venerdì 22 gennaio 2010

Profondi ripensamenti

In un bell'articoletto pubblicato sul Foglio, Michele Boroni spiega come la Lego sia riuscita a tenere botta durante gli anni di crisi:

Insieme ad un profondo cambiamento delle dinamiche interne del management e un netto taglio dei costi e di attività in outsourcing, Jørgen Vig Knudstorp il CEO che ha traghettato il gruppo Lego dal quasi fallimento alla rinascita, ha anche condotto un profondo ripensamento del prodotto Lego. Due sono state i principali concetti su cui si è basata la rinascita del gruppo.
Primo: la fantasia dei bambini è cambiata, oggi questa prende vita solo se legata ad un forte immaginario condiviso. Da qui inizia una serie di strategici accordi con Hollywood e in particolare LucasFilm (Star Wars e Indiana Jones), con la DC Comics (Batman) e Warnes Bros per creare nuove linee di prodotto. Lego poi si inventa dei nuovi mondi narrativi, prima ancora degli italianissimi Gormiti, come quella ad esempio dei Bionicle, una saga fantascientifica di lotta tra bene e male che ha generato quattro popolari film e una sterminata linea di giocattoli che accendevano l'immaginazione del bambino basandosi però su un canovaccio di storia e su immagini molto potenti.
Secondo: il mattoncino Lego in realtà è un modulo versatile, un'unità che noi vediamo fisica e concreta, ma che può diventare anche un pixel, un bit, cioè un'altra unità base di costruzione e creazione di altri mondi, anche digitali.

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