venerdì 6 aprile 2012

Uno sporco lavoro

Twitter. Di Pietro linka un pezzo di Travaglio. Lo leggo. M'incazzo. Lo so, dovrei studiare. Però ho letto questa cosa e ci faccio un post, perché ci sono poche cose che mi infastidiscono più della retorica di chi pensa di portare il peso del mondo sulle spalle. 
Travaglio ha scritto questo, comunque, e io lo commento sotto:
Sempreché sia vero che il governo ha fatto retromarcia sulla cosiddetta “riforma” dell’art. 18, 
Certo che è vero. E non ha fatto retromarcia, l'ha modificato. Ed è una riforma -criticabile come tutte le riforme- senza virgolette, non è cosiddetta e non riguarda solo l'articolo 18. Naturalmente Travaglio conosce tutti i fatti che ho appena elencato, ma li distorce uno ad uno inserendo il suo punto di vista e orientando automaticamente la posizione del lettore, che quasi sempre è convinto che Travaglio riporti i fatti, appunto.
è soltanto grazie alla Fiom, alla Cgil, all’Idv, a Sel, a un paio di programmi televisivi (tra cui Servizio Pubblico) e a un altro paio di giornali (tra cui Il Fatto), che hanno costretto Bersani a mettersi di traverso, sebbene l’ala confindustriale del Pd non ne volesse proprio sapere.
Qui le stupidaggini e le falsità s'intrecciano mirabilmente. Bersani ha da subito espresso diverse perplessità sulla prima bozza Fornero, sia di merito che di metodo. E le ha espresse con una linea indipendente da quella CGIL o Idv o Sel, tutti soggetti del dibattito che hanno criticato diffusamente le posizioni del segretario. E che vorrebbe dire che Fiom ed eccetera hanno costretto Bersani a mettersi di traverso? A nome di che? In che modo? 
In assenza di queste poche voci libere che fanno stecca nel coro del pensiero unico, 
Retorica complottista. E non si capisce perché Sel e Idv siano voci più libere di Pdl e Lega, per esempio. Sono libere tanto quanto.
il governo Monti sarebbe andato avanti 
Irrilevante perché non dimostrabile. Aggiungere un "probabilmente", magari.
come un caterpillar, spianando i diritti dei lavoratori e regalando un’altra arma di ricatto agli imprenditori.
Immagine e lessico denigratori. Infondata la cosa del ricatto degli imprenditori, data la posizione di Confindustria. Il ricatto è un reato.
È una buona notizia, perché dimostra che nulla è ineluttabile, nemmeno dinanzi al sacro totem del “ce lo chiede l’Europa”. 
Notiziona.
Quando pezzi importanti di società civile trovano un canale per manifestare visibilmente il proprio malcontento,
Quand'è che pezzi importanti di società non trovano un canale per manifestare visibilmente il proprio malcontento?
lorsignori 
Complotto.
sono costretti a tenerne conto, 
E perché sono costretti? E da chi? E come?
anche se dispongono della più bulgara maggioranza politica, culturale e mediatica dai tempi del fascismo.
Complotto più distorsione: prima parlava di Bersani, ora della maggioranza parlamentare e del governo.
Ma a questo punto qualche domanda si impone. 
Eh. Non dirlo a me.
Se, salvo trucchetti dell’ultim’ora, il governo ripristina la possibilità di reintegro giudiziario contro ogni tipo di licenziamento, compreso quello giustificato o mascherato da motivi economici, e cioè tutto torna come prima, che la fanno a fare la riforma dell’articolo 18? 
Complotto più illazione più ridicolizzazione dell'avversario. In base a quali elementi concreti si paventa la possibilità che il governo rimodifichi la bozza? 
E, se Monti dice la verità quando afferma che la retromarcia non inficia la portata “storica” della riforma, perché per ottenerla ci son voluti tre mesi di braccio di ferro con Fiom e Cgil, scioperi generali, mobilitazioni di migliaia di lavoratori? 
Argomento superficiale. Monti considera sia la prima versione che la seconda storiche. La seconda gli piace di meno, ma secondo lui resta storica. Il resto è una cosa di compromessi politici.
Se, nonostante il ritorno al reintegro, la riforma rimane storica, europea, foriera di formidabili investimenti esteri, sviluppo, lavoro e crescita, perché il governo voleva abolire il reintegro, giurando che reinserirlo avrebbe fatto infuriare l’Europa, la Bce, i mercati, lo spread, dimostrando che “il Paese non è pronto per le riforme”, impedendo al governo di salvare l’Italia e causandone la caduta?
La domanda è la medesima di prima. Il mio commento pure. Faccio notare il metodo giornalistico di rovesciare una quantità di elementi eterogenei e a loro volta complessi e articolati in qualche riga da cui si esce storditi, con il suggello finale di una citazione virgolettata fuori contesto. E poi cose come "Il governo ha giurato", sono di una sciatteria notevole.
