lunedì 9 gennaio 2012

Non è peccato, e non è Marx ed Engels

Carcarlo Pravettoni era uno dei personaggi più divertenti degli anni d'oro dei gialappi a Mai dire gol. Era interpretato da Paolo Hendel, e aveva la caratteristica di essere tanto ignorante quanto cinico, tanto surreale quanto verosimile. Una delle sue battute più efficaci sta qui, e faceva così: "Sono strani, questi poveri. Vivono in case malsane, fredde e umide. Mangiano poco, e male. Vi sembran furbi?! Se la cercano."
Lo sketch c'entra sì e no, forse più no che sì, con quello che sto per scrivere ma mi è rimbalzato in testa subito dopo aver assistito all'intervista di Fazio a Monti ieri sera. Tra le tante cose equilibrate e sagge (e interessanti, come la sintesi delle evoluzioni storiche del mercato finanziario negli ultimi 50 anni) che ha detto, il presidente del consiglio ne ha detta una che probabilmente va di traverso a molti giovinastri più o meno di sinistra come me. Ma è una cosa giustissima che non deve essere percepita come antitetica alle istanze di giustizia sociale, semmai come suo principio complementare. Monti ha detto che la ricchezza è un valore. Essere ricchi non è una colpa, aggiungo io: è un merito o una fortuna, o entrambe le cose.  Godere di un benessere superiore alla media della popolazione è una cosa di cui essere orgogliosi nel primo caso e consapevoli nel secondo. Orgogliosi e consapevoli: niente di più, niente di meno. (Si parla di ricchezza accumulata nel rispetto della legge, naturalmente: non fate i piripiri nello spazio dei commenti.) (Che poi con chi parlo? C'è un commento ogni 10 post, qui.) (In ogni caso ci siamo capiti.)

Da questa banale riflessione potrebbero scaturire ulteriori considerazioni sulla natura tutto sommato feconda dell'invidia come sentimento di progresso personale e non come canale emotivo di odio del prossimo, quando esercitato con modalità costruttive ed equilibrate: ma facciamo un'altra volta.
Ps: ha detto anche che le tasse bisogna pagarle, naturalmente. E il suo stile di vita complessivo è refrattario a qualsiasi atteggiamento sbanfone come quello scolpito nella memoria collettiva da questo spezzone qui.
Pps: non mi ricordo più dove ho letto una cosa per me essenziale nella formazione personale dei criteri di orientamento tramite cui giudicare ruolo e statura di un politico. La sintesi di quell'insegnamento fondamentale è il seguente: se non usciresti a berci una birra ma vorresti averlo a fianco il giorno in cui ti presenti in banca a chiedere un mutuo per la casa, è opportuno considerare l'idea di votarlo.
Monti corrisponde: mi sento rappresentato da lui solo in una certa misura, ma da ieri sera sono un suo sostenitore.

3 commenti:

david ha detto...

Penso che Monti sia stato (volutamente) un po' vago sull'argomento. Piu' preciso fu senz'altro come saprai Lutero 500 anni fa , che tra le tante indico' la ricchezza come qualcosa di positivo sdoganandola da colpe e turbe cattoliche. Ma attenzione, ad una condizione: guadagnare va bene ammesso che il capitale sia investito, per farla breve. (Taccio su Weber altrimenti dovrei spiegare peche' secondo me il capitalismo non e' nato con lui o Lutero o Calvino e compagnia ma con la religione ebraica, interessante ma si farebbe notte). L'accumulo, l'ostentazione restarono un male e non un indice della segnalazione divina.

Percio' credo che Monti faccia male a sorvolare su una differenza che conosce bene e che ritengo di importanza CAPITALE. Perche' credo che il lusso sia semplicemente antidemocratico, oltre che volgare.
Il problema di molti giovani di sinstra e' che leggono Marx, un borghese che non ha rivoluzionato niente e ignorano Lutero che invece ha rivoluzionato tutto.
Detto cio', anch'io sono un sostenitore di Monti (e in generale dei governi tecnici) ma credo per ragioni in parte differenti alle tue. Alla stampa italiana sfugge quanto Monti, piu' della Merkel, stia facendo per accreditare il governo centrale europeo a scapito delle sovranita' nazionali. Cioe' un'Europa governata da tecnici (mi auguro) e filiali nazionali tagliate su modello Visentini, coie' con partiti che non contano una cippa.
E a me cosi' piacerebbe.

Ma tu poi sei piu' luterano o calvinsta? Un augurio di buon anno

GF ha detto...

Sul lusso non sono d'accordo, per due motivi: il primo è legato a un principio basilare di libertà, e cioè che ognuno i soldi li spende come gli pare. Il secondo è legato a una considerazione economica: come altre fette di mercato, il comparto che gira attorno ai beni di lusso genera ricchezza a sua volta e la distribuisce a pezzi di società meno ricchi e prosperi. Per fare un esempio riduttivo ma -spero- efficace. Insomma, l'eccentricità di Elton John non è solo legittima, ma paga anche l'affitto a persone -parrucchieri, pubblicitari, giornalisti, commercialisti- che senza quell'eccentricità non avrebbero un lavoro. La volgarità è un argomento che appartiene al tema più ampio dei gusti e delle preferenze personali: spero non se ne voglia fare materia di dibattito politico.

Fra Lutero e Calvino, senza dubbio Lutero. Più rock'n'roll e battagliero con il Vaticano e soprattutto non degenerato nelle menate della predestinazione.

Detto questo: mia mamma è un'impiegata in pensione, mio padre ha fatto l'operaio alla Piaggio per 20 anni e io sono un disoccupato fieramente ateo.

GF ha detto...

Dimenticavo: auguri anche a te, e grazie del commento.