giovedì 9 settembre 2010

Are you talkin' to me?

La scorsa estate, una sera feriale come altre, sono uscito con gli amici a farmi una birra alle panchine di un viale abbastanza frequentato.
Prima di spedalare fino alle panchine, però, sono passato in biblioteca perchè dovevo restituire un paio di DVD, e prenderne in prestito un altro paio. Esco con due film: il primo non mi ricordo più, il secondo è Terminator 2. (Se leggendo il titolo avete pensato "Che cagata" o equipollenti, il post vi riguarda particolarmente. E guardate che Terminator 2 non è una minchiata. E' un bel film, un bel film di fantascienza condito da qualche tamarrata. Poi si può anche guardare altro, nella vita, ma Terminator 2 è un bel film)
Arrivo sul viale, ciao a tutti come va, mollo i DVD sul tetto di un'auto parcheggiata lì, stappo la birra e amen.
E invece amen un paio di palle, perchè quando siamo raggiunti da ulteriori amici e conoscenti sul viale, uno di questi, che il cielo lo strafulmini, ha iniziato a percularmi per la scelta del film di JC.
Da lì in poi, guerra termonucleare globale sul cinema, sul cinema americano e sull'estetica del cinema americano. A stracazzo di cane.
Non sto tanto a sintetizzare le posizioni: vi basti sapere che io avevo ragione e lui torto, che abbiamo fatto molto tardi e che a un certo punto il mio interlocutore se ne è uscito con un "Taxi Driver fa cagare perchè ci sono troppe sparatorie."
Troppe sparatorie in Taxi Driver. Troppe sparatorie in Taxi Driver non significa niente, è come dire che in Ladri di biciclette ci sono troppi fiori sui balconi.
Ma vabbè, è sempre esistita, soprattutto in certe fette dell'estrema sinistra, quest'idea poveretta e sfigata da Manifesto nella tasca della giacca di velluto, da kollettivo studentesko universitario e da non so cos'altro ma sicuramente si tratterebbe di un ambiente pigro, dogmatico e perepepè, quest'idea, dicevo, secondo cui il cinema americano faccia cagare. Perchè è troppo violento, casinista, finto, scemo e vuoto. Che poi si spara un sacco, muoiono tutti, è manicheo, borghese e anche un po' oppio dei popoli, il cinema americano.
Che già uno sano di mente obietterebbe "Ma quale cinema americano?" e la discussione finirebbe lì perchè il cinema americano come entità monolitica non esiste; quasi nulla esiste come entità monolitica, no?
Forse c'è la Juve, perchè fa cagare storto sempre e comunque, che vinca o che perda, che giochi bene o che giochi male, ma il resto del mondo è diverso dalla Juve, per fortuna del mondo.
Insomma, quella sera, fra una sbraitata e l'altra abbiamo fatto, sereni sereni, le due del mattino. Alla fine della discussione, ognuno è rimasto della sua opinione e buonanotte che domani mi alzo presto.
Scrivo questo perchè ieri sono andato al cinema a vedere I mercenari. Naturalmente, è una stronzatona col botto, ma è una stronzatona col botto che fa ridere perchè è pacifica e serena, e soprattutto priva di ambizioni. Nemmeno ci ha provato, Stallone, a raccontare una storia: per tutto il film, c'è gente che muore e roba che salta per aria, e poco altro.
Ecco, su un ottimo blog di cose cinematografiche, ho letto questo post e ho pensato a quella discussione là. E non conosco le ragioni per cui un film così, su Repubblica, sia stato recensito da Curzio Maltese: volendo fare lo schematismo facile, ci aspettiamo allora che sul Corriere Mereghetti butti giù qualche editoriale sulla crisi finanziaria.

Mi viene voglia di telefonare al mio amico e chiedergli scusa. Almeno lui, almeno quello, parlando di cinema americano non aveva tirato in ballo Berlusconi:

"Con tenerezza e divertimento in America è stato accolto, riportando il vecchio Rocky agli onori del box office. Figurarsi se non succede da noi, dove gli anni Ottanta sono al governo."

1 commento:

Anonimo ha detto...

Condivido tutto, tranne la giacca di velluto che ogni tanto ci sta!

Gufo Grigio