Delle due l’una: 
Col cazzo. Le cose sono complicate. Delle due l'una, nessuna o centomila, semmai.
o Monti e madama Fornero 
Storpiatura ridicolizzante.
mentivano ieri sulla riforma prendere-o-lasciare, oppure mentono oggi sulla riforma lasciata. 
Qui c'è il colpo di genio. In una riga sola, Travaglio butta giù per lo sciacquone la distinzione fra opinione e verità, formalizzata all'incirca 2500 anni fa negli ambiti del pensiero classico greco. Monti e Fornero erano convinti che A fosse la riforma migliore. Hanno fatto la riforma B in ragione di un compromesso con un partito (il Pd) che sostiene il governo. Travaglio dice che hanno detto una bugia. E allora mambo.
È importante saperlo, in vista delle “riforme” prossime venture: anch’esse saranno giustificate con l’Europa, i Mercati, lo Spread, lo Sviluppo, il Salva-Italia. 
Illazione più affermazione parziale. Non tutte le prossime riforme saranno giustificate con l'Europa, non necessariamente e non con questo grado di certezza.
Ma non è detto, anzi la parabola dell’art. 18 lo farebbe escludere, che sia sempre tutto vero. I giornali, sull’art. 18, si erano divisi. Il Fatto e il manifesto chiedevano la possibilità di reintegro giudiziario sempre e comunque, per ogni tipo di licenziamento. Su Repubblica lo scrivevano Mauro e Giannini, ma non Scalfari, convinto che Monti sia Cavour reincarnato e dunque attestato sull’irrilevanza dell’art. 18. Corriere, Stampa, Messaggero, Sole 24 Ore, Giornale, Libero, Tempo e Foglio erano invece spalmati sulla linea dura di Monti&Fornero prima della cura. 
Quindi la stampa si è divisa sulla riforma del mercato del lavoro. Notiziona/2.
Ora è comprensibile che la stampa berlusconiana schiumi di rabbia per la ritirata sul reintegro (“Monti cala le brache”, titolano in stereo Sallusti e Belpietro). Ma è stravagante la posizione del Corriere: gli andava bene la riforma senza reintegro, gli va bene la riforma col reintegro. 
Che c'è di strano? Ammesso che "il Corriere" condivida una posizione unica sul tema, che c'è di strano ad apprezzare la prima bozza e la seconda? Evidentemente lo fanno in misura diversa, con toni diversi, con entusiasmi diversi. Trapela, dal procedimento di Travaglio, un'impostazione binaria e manichea, estranea alla valorizzazione delle sfumature e al ragionamento sulle cose. Mah.
Ma come: i pompieri della sera 
Storpiatura ridicolizzante
non ci avevano spiegato che chi voleva il reintegro era un pericoloso sovversivo, un residuato bellico da rottamare, un nemico del riformismo e del cambiamento?
Ce l'hanno spiegato solo se l'hanno scritto. Io non ne ho idea, ma Travaglio non cita nessuna fonte circostanziata. E i toni giornalistici del Corriere sono solitamente estranei a quel tipo di registro.
Viene in mente il caso del Tav Torino-Lione: grandi partiti e grandi giornali plaudivano al primo progetto da 25 miliardi, ora plaudono al secondo da 5-8 (low cost). Ma, se si è passati dal primo al secondo (entrambi inutili, ma almeno si risparmia), è solo grazie alle lotte del movimento No Tav, sempre dipinto come un ferrovecchio passatista e allergico al nuovo che avanza, anche quando diceva del tracciato A le stesse cose che oggi dicono i tifosi del tracciato B. Sull’art. 18, sul Tav, sulla corruzione e su tutte le questioni cruciali, la grande politica e la grande stampa non ne hanno mai azzeccata una, però seguitano a insegnarci a vivere. 
Lo so. Fare le pulci in questo modo è un esercizio a sua volta discutibile, forse anche un po' capriccioso. Ma una persona che abbia un residuo senso delle cose può scrivere, sinceramente e a ragion veduta, che sulle questioni cruciali la grande politica e la grande stampa non ne hanno mai azzeccata una? Mai? Nemmeno una volta, su nulla? Fecondazione assistita, guerra in Irak, elezioni negli Stati Uniti, conflitto arabo-israeliano, nucleare, pena di morte, surriscaldamento globale. Grandi partiti e grandi giornali non ci hanno mai capito un cazzo. Non state a spiegarmi cos'è un'iperbole, lo so benissimo: ma questo qui riporta i fatti. E dopo aver denunciato l'incapacità di comprendere le questioni cruciali di cui sarebbe affetto qualche migliaio di persone, si lamenta del fatto che quelle stesse persone "seguitano a insegnarci a vivere". Mica come lui. (A parte che non c'è niente di male, nell'insegnare ad altre persone a vivere: bisogna vedere come lo si fa, al limite.)
Come cantava De André, “la gente dà buoni consigli se non può dare cattivo esempio”.
Poi cita De Andrè, uno a cui facevano schifo i giustizialisti forcaioli come lui: e si dimentica pure di scrivere l'avverbio "più", prima di "dare". 

