martedì 4 maggio 2010

Non è un paese per Imperia

Francesco Costa si è appassionato al decennale rapporto che c'è fra la famiglia Scajola e l'amministrazione del comune d'Imperia.

Collaterale a questa storia, ho trovato interessante quest'articolo del Foglio:

Mai sentito parlare di piccoli sacrifici, di rate alla fine del mese, di quello che fanno tutti (il settanta per cento degli italiani, nonostante le preoccupazioni per il futuro incerto e precario, ha la casa di proprietà), di annunci su Porta Portese? Funziona così: si leggono gli annunci la mattina presto, cerchiandoli, si evitano quelli in cui c’è scritto “amatoriale”, “particolare”, “tipico” e “interior design”, si vanno a vedere decine di appartamenti descritti come “luminosissimi” e in cui l’unica finestra non murata è a forma di oblò, si scopre che il “piccolo terrazzo vivibile” è un balcone con affaccio su zona cieca in cui vengono ammassati i cassonetti della spazzatura, si apprezza la fantasia creativa degli agenti immobiliari che ricaverebbero bagni anche dalla nicchia per i contatori della luce e ritengono che l’assenza di una cucina sia un incremento di charme. Si rinuncia, si ricomincia, si spera nel passaparola e nel credit crunch che costringa qualche ex ricco a svendere un trilocale, ma non succede mai. Poi si firma, tremanti, un mutuo trentennale e non si dorme la notte pensando che forse era meglio restare in affitto.

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