mercoledì 2 novembre 2011

Qualcosa che è stato inventato molto tempo fa da persone intelligenti

Quando si chiacchiera di storia, di elezioni e di democrazia, insomma di cose gigantesche e complicatissime come molte altre, può capitare che a un certo punto un interlocutore se ne esca con una delle più grosse banalità ricorrenti nell'ambito di discussione. La può esprimere con toni diversi, ma lo fa quasi sempre con l'intenzione dichiarata (e teoricamente assai legittima) di criticare certi meccanismi democratici.
Spesso, ottiene due risultati congruenti: scardinare la minchia agli interlocutori e mandare in vacca la discussione stessa. 
Alla fine anche Hitler ha vinto le elezioni democraticamente.
Come molte altre battutine di questo tipo, l'efficacia dell'affermazione si concentra nella trasformazione di un concetto articolato e multiforme in uno slogan pubblicitario. Millenni di pensiero e prassi risvoltate in una frasetta buona per vendere fette biscottate. Ma è una battutina veicolata da una frasetta, appunto, e l'idea di democrazia che sottintende circoscrive quintalate di sfumature in una secchiata di vernice che passano sotto la formula "suffragio universale". Quello che s'impara fin dalle lezioni di educazione civica alle medie, però, è che il suffragio universale è una condizione necessaria dei regimi democratici. Non l'unica, non la principale: si accompagna infatti ad altri principi paritetici (Va bene. Ok. Ho scritto "paritetici": chiudo il blog) quali libertà di pensiero e di stampa, autonomia dell'individuo, valore della persona, diritti civili e politici dei cittadini, eguaglianza di fronte alla legge e altri ancora.
Che Hitler fece dare alle fiamme il parlamento tedesco una settimana prima di votare e poi a mezzo stampa scaricò la colpa sui comunisti, che Goebbels progettò una campagna elettorale caratterizzata da minacce e pestaggi senza quartiere, che in molte circoscrizioni della Prussia le SS controllassero i voti direttamente nelle urne, che questi ed altri scempi profondamente antidemocratici siano documentati e acclarati storicamente, beh, non importa: è più importante darsi un tono e fare la battutina. 
Ma comunque: è molto facile, quando viene comodo, trasformare la democrazia in un vaso vuoto dentro cui stanno solo le preferenze degli elettori. Ed è molto facile anche l'operazione inversa: denunciare posizioni e istanze antidemocratiche ogni volta in cui si esprimono opinioni scettiche sulla pertinenza elettorale di temi particolari e complessi. 
L'ha fatto Alessandro Gilioli in questo post, dimenticandosi per esempio che la popolazione greca ha espresso democraticamente la sua volontà il 4 ottobre 2009, quando ha eletto il parlamento oggi in carica, delegando ai suoi membri la rappresentanza politica e, fra le altre cose, le decisioni da prendere in materia di politica economica e finanziaria.
Questo meccanismo, lo sanno pure i sassi, si fonda sulle logiche di un criterio generale molto saggio: la consapevolezza per cui le scelte su questioni fondamentali e tecniche devono essere fatte alla luce di conoscenze specializzate e competenze comprovate; conoscenze e competenze che un'intera popolazione, in quanto intera e in quanto popolazione, non può avere a disposizione.
Sul referendum in Grecia, c'è questo post che mette insieme qualche riflessione interessante.

9 commenti:

David Dell'Angelo ha detto...

Ciao Giorgio,
per scelte competenti cosa intendi? specializzarsi in economia per soddisfare i bisogni delle agenzie di rating o piuttosto favorire mafie parastatali sempre piu' 'democratiche'?
Luoghi abusati e comuni? Sara'...aggiungerei comunque due note a margine:
1. converrai che la competenza, oltretutto, latita
2. e che percio' votare alletta quanto rinnovare la patente
Ecco perche' anch'io mi indigno, e voto per la tenda in piazza e la pizza fatta in casa. Fermo restando che anche B., Dell'Utri,..(continui tu?) sono stati eletti democraticamente.

Saluti!
David

GF ha detto...