30 commenti:

david ha detto...

Come ammetti, quanto scrivi é discutibile e le tue osservazioni si commentano da sole. Travaglio sa scrivere e diverte, soprattutto non é schierato e lo preferisco ai tromboni di sinistra, come preferivo Montanelli. Non sempre sono d'accordo su quello che scrive, per dire io non citerei De André visto che Faber é soltanto uno che si é costruito un personaggio e che ha capito come fare di certi temi un marketing, insomma niente a che spartire con Brassens.

Comunque ho una proposta, visto che sono malato. Niente di grave: quando vedo un politico sono soggetto a pruriti. Dipendesse percio' da me, avrei già preso a pedate tutti i partiti a cominciare dal Pd, per appunto recare sollievo alla malattia di cui sopra.
Ma credo in coloro come te che sono animati da voglia di fare e innovare. Cioé, piuttosto di fare le pulci qua e la uniamo gli intenti indipendentemente dal punto di partenza, lavoriamo bene e doniamo al nostro Paese una grandezza pari alla sua bellezza.

GF ha detto...

Non contesto che Travaglio sappia scrivere, nè che sappia divertire i suoi lettori: contesto la pigrizia e l'inclinazione quasi dogmatica di molti suoi lettori alla persuasione che "riporti solo i fatti". Non è vero, non lo fa: il suo metodo giornalistico è anzi agli antipodi del distacco e dell'imparzialità legati alla freddezza della cronaca. E penso che l'impoverimento della qualità giornalistica passi anche attraverso la sua disposizione a ridicolizzare i suoi avversari con nomignoli insultanti e soprattutto il suo odio ideologico per Berlusconi e i suoi. Travaglio ha votato Lega, nel '96, proprio per premiare il partito che ha fatto cadere il Cav. Dimmi te.
Quanto a me, ti ringrazio per le parole di stima. Sull'unione d'intenti, nel mio piccolo sto cercando di migliorare Rivolta -e quindi di migliorare il mondo- anche lavorando insieme a persone diversissime da me per curriculum, orientamento politico e stile di vita. Si tratta di avere voglia di fare cose insieme, e poi di mettersi a farle. Io ci sto provando, un pochino. Spero di riuscirci.

david ha detto...

