mercoledì 4 febbraio 2009

Every song is a comeback

Al Times hanno deciso di riempire qualche pagina mettendo insieme un'enciclopedia-della-musica-moderna-genere-per-genere. Qualche giorno fa è stato il turno dell'alt-country, cioè di quel genere che mescola il country a quel che capita per confezionare canzoni da classifica -ma anche no- che sembrano uno strano tipo di country e che invece sono alt-country.
Comunque il pezzo cita i Wilco come principali rappresentanti dell'alt-country, e anche se non è così vero, fa un gran bene, e colgo la palla al balzo: qualche giorno fa ho comprato la maglietta visibile nella foto.
I Wilco sono Jeff Tweedy, il suo bassista e altri passanti che dopo un po' mollano la band e vengono sostituiti.
Jeff Tweedy è un tizio dell'Illinois che dopo essere uscito da una sbronza di ascolti punk giovanili ha iniziato a prendere sul serio il cantautorato americano più tradizionale (Billy Bragg, Woody Guthrie) e rivisitarne gli schemi.
Con i Wilco ha fatto diversi dischi; quello della svolta è il loro quarto: Yankee Hotel Foxtrot, album dalla storia biblica.
Per cominciare, doveva uscire l'11 settembre 2001, ma l'etichetta del gruppo, la Reprise, (leggi Warner) mandò tutto a monte perchè non credeva nelle potenzialità del lavoro. Tweedy s'infiammò, comprò i diritti del disco per due lire dalla Reprise e lo pubblicò online sul sito della band, offrendo l'ascolto gratuito. Fu un successo: dopo due mesi, una trentina di etichette facevano la fila offrendo gruzzoloni ai Wilco per i diritti di vendita.
In tutto ciò, decisero di mollare l'album alla Nonesuch (leggi Warner).
La Warner (leggi Warner) quindi pagò i Wilco per fare l'album su Reprise, poi cambiò idea, liquidò il disco ai suoi stessi creatori per ricomprarglielo più avanti via Nonesuch.
Ufficialmente, Yankee Hotel Foxtrot uscì il 23 aprile 2002. Si portò via valanghe di elogi critici e vendette quasi 600.000 copie. Una delle sue canzoni più belle secondo me è Pot kettle black, che si conclude con parole molto significative, rispetto alla storia del disco: "Every moment's a little bit later."
Una cosa che mi diverte molto, infine, è che qui ci sono ancora tutti i pezzi in streaming, di Yankee Hotel Foxtrot.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho ascoltato la canzone da te segnalata e devo ammettere che non mi ha convinto un granchè. Mi accorgo di essere un po' chiuso musicalmente ma non posso farci niente

GF ha detto...

No beh, in questo caso la canzone è abbastanza convenzionale, quindi direi che si tratta di una più banale questione di gusti...
(Prova ad ascoltare War on War e Kamera, nell'altro link coi pezzi in streaming, quelle andavano piuttosto forte)

GF ha detto...
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