Faccio fatica a seguirti.
In Grecia la crisi è dovuta principalmente a un sistema economico bloccato, mandato in rovina soprattutto da piani di spesa pubblica scriteriati. Anche in questi ultimi due anni di emergenza, il settore pubblico ha assunto 25000 persone. Io penso che Papandreou faccia bene a seguire la strada indicata da BCE e UE, perché allo stato dei fatti è l'unica che può garantire credibilmente la salvezza dalla bancarotta, con tutte le dannose conseguenze internazionali che questa può avere.

Per scelte competenti intendo una grossa ovvietà: "scelte fatte da persone competenti alla luce di conoscenze approfondite". Non capisco in che modo si possano inserire i bisogni delle agenzie di rating e le mafie parastatali in questo tema: tienile via per il giorno in cui farò un post sui bisogni delle agenzie di rating e sulle mafie parastatali.
Il tuo scetticismo sulla competenza dei parlamentari greci (o di altre nazioni) è molto legittimo. A mio avviso lo è ancor di più lo scetticismo sulla competenza di postini e agricoltori greci, che peraltro hanno già esercitato la loro sovranità popolare nel 2009: ottenendo i risultati che la maggioranza di loro ha espresso.

David Dell'Angelo ha detto...

Mi chiedo cosa ne capisca tu di economia per affermare con tale sicumera che soltanto il "dottorone" economista azzecagarbugli possa affrontare scelte economiche.
E' ovvio? Bene, fai un esempio, argomenta un tantino, altrimenti io che ti leggo mi chiedo se hai considerato cio' che hai scritto o se si tratta invece di arroccato eco istituzionale.
Anch'io ho letto Campanella ma putroppo la realta' e' ben diversa. Per esempio in Italia dei mediocri, quindi non dei competenti, legiferano in materia economica professandosi competenti, scusa ti sembra normale? Parlare di mafie non mi sembra cosi' fuori luogo perche' e' noto il connubio tra mafia e politica, o occorre iscriversi alla bocconi per comprenderlo? Va gia' bene se diventano dei dipendendenti di S & P o Moody's.
I Clash li hai capiti o si e' trattato solo di 'morbillo'?
Tutto cio' per dire che non occorre scomodare Hitler, l'Italia odierna basta e avanza, puoi venire a trovarmi se vuoi rendertene conto!

GF ha detto...

La metto così, visto che ancora al secondo commento fatico a seguirti: se il tuo punto è che la democrazia rappresentativa è viziata da storture e problemi profondi e che in Italia c'è un grosso problema di mediocrità della classe dirigente, beh, sono d'accordo. Ma l'argomento del post è un altro.
Di economia io non capisco nulla: proprio per questo motivo voglio che se ne occupino persone che ne capiscano e non quelle con cui esco a bere una birra la sera. E non percepisco il bisogno di argomentare un concetto generale condiviso in tutte le democrazie sviluppate come quello di rappresentanza, che pure ha le sue crisi e i suoi problemi. Fatico a immaginare una tua famigliarità con la preparazione dei parlamentari greci su questi temi (parlavo di questo, nel post) e spostiamoci pure in Italia. Sono generalmente poco competenti? Sì, forse sì. Sicuramente una fetta dei mille parlamentari che c'è ora è sostanzialmente ignorante. E' un problema enorme, forse il principale in Italia. Ma su questi temi, non penso che la soluzione possa derivare dall'insieme della popolazione che ha eletto quel Parlamento. Perché molto spesso le masse non ragionano, o ragionano male, e fanno scelte mediocri quando non sono sufficientemente informate: la composizione di parlamento e governo attuali mi sembrano due solide dimostrazioni di questa convinzione.
C'è una crisi da risolvere? I più giovani vogliono darsi da fare? Bene, io voglio che ci pensi gente col massimo dei voti, gente che ha trascorso i sabati sera in casa a studiare, che abbia più titoli di studio che amici su Facebook. Ma convincimi tu delle formidabili teorie economiche del meccanico che ti ripara il fanale e del creativo che ti vende il succo d'arancia, piuttosto.
Mai parlato di "soltanto", di "dottorone" e di "azzeccagarbugli" ma sentiti libero di deformare le mie parole come preferisci: è un'attività facile e soddisfacente, soprattutto in rete; un posto molto grande in cui commentare le cose che scrivo non è obbligatorio.
Ps: eco è un sostantivo femminile, e i Clash erano musicisti formidabili che di economia capivano quanto me, forse meno.

