sabato 30 ottobre 2010

Well, you knew all along that your dad was gettin' wise to you, now

Succede sempre, durante le feste. Succede che un po' di gente comincia ad andare a casa. Magari si sta annoiando, magari ha da fare il giorno dopo, magari son pure fatti suoi. E insomma la gente va a casa.
Quando un po' di gente va a casa, c'è anche un po' di gente che -attenzione- non va a casa. Gente che trova comunque un motivo per stare alla festa, e per costruire alibi attraverso i quali giustificare la voglia di perdere tempo con qualche amico, invece di pensare agli impegni del giorno dopo. Oppure è gente che il giorno dopo non ha impegni del tutto, e siamo punto a capo.
E così fra quelli che non vanno a casa si crea un bel clima, complice e disteso, che crea le condizioni per un tipo di divertimento diverso da quello precedente. Un po' lo spasso dei giapponesi, di chi sfida le circostanze e va avanti a oltranza, senza pensare alla probabile -per non dire certa- sconfitta del mattino successivo.
I veglioni di natale con gli amici, almeno con i miei amici, rappresentano bene questa tendenza. Prima si sta tutti insieme, ci si scambia i regali, si chiacchiera, si sbevazza, si vede gente che erano mesi che non, eccetera.
Poi, verso l'una del mattino, in ragione di quel senso del dovere famigliare che la festa dell'occasione ispira e al tempo stesso celebra, un po' di amici vanno a casa. Che domani c'è il pranzo coi parenti. E quindi.
Verso le due, troppo ubriachi per essere ragionevoli e non abbastanza per crollare addormentati sul divano, rimangono i giapponesi. Sei o sette amici, non di più, che tirano orari improponibili combinando cazzate.
Lo scorso natale, è andata così.
E' andata che a un certo punto ci siamo messi a ballare. E tendenzialmente a noialtri non piace ballare. Epperò ci siamo messi a ballare e cantare duro, fino alle cinque del mattino. Pc, Youtube, casse di amplificazione e via andare. Anche quella volta, come quasi sempre accade in contesti festaioli e tiratardi, la qualità della musica proposta ha intrattenuto un rapporto inversamente proporzionale col tasso alcolico pro capite e soprattutto col trascorrere del tempo. E quindi siamo partiti con belle e ispirate canzoni (tipo Doo wah diddy) poi a canzoni toste ma comunque buone (tipo Immigrant punk) a sconosciuti e gradevoli brani disco balcanici (tipo Disco Partizane).
Dopodichè, il disastro. Purtroppo non ricordo molti titoli. Sappiate però che era robaccia vera, e che raramente l'etichetta trash è stata così efficacemente applicabile. Però era molto tardi, erano le prime ore del 25 dicembre, non eravamo per nulla sobri. Certo, visti da fuori non avremmo dato una grande idea di maturità, però visti da dentro eravamo piuttosto felici.
Ricordo solo due titoli protagonisti di quei bizzarri momenti sociali. Ricordo senz'altro il video-karaoke di Notte prima degli esami, e la nostra naturalmente pessima performance vocale.
E poi la perla della serata. Proposta da un personaggio (avete presente Il mago di Oz? Ecco, invertite le lettere che compongono il nome del regno) capitato alla nostra festa chissà come, e rimasto lì con noi per nostra grande e manifestata soddisfazione. Ecco, a costui, verso le 4 del mattino della notte di natale, è venuto in mente di proporci questa canzone.



Noialtri l'abbiamo accolta come meritava: ballandola alla cazzo di cane, un po' in cerchio e un po' alla rinfusa e chiedendone il bis più di una volta. E ci siamo messi a cantare Maradò, Maradò con toni e modi di cui non andremmo orgogliosi, credo.
Furono bei momenti.
Fu un divertimento molto pirla, adolescenziale e autentico.
E oggi è il compleanno di Diego Maradona.
E io gli auguri glieli faccio, su.

2 commenti:

Nich ha detto...

Ora e sempre "giapponese".
E cmq Maradona grande giocatore, piccolo uomo. Ma gli auguri glieli faccio lo stesso anch'io.
Pelè cmq era più forte!

Gio ha detto...

Giapponese fino all'ultima isola!
Ole' ole' ole' Diego, Diego!