martedì 27 ottobre 2009

Risposta a Komo e Nich (un po' anche a Simo)

La trasparenza di fronte all'elettorato in campagna elettorale mi sembra il punto politico più forte: diccelo prima che almeno lo sappiamo.
Un'altra posizione che mi è stata esposta è relativa allo specifico caso: pagare per sesso è moralmente sbagliato, e io non voto un politico che fa cose moralmente sbagliate.

Entrambe le posizioni sono molto logiche e rispettabili: tuttavia, per quel che mi riguarda, trovo che ancora non bastino. Provo a spiegarmi in un ragionamento che non vuole andare oltre il suo puro status teorico.

Trovo che la richiesta di trasparenza sopravvaluti e deformi una dimensione del politico che invece dovrebbe essere secondaria: quella dei cazzi suoi, appunto.
Come ho scritto nel post, ho dei dubbi sulla questione credibilità-del-rappresentante: non sono così sicuro che possa essere un elemento tanto pesante e determinante da sentenziarne il fallimento politico. Perchè è un fallimento che concede troppo spazio e troppa validità a posizioni perbeniste e retrograde, a loro volta (non tutte, una parte) ipocrite e poco credibili.
Insomma, sono sempre meno convinto che la doppia facciata (famiglia e chiesa, trans e bamba) possa giustificare richieste di dimissioni. E' un'incertezza che non saprei articolare in un pensiero argomentato. Probabilmente è solo il fastidio provocato da opinioni che trovo incomplete, sbagliate ed eccessivamente di panza.

Inoltre, trovo ammissibile votare un politico che secondo i miei criteri fa cose moralmente sbagliate, perchè del relativismo in cui tutti facciamo il bagno non saprei che farne, se non lo applicassi alla sfera privata del prossimo: c'è qualcosa che non mi piace nel rivendicare la legittimità e l'intoccabilità dei cazzi propri solo su passioni e scelte individuali, per poi tirare giù la saracinesca quando si sente puzza di marcio a un metro dal marciapiede.
[Ma è il marciapiede di uno che ci rappresenta, obietterebbe qualcuno. Vero, più sotto mi spiego anche su questo punto.]
E, soprattutto, trovo ammissibile votare un politico che secondo i miei criteri fa cose moralmente sbagliate perchè l'etica non è un codice binario. Non credo che si passi da morale a immorale come dallo 0 all'1. Ci sono i contesti e le contraddizioni, ci sono particolarismi e vizi personali.
L'etica è sfumata, transitoria e stratificata: ci sono cose moralmente sbagliate che configurano disastri sociali, altre che rovinano la vita di una persona, altre ancora che è come se non esistessero.
Non si tratta di giustificare le peggiori nefandezze, ma di mettere in discussione un metro di valutazione che trovo inadeguato: dovremmo metterci a stabilire criteri e standard su cosa sia moralmente sbagliato ma politicamente accettabile? Al netto del relativismo di cui sopra... sì, forse sì.
Tipo andare a trans? Sì, forse sì.
Andando a trans, Marrazzo ha tradito i sentimenti di sua moglie, turbato la serenità di sua figlia e compromesso la stabilità della sua famiglia. Ha fatto una gigantesca cazzata.
Di quelle che possono distruggere una vita con una scioltezza clamorosa. Ma le ripercussioni di quella cazzata sono tutte sulla sua vita.
[E su quella della famiglia, obietterebbe qualcuno. Sì, appunto, della sua famiglia. Ma lo votiamo perchè è un buon politico, perchè è un buon padre di famiglia o per entrambe le cose?
Qui la risposta dipende da criteri personali e individuali di scelta elettorale, e si discute poco: ognuno, col suo voto, fa un po' quello che gli pare.]
Io, da elettore, non penso che mi sentirei tradito. Detto alla bruttocane: non me ne frega un cazzo se uno che ho votato paga un trans o una zoccola per sesso - ammesso che non infranga la legge. E non è per fare il bastiancontrario, o l'esibizionista: davvero non me ne frega un cazzo. Ho molto più a cuore altre cose, di uno che fa il presidente della regione.
Trovo che di un politico ci dovrebbero interessare di più onestà, competenze e capacità di guidare un'élite in grado di concretizzare progressi e migliorare il mondo.
Epperò dico spesso -e lo penso- che il politico non è un cittadino come un altro, che dev'essere meglio degli altri. Dev'essere sopra la media.
Ma non sono certo che un comportamento sessuale non convenzionale e un incasinamento esponenziale del matrimonio possano avere -soli- l'ultima parola sulla statura del politico, sul suo essere sopra la media. E non sono certo nemmeno del contrario.
Ecco perchè non capisco le certezze e le indignazioni che circolano in questi giorni: perchè rispetto alla vita privata di Marrazzo, non vedo un conflitto con quelli che ritengo i suoi compiti più importanti. (Il Cav, per esempio, alcune delle escort le ha messe in lista alle europee, cosa che lo squalifica moralmente e politicamente)

