giovedì 19 maggio 2011

Prendersi cura l'uno dell'altro, cantando il rock'n'roll

Settimana scorsa, ho comprato il biglietto per il concerto che gli Arcade Fire (insieme ai White Lies) faranno all'Arena Civica di Milano il 5 luglio. Io sono piuttosto impallinato per i canadesi in questione, e nonostante la comitiva partecipante al concerto sia composta da me stesso e nessun altro, non vedo l'ora di andare a sentirli.
E siccome non vedo l'ora di andare a sentirli, in questi giorni sto trascorrendo abbondanti quarti d'ora su Youtube, guardando filmati di loro vecchie esibizioni. Ci sanno fare, parecchio. E poi sono piuttosto scenografici, soprattutto quando fanno canzoni che prevedono l'utilizzo di violini. Canzoni come Wake Up, il pezzo con cui solitamente chiudono i concerti.
Un'altra piccola cosa che mi ha colpito guardando i filmati è il saluto finale con cui Win Butler introduce il pezzo. Si rivolge al pubblico e dice una cosa tanto bella quanto fuori luogo, in un contesto simile. Una roba che ti aspetti dalla bocca di un genitore che esprime l'ennesima raccomandazione ai suoi figli, un attimo prima di sorridere. Take care of each other. A una quantità di sconosciuti riunitasi per assistere all'esecuzione dei suoi pezzi, Butler dice Take care of each other. E' una piccola cosa da niente, ma in questi giorni è la mia piccola cosa da niente.


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