venerdì 5 febbraio 2010

E ditegli di no

Qualche giorno fa, al Corriere non sapevano come riempire una pagina, e hanno pubblicato questa cosa su Di Pietro. Un blogger ha provato a raccontare l'articolo seguendo il metodo Travaglio (e Di Pietro).

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Il 15 dicembre del ’92 Di Pietro cenò in una caserma dei carabinieri di Roma con i vertici dei servizi segreti, con Bruno Contrada e con un rappresentante della Kroll, la più grande agenzia d’investigazione d’affari del mondo, giunto dall’America per consegnargli un premio. Di quella cena sono ora spuntate alcune foto. Nove giorni dopo Contrada sarà arrestato per mafia.

Perché, si chiederebbero Di Pietro e Travaglio, la cena è stata nascosta a tutti, compresi i magistrati di Milano e di Palermo? E’ mai possibile, insisterebbero Di Pietro e Travaglio, che l’allora paladino di Mani pulite non sapesse chi era Contrada, al centro di numerose inchieste già in corso all’epoca della suddetta cena?

In quei giorni Di Pietro non lavorava soltanto su Craxi, ma anche sulla Sicilia; e andò persino a Rebibbia con l’allora capitano De Donno per incontrare Vito Ciancimino. Ma dell’incontro non resterà traccia. Come mai?, domanderebbero Di Pietro e Travaglio. Fatto sta che, a sorpresa, Tonino interrompe ogni rapporto con la procura di Palermo (e con le indagini sugli appalti di mafia) perché dopo la morte di Borsellino “non mi ritrovavo – sono parole pronunciate nel ’99 al processo Borsellino-ter – nel metodo d’indagine degli altri magistrati”. I quali peraltro ignoravano gli incontri eccellenti del loro collega milanese.

È andata davvero così? Non ne ho idea. Di Pietro e Travaglio, invece, non avrebbero dubbi.
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Via Francesco Costa.

1 commento:

Nich ha detto...

Secondo me è tutta una farsa. E' solo un tentativo di mettere in cattiva luce Di Pietro.