Naturalmente, mi rendo conto che là fuori ci sia il mondo vero. Che la teoria di queste riflessioni è spazzata via da pratiche, costumi e meccanismi della sfera politica.
Mi rendo conto che ci siano regole non scritte, e che il pubblico non abbia un privato.
Che quando si pesti una merda grossa e fumante come quella di Marrazzo, ci si dimette e stop.
E che ci siano dei buoni motivi e delle fondate ragioni, a legittimare questo funzionamento.
Io, però, continuo a non esserne persuaso.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

nella tua teoria funziona tutto. Ma anche supposto che all'elettore sarebbe piu giusto che non importasse della sfera privata dei politici che elegge, ti faccio notare che quando pesti una merda cosi grossa fai fatica anche a fare lo spazzino, perchè i tuoi colleghi spazzini di ridono alle spalle e tu non sei dello stato psichico giusto per poter lavorare.
Tant'è che mi chiedo ancora oggi, per esempio, con che faccia Mosley si fa portare un caffè dalla sua segretaria.

GF ha detto...

Ineluttabile scollamento fra teoria e realtà, fra avere buone intenzioni e metterle in pratica: forse pensavo solo a questo, quando ho scritto il post.
.....
Non così originale, a pensarci bene:)

Anonimo ha detto...

scusate, qui si parla tanto di quello che Marrazzo ha fatto e della questione trans.. il problema pià grosso non è il fatto che fosse sotto ricatto e che non abbia denunciato la cosa?

Nich ha detto...

Certo, il vero problema di Marrazzo è il non aver denunciato il ricatto. Non certo perchè è andato a trans, ci mancherebbe altro. La questione posta è di puro ordine morale.
Passando al post di Geffe, io ritengo invece che il giusto o lo sbagliato dentro di noi segua eccome un sistema binario (con l'attenuante del "ci devo pensare"): se io giudico qualcosa arrivo a un giudizio, se dopo attenta riflessione oppure anche all'istante non importa (qui sta l'attenuante sopracitata). Magari poi la mia idea muta nel tempo (ecco la differenza tra assolutismo e relativismo), ma in quel momento la mia idea c'è ed è quella. Bene, applicato il ragionamento a Marrazzo, ti dico che se un politico va a trans io non lo voto (ma non per questo lo detesto); se un mio amico va a trans sorrido, gli chiedo com'è, gli dico che io non lo farei mai (mai dire mai...) e rimane comuqnue mio amico.

Komo ha detto...

Nich, una domanda puramente accademica (visto che parte da un'ipotesi poco realistica): mettiamo che il politico che va a trans abbia ottenuto risultati eccezionali nella sanità, nella scuola, nella sicurezza, ecc. Lo voteresti se sapessi che senza di lui le cose andrebbero peggio? Gli interessi della collettività prevarrebbero sulla sua discutibilità morale? E' una domanda che avrebbe più senso, in effetti, se avessimo i Persiani o i Tartari o gli Ostrogoti alle porte pronti a dar fuoco ai nostri villaggi.

GF ha detto...

Segnalo al secondo anonimo il che sono d'accordo con lui, come ho scritto qualche post più sotto...
A tutti gli altri, magari scrivo un altro post.