martedì 6 marzo 2012

Scrivesse un elzeviro sulla superiorità degli ombretti in crema su quelli in polvere, ogni tanto

Antonio Scurati ha scritto una riflessione sulla figura di Caino e il suo rapporto con la letteratura. E siccome quando c'è da ragionare sulle lettere maiuscole è ancora uno molto bravo, ha scritto cose molte interessanti. Qui.
Nel frattempo ha inaugurato un progetto appassionante e avventuroso che richiede a una quantità di scrittori di stroncare impietosamente l'ultimo romanzo che hanno scritto. L'operazione gli è riuscita molto bene:
“E poi, se la vogliamo dir tutta, non si può essere anti-moderni, anti-umanisti, anti-occidentali e aver anche la pretesa di essere anti-fascisti (si vedano le dichiarazioni dell’autore in proposito). Guerra tra le razze, geopolitica della violenza, ritorno del servaggio, odio-anticinese, eugenetica e politiche demografiche. Questi i veleni che maneggia il romanzo. E di questi s’intossica. Alla fine scoprimmo che non esistono antidoti, solo veleni più lenti”, vi si legge. E’ l’unica riga condivisibile de La seconda mezzanotte. Perché qui il libro sta parlando di sé.

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