Certo che a Rivolta puoi fare bene, pero' vedi non ti capisco. Mi pare che tu sia laureato in lingue, converrai che é paradossale che tu stia li', con i tuoi titoli dovresti frequentare le universta' europee e non solo, fare ricerca magari,
il tuo contributo sarebbe speso meglio, se puoi vuoi perdere tempo... non raccontarti la balla che non ti cambia nulla, cambia e come, e lo sai.

Spero tu possa smentirmi, ma a R. i seniors costruiscono casone e i giovani si drogano. Io non vedo altro, quando passo. Noia, molta noia, nessun punto di vista, zero opinioni, boh.

GF ha detto...

"Paradossale" è un'espressione probabilmente un po' troppo forte, ma credo di aver capito cosa intendi. Sto pensando all'opzione "estero" in questo periodo, ma prima di percorrerla -consapevole del fatto che non sia comunque una passeggiata, per quanto stimolante e anche fatta a forma di alcune mie ambizioni personali- lascio aperta la possibilità di ottenere l'abilitazione all'insegnamento nelle scuole italiane. Scelta fra le più sventurate e faticose, per una quantità di motivi, ma non riesco a pensare a un mestiere più appassionante, utile e soddisfacente dell'insegnamento delle cose che so a persone più giovani di me.

A Rivolta ci sono persone che costruiscono case e persone che si drogano, certo: ce ne sono ovunque. Immagino ce ne siano anche dove vivi tu. Mi avventuro nell'ipotizzare che se non vedi altro quando passi di qui è perché vedi -in quello che deduco essere il poco tempo che ti lasciano i rientri famigliari- principalmente quello che cerchi, e cerchi principalmente persone che costruiscono case e persone che si drogano: ma magari mi sbaglio.
Però altra roba c'è. Sono reduce da una serata di presentazione della consulta giovani che stiamo mettendo in piedi: c'erano una trentina di persone dai 16 ai 29, e altre hanno già manifestato interesse e voglia di partecipare. Le cose si fanno: bisogna però mettersi a farle.
Se invece l'intenzione della tua, diciamo così, semplificazione della vita rivoltana appartiene al tema più ampio dell'impoverimento sociale e culturale dell'Italia e di conseguenza dei piccoli paesi di provincia, credo di condividere la tua posizione, sommariamente. Ma non posso fare a meno di registrare una contraddizione con l'esortazione finale del tuo primo commento: come facciamo a restituire all'Italia una grandezza pari alla sua bellezza, se non stiamo in Italia?

david ha detto...

No, non ce ne sono. Certo che ce ne sono anche qui, che discorsi. Ma te ne prego, stai comodo, inutile che ti avventuri: non ho iteresse per le droghe, si' magari giusto un fungo ad Amsterdam o una cannetta coltivata, e non giudico chi si fa una pera, c'é di peggio, per esempio D'Alema, il problema e la mafia e la codardia del singolo. Tutti che si nascondono anche per fumare una canna, lo trovo insopportabile.

Comunque, guarda, sono perplesso, considera il mio uno sfogo personale. Immagino tu sappia del ritorno in grande stile dell'eroina in lombardia e dintorni, pare di origine africana, non ne so pero' piu' di tanto. Un tempo era diverso: ci si ritrovava per visionare i grandissimi capolavori russi, Tarkowski per dire, o ci si organizzava per la rassegna all'Oberdan su Herzog, ora si organizzano per andare a Corvetto.

Si', si puo' contribuire anche dall'estero. Quando fai ricerca e pubblichi sei letto ovunque, inoltre io collaboro ancora con la mia universita' precedente. Il tuo contributo potrebbe essere pero' piu' generoso, uno che ha studiato lingue é in potenza un mediatore culturale, in atto dipende da te.

