lunedì 4 maggio 2009

Chapter 11

E' quella roba qui:

Quando un’azienda non è più in grado di restituire i soldi che ha preso in prestito o fallisce completamente oppure può an­dare in amministrazione con­trollata. Il fallimento corrispon­de più o meno alla morte. Arri­va un curatore nominato dal tri­bunale e vende tutto quello che c’è da vendere. Distribuisce poi il ricavato tra i creditori e chiu­de per sempre la pratica. Con l’amministrazione controllata, invece, il curatore, sempre sot­to la sorveglianza del tribuna­le, può concordare con i credito­ri (quelli che devono avere i sol­di) una percentuale di rientro. Per esempio, accontentatevi del 40 o del 50%, in questo mo­do riprenderemo l’attività. I cre­ditori possono accettare se pen­sano che la ripresa dell’attività dell’azienda possa portare pro­fitti. Se non accettano si ritorna al fallimento. Il Chapter 11, che si chiama così perché è l’undice­simo capitolo della legge falli­mentare, è grosso modo la no­stra amministrazione controlla­ta, con una più ampia facoltà di tribunale e curatore di dividere i creditori in classi e stabilire, per esempio, che una classe A riceva il 70% del dovuto, una B il 50% e così via. Ora, nel caso di Chrysler, la procedura del Chapter 11 si sarebbe potuta evi­tare se tutti i creditori avessero accettato la proposta di Oba­ma: a quanto se ne sa, un dieci per cento di azioni della Newco e una restituzione del 25% del dovuto. Il credito complessivo era di 6,9 miliardi di dollari, per metà reclamati da quattro grandi banche (JP Morgan, Citi­group, Morgan Stanley e Gold­mann Sachs). Questi quattro avevano accettato. Si sono op­posti tre fondi con un credito complessivo da un miliardo. E la rete dei concessionari, che deve essere tagliata e resiste. Per aggirarli è stato inevitabile questo Chapter 11.

1 commento:

Nich ha detto...

E poi venne Marchionne.