David Dell'Angelo ha detto...

Giorgio..
guarda che eco al singolare maschile e' correttissimo, un dizionario te lo puo' confermare, altrimenti leggi qui:

http://faustoraso.ilcannocchiale.it/2007/11/11/un_eco_correttissimo.html

ma studi lettere o sbaglio? Forse troppi amici su facebook, ultimamente?

Anch'io sono per la competenza qualora non sia asservita. Cioe': non me ne importa un fico se uno passa la vita a studiare se poi ha come unico scopo servire potenti e mafiosi.
Quando la competenza non guarda al popolo, quando non scende tra le strade della povera gente, a mio avviso diviene una cosa soltanto: antidemocratica.
Percio' meglio postini, meccanici o agricoltori che quelli per cui voti tu.

GF ha detto...

La Crusca sostiene che in greco il genere del termine è femminile e che esiste comunque un uso al maschile. Ho scritto una cosa inesatta, insomma.
E complimenti per la battutina sui miei studi: un sostanziale contributo alla discussione, che per quanto mi riguarda finisce qui.

David Dell'Angelo ha detto...

Guarda che hai cominciato tu con "il sostanziale contributo", mica io, almeno verifica prima di correggere
Spero che possiamo continuare la discussione ( a mio giudizio interessante) in altra sede, che ne dici?

GF ha detto...

Avrei dovuto farlo, hai ragione. Scrivo tante minchiate, questa è solo l'ultima. Detto questo, continuerò a coniugare "eco" al femminile.
L'elemento interessante del post che hai linkato è che molto probabilmente lo studente ignorava la possibilità di un impiego al maschile, ma ha comunque scritto una cosa corretta. ["Correttissimo", come scrive l'autore del post, mi sembra un uso improprio di un aggettivo il cui significato, applicato alla morfologia di un termine, non può conoscere superlativi. O è corretta o non lo è: e se lo è, non può esserlo molto, o poco.]

Quanto ai commenti, qui vorrei che siano dedicati al tema particolare del post. Vorrei che si cerchi di far progredire la discussione. In questo caso, si trattava della sovreccitata indignazione di chi attribuisce posizioni antidemocratiche a chiunque abbia dubbi sulla pertinenza referendaria di temi tecnici, complessi e incasinati. E' un'indignazione che prende piede da un malinteso senso di democrazia, e di una sua riduzione a un unico elemento, cioè il suffragio universale. Questo, dicevo. Tu al primo scambio hai parlato di mafia, di agenzie di rating e un pochino di Berlusconi. Secondo me hai parlato d'altro.

Fosse per me, discuterei di qualsiasi cosa con chiunque: è uno dei motivi per cui ho aperto il blog. Sono quindi molto favorevole a proseguire la discussione in altra sede (ma non stai in Francia?) anche perché ricordo che discutevamo parecchio qualche anno fa.

David Dell'Angelo ha detto...

Credo siamo d'accordo sul fatto che 'la democrazia rappresentativa sia viziata da storture', per argomentare ho riportato alcuni esempi, se li ritieni non pertinenti non vedo cosa possa farci.

Ho sempre ritenuto che votare fosse importante, oggi non ne sono piu' cosi' convinto, visto anche l'andazzo. Ho come il forte sentimento che il sistema di rappresentanza possa essere migliorato, perche' quando voti di fatto non partecipi bensi' deleghi, ci hai mai pensato?

Secondo me l'autore sa discernere tra cio' che e' e cio' che non e', l'utilizzo del superlativo non e' in tal caso ridondante, al massimo un tantino audace, concede pero' un po' di brio al periodo: "eh no, caspita,
e' proprio corretto!"

Altra sede: quando torno in Italia o quando, mi auguro, passerai a trovarmi a Rennes