Hai proprio ragione su 'paradossale', grazie, purtroppo per pigrizia talvolta
pesco parole a caso e non sempre ho la fortuna di trovare qualcuno che mi corregga. Comunque un augurio di buon lavoro, per progetti vicini e lontani.

GF ha detto...

Ho l'impressione che dietro l'espressione "ci si ritrovava per vedere i grandissimi capolavori russi" ci sia un ricordo rappresentativo di alcunché, eccezion fatta per le pochissime persone che preferivano Solaris a Titanic e Pulp Fiction, o la lettura al pallone all'oratorio.
Alle medie avevo in classe diversi compagni che trascorrevano il sabato sera in discoteca, spesso e volentieri buttando giù pastiglie di ecstasy. Conosco più o meno direttamente tutti i ragazzini che frequentano le medie di Rivolta oggi, ed escludo -a ragion veduta: li conosco, ci passo del tempo, ci lavoro insieme- che tra di loro si riproduca il fenomeno a cui ho assistito io. Le cose cambiano in modi e tempi molto più complessi e articolati di quanto non racconti la frase "Un tempo era diverso", a cui peraltro si affidava anche Marco Tullio Cicerone, 2000 anni fa, e a cui si affideranno anche le persone cui capiterà di vivere sulla Terra tra altri 2000.
Accolgo il tuo spunto sui contributi dall'estero, ma mi sembrano piuttosto indiretti: a questa stregua, contribuisci pure all'arricchimento scientifico e culturale del Canada e dell'Indonesia, senza particolare impegno per le sorti italiane. (E naturalmente la cosa per me non è un problema, anzi, da questo punto di vista sono fautore persuaso del cosmopolitismo)
Grazie per gli auguri, che ricambio. A proposito, che stai facendo in questo periodo?

david ha detto...

Se citando, Cicerone fai riferimento al 'Cato Maior de Senectute', ok, ho compreso l'antifona ed é un modo elegante di fare ironia, mi ha divertito al punto
di averne riso per mezz'ora, rileggendo anche certi passaggi. Pero' aspetta un attimo: non intendo parlare di 'un tempo' in quel senso, la mia scala temporale é assai piu' ridotta - solo 5 anni fa ..- e sono preoccupato ( e questo non ha nulla a che vedere con decadenze culturali e non, in Italia e non.)

In questo periodo faccio l'ammalato, ho la grippe et ça tombe vachement bien. Infatti domenica ci sono le elezioni presidenziali, quindi letto, giornali e riviste, the, biscotti e agrumi. Proprio pendsando alla politica oggi pensavo:
'Che diro' io degli studi meno severi dove pero' e' necessario un pronto ingegno?'

GF ha detto...

Riprenditi, allora: e speriamo che con te si riprenda pure la sinistra francese.

david ha detto...

Sicuramente non mi perdero' il 6 maggio la festa della gauche a place de la Bastille, tutti i sondaggi danno per favorito il PS e il momento é davvero storico, lo vivo con gaiezza. Comunque l'unico partito per il quale voterei é quello di Eva Joly, i verdi. Anche i partiti di estrema sinistra non mi dicono nulla, parlano solo di imposizione all'assunzione come se una vita felice e ben spesa dipendesse solo da cio', che miopia.

Riguardo all'Italia sono contento delle stime per Grillo al 7%, faro' il possibile per aiutare il movimento, anche economicamente, finché un partito non rinuncerà ai 'rimborsi' (aboliti) non lo votero' mai, tu che ne pensi?
A te invece auguro sinceramente di rendere il PD un partito migliore. A proposito, come é finita con il giornale creato prima delle elezioni comunali? Ha avuto un seguito?

GF ha detto...

Sul tema del finanziamento ai partiti (abolito, come ricordi esattamente: si parla di rimborsi elettorali, con l'ipocrisia accessoria di calcolare la misura del finanziamento indipendentemente dalle spese sostenute in campagna elettorale) penso che sia giusto e necessario che esista un sistema di finanziamento pubblico ai partiti, ma penso pure che in questa fase qualsiasi pezzo di società italiana si debba infilare in tasca sacrifici e ridimensionamenti, e che i partiti -per il loro ruolo- debbano essere i primi a farlo.

