo con me?

GF ha detto...

In riferimento al tuo post, non mi ha convinto l'approccio generale: hai chiamato in causa macrocategorie come sistema, capitalismo finanziario. Come se ne esistesse davvero uno solo, e tutto perfettamente sovrapponibile alle spiegazioni dei guai di Wall Street.
Su ruolo e funzione dell'intervento pubblico siamo abbastanza d'accordo. (Il tutto sottolineando la mia mediocre competenza su 'ste cose: mi sono fatto un'idea leggendo tutti gli articoli che ho linkato, ma non vado molto oltre...)