domenica 23 ottobre 2011

Punti di vista

Volevo dire a Enrico Mentana, intervistato ieri sera da Fazio, che non ho riscontrato nessun problema nella trasmissione e divulgazione delle immagini relative all'omicidio di Gheddafi da parte dei media. Non ci ho visto sensibilità urtate, cattivi gusti o problemi di tipo etico legati alla gestione della notizia. La morte di uno dei tiranni più longevi di questo pianeta è un fatto storico che appartiene alla sfera collettiva: non alla comunità di Cogne o di Perugia, ma a tutti noi.
Volevo dire a Enrico Mentana che a me interessa qualsiasi documento che funzioni come fonte della notizia, qualsiasi immagine che testimoni anche la più lontana angolazione della fine del tiranno.
Volevo dire a Enrico Mentana che a me come a molti altri cittadini delle moderne democrazie occidentali, sono cari i meccanismi informativi che comunicano tutto quello che è successo a un dittatore falciato brutalmente dalle dinamiche della vendetta di popolo che si ripetono in ogni guerra civile; che al tempo stesso ci fanno schifo la forca e la giustizia di piazza, ci ripugnano i processi sommari, ci disgusta anche solo l'idea che qualcuno possa a prendere a calci il cadavere di un uomo. 
Ma quando si tratta di storia, di tiranni morti ammazzati, non c'è nessuna verità che fatichiamo a ingoiare. Anche se contiene crudeltà e abomini, fatti ributtanti e disgustosi, la vogliamo tutta. Vogliamo anche il bis. 
Volevo dire a Enrico Mentana di non porsi problemi. Strozzateci, con la verità. Poi noi ci facciamo un'idea.

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