Di Grillo abbiamo già discusso in passato, credo. Penso che rappresenti un pezzo non trascurabile del peggio di questo paese: inclinazione cronica a individuare complotti in qualsiasi vicenda, ricorso a un linguaggio ridicolizzante da cui riecheggiano -nemmeno così timidamente- certi registri propagandistici in voga durante il fascismo, e soprattutto un progetto politico che si esaurisce nell'indignazione sistematica e nel populismo più deteriore. Il suo successo per me è sintomo di un problema, e manifestazione tangibile della crisi politica in corso: è a sua volta un problema da risolvere.

Il giornale del gruppo civico ha avuto seguito, fortunatamente. Si è prevedibilmente ridotta la frequenza periodica -stiamo preparando il quarto numero in circa un anno- ma è rimasto uno strumento efficace a disposizione del gruppo civico, con una diffusione capillare nelle case dei rivoltani. Stiamo anche mettendo mano al sito istituzionale e progettando una newsletter cartacea fatta di contenuti e aggiornamenti informativi. E poi c'è il blog, in cui scrivo le cronache delle sedute consiliari. Comunicare è fare politica, del resto.

david ha detto...

Vedi, per me e' il PD a rappresentare parte del peggio eccetera, per come macina malaffare e corruzione, per i dirigenti, inetti e privi di qualifiche (in quanti hanno almeno la laurea? per inciso: l'Italia e' l'unico paese dove con la laurea sei nominato Dottore, una vergogna !! Ha ragione il minstro Fornero), per aver introdotto i Calearo, per come ha rovinato la televisione pubblica, per aver trasformato l'Unita' in uno zerbino (che paghiamo noi), per aver barattato il Diritto con posti di lavoro, perche' come gli altri partiti comporta solo ingenti spese e zero benefici, perche' col referendum si era deciso che NON era 'giusto e necessario un sistema di finaziamento pubblico', per come insomma ci prendono in giro.

Poi i populisti sarebbero gli altri. A tal proposito, una nota. Dare del populista a Grillo implica automaticamente dare dell'imbecille a chi ne condivide le idee, e lo trovo poco carino. Perche' di condivisione si parla, non di leaders o di gerarchia: io ritengo gia' da tempo che ciascuno debba assumersi le proprie responsabilita' e diventare parte attiva della cosa pubblica RIFIUTANDO il metodo di rappresentanza che garantisce un pensiero acritico e di conseguenza condizionabile, cosi' come penso occorra scardinare i chavistelli di musei e teatri, colonne portanti dell'egemonia culturale, e cambiare l'Universita' in un elemento di disfunzione e di critica del sistema capitalistico, battersi per piu' posti di lavoro significa solo favorire le lobbies, credo che Grillo e indignados siano d'accordo.

Percio' ritorno al mio primo commento: evitiamo il 'tagging' offensivo e uniamoci dove possibile su temi e contenuti.

GF ha detto...

Il tuo commento sul Pd è la sintesi perfetta dei motivi per cui detesto Travaglio e Grillo: rovesciare una quantità di elementi eterogenei, slegati e indipendenti fra di loro in un mescolone retorico in cui non si approfondisce nulla. Però è un mescolone, e formalmente fa un certo effetto. Se non fosse che latita di qualsiasi riferimento circostanziato a elementi concreti. Non sto dicendo che non ci siano -non lo so, perlomeno: convincimi, son qui apposta- ma che non risultano da nulla di quello che hai scritto. Vuoi criticare il Pd? Criticalo, non produrre elenchi di punti di vista che poi ti prendi la libertà di non argomentare con dati e ragionamenti.

In base a cosa dici il Pd macina malaffare e corruzione? Chi sono i Calearo, oltre a Calearo che ora non fa più parte del Pd? Come ha rovinato la Tv pubblica il Pd, dato che tra l'altro è stato al governo sì e no 3 mesi?
Prima che nascesse il Pd la Tv pubblica ti sembrava in condizioni tanto migliori? Strano, visto che venivamo da 5 anni di governo Berlusconi (2001-2006).
E così via: cosa significa che il Pd ha barattato il diritto con posti di lavoro? Come dimostri che il Pd comporta "zero benefici"? Che diamine c'entra il Pd con un referendum avvenuto nel '93 e con la legge sui rimborsi elettorali approvata nel '94? (E quali sono le proposte alternative al finanziamento pubblico dei partiti?)

Se stai pensando di avere di fronte un elettore del Pd incapace di fare autocritica o tanto miope da non ravvisare difetti nel suo partito ti sbagli di molto: non tanto perché penso che il Pd abbia molti difetti, ma perché penso che qualsiasi elettore e dirigente del Pd pensi che il Pd abbia molti difetti: e sono pronto a scommettere che se ne mettiamo due a caso in una stanza iniziano a discutere su quali sono i difetti più gravi e sono capaci di dissentire pure su quello.

Dare del populista a Grillo significa dare del populista a Grillo: significa -semmai- attribuire automaticamente un'inclinazione alla condivisione di posizioni populista a chi ne condivide le idee. Non capisco che c'entri essere imbecilli. A ragionare col tuo metro, cosa dovrei dedurre rispetto alle tue opinioni di un elettore del Pd, dato tutto quello che gli contesti?
Su alcuni temi (abolizione province e ordine dei giornalisti) sono d'accordo con Grillo. Quello che mi disgusta è il tono con cui ne parla, la misura con cui reagisce, la retorica cospirazionista con cui interpreta le decisioni prese dai politici. Anch'io penso che sia il caso di abolire le province, ma non mi metto a mandare tutti affanculo se questa cosa non succede. Perché mi rendo conto che ci possono essere buone ragioni per non abolirle, o per abolirne alcune e non altre, o per aspettare ad abolirle o che cazzo ne so. E il "che cazzo ne so" è un'opzione che Grillo esclude sempre, lui sa sempre tutto. Lui la sa lunga. Sempre.
A maggio dell'anno scorso, era sicuro che Pisapia non sarebbe mai diventato sindaco. "il sindaco diventerà una signora che ha il marito petroliere. Ha già vinto. Pisapia non ce la fa, ha già perso." Poi Pisapia vince, e lui cosa fa? Scrive un post in cui lo apostrofa con un nomignolo ridicolizzante: "Pisapippa".

david ha detto...

Semmai sei tu che col commento precedente su Grillo hai generato il mescolone, volevo dirtelo ma mi pareva poco costruttivo, poi cosa c'entra ora Travaglio? Io ho fornito qualche esempio, se gli argomenti latitano, voglio anzitutto sottolineare che non mi interessa criticare il pd, che si critica da solo come si evince da cio' che dici, piuttosto i partiti, di ieri e di oggi, mi auguro non di domani. Ricordo tempo fa di aver letto il bel libro di De Lucia che parla del baratto PC-Berlusconi negli anni 70 (non ricordo il titolo, comunque edizione Kaos, lo becchi subito, e' giallo con in copertina Veltroni e mi pare anche B. da giovani) nel quale si trova una dichiarazione di Veltroni stesso che mi diede da pensare: negli 70 si poteva benissimo miltare nel PC senza essere comunisti. E costoro sono gli stessi che hanno ceduto l'informazione a Gelli (sai inviato da chi?) e poi a B. per un piatto di lenticchie, una rete rai, e solo sinistra indipendente si oppose. Questo ma molto altro trovi sulle edizioni BUR e Kaos nelle librerie, informati prima di sostenere che sono gli altri ad imbastire mescoloni retorici. Dove sono i tuoi di dati per dimostrare l'efficienza del pd? Che tristezza: mi vuoi raccontare la manfrina del partito neonato con dirigenti nuovi e immacolati? Sono gli stessi + i Calearos, per tacer di Bindi e Binetti: ma ti pare che in Francia a sