venerdì 24 febbraio 2012

Che mi tocca scrivere

Disprezzo in modo piuttosto persuaso l'attività politica di Daniela Santanchè, ma ritengo giusto difenderla dall'idiozia contenuta in questo banner che circola in rete da un po'. Diversi miei amici di Facebook l'hanno condiviso. Alcuni di loro votano a sinistra.
Lo so: è un banner del cavolo, messo su da chissàchi e vai a sapere per quali ragioni. Di per sè è una cosa da poco. I problemi sono altri. Condividere non costa niente. Un click. Però penso che questo piccolo fenomeno contenga un frammento di un problema più ampio, che val la pena discutere e ridiscutere. 
E' (è stato?) uno degli effetti più preoccupanti dell'antiberlusconismo, cioè l'abdicazione alla ragionevolezza e all'analisi delle cose in nome di una battaglia politica senza quartiere. Dato che il fine è combattere la fazione avversaria, qualsiasi mezzo lo giustifica: vale tutto, liberi tutti. 
Attenzione: non sto dicendo che tutti gli antiberlusconiani abbiano adottato questa strategia. Però molti sì, e il risultato è stato un rischieramento, straordinariamente sintetizzato da Staino con questa striscia, di un sacco di persone di sinistra su posizioni rigide, conservatrici, manettare: posizioni di destra. Poi c'è il sospetto che siano posizioni espresse così, un po' per influenze esterne e un po' per dire questo invece di quello. Ma è un sospetto che non mi convince del tutto, che non cancella la sensazione che un pezzo dell'opinione pubblica viva il dibattito politico da una prospettiva à la guerre comme à la guerre.
E siccome vale tutto, siccome la missione è più importante degli strumenti con cui si cerca di portarla a compimento, vale qualsiasi tipo di aggressività, vale ogni cattiveria da bar. Vale perculare Brunetta perché è basso, Ferrara perché è obeso, Tremonti perché soffre di rotacismo. Vale anche dare della bocchinara a una che sta dalla parte di Berlusconi: come fanno certi ragazzi con i loro pennarelli sulle porte del cesso, a scuola. 
Come se la cosa in sè possa configurare un'offesa: e anche se fosse, non si offendono gli avversari politici. E' una manifestazione del rischieramento di cui sopra: sostenere posizioni da preti pur di dare addosso a uno che sta nella fazione opposta. Mentre qualsiasi posizione laica e progressista non può andare oltre la riaffermazione di un principio definitivo: finché non mette in discussione la compatibilità del suo stile di vita con la carica politica che ricopre, Daniela Santanchè ingoia quel che le pare. Daniela Santanchè col suo corpo fa quel cazzo che ha voglia.

2 commenti:

Isa ha detto...

È vero, sono sostanzialmente d'accordo, anzi, razionalmente. Perché un insulto ignorante ed estemporaneo ogni tanto è molto liberatorio.. Bella la striscia di Staino.

GF ha detto...

C'è un'altra vignetta pronta all'occorrenza, questa volta è di Altan: http://4.bp.blogspot.com/_oEYL4Ajzpmw/SScRu_Ajt_I/AAAAAAAAAh0/5BM5llTJ_OA/s1600-h/Altan_prot.jpg