martedì 5 maggio 2009

Per fortuna che c'è lui

Era un po' che non leggevo la tipica dichiarazione posta a distanza siderale dalle cose di cui parla, come questa di Alemanno sul rapporto fra prodotti dell'industria culturale di massa e il loro effetto sul grande pubblico.
Grazie signor sindaco.

3 commenti:

Nich ha detto...

Le accuse di Alemanno sono vuote. Eppure io credo esista un rapporto tra arte e atteggiamenti quotidiani. In sintesi, credo che alcuni comportamenti possano essere veicolati da film o immagini. Il problema è che è impossibile stabilirne il confine. Ad esempio: la violenza di Kill Bill è la stessa di Romanzo Criminale, o di Sin City? Io credo proprio di no.

GF ha detto...

Esiste un rapporto fra prodotti e persone, senza dubbio. Quello che Alemanno dice, e che io ritengo sbagliatissimo, è che il coltello in mano ce l'abbiano clichè sociologici, e non persone.
(La violenza, in Tarantino, disgusta quasi sempre, e quasi mai fa figo nel senso in cui teme Alemanno, anche in casi fortissimi come quello di Bruce Willis in Pulp Fiction)

Nich ha detto...

Eppure anche la violenza di Tarantino (da Pulp Fiction a Kill Bill) è superflua e può fuorviare. Non in atteggiamenti magari, ma in convinzioni. E' difficile da spiegare ma qualcosa di negativo la si può intravedere anche lì. Un altro esempio: diresti mai che il Wrestling susciti violenza nei giovani? Per alcuni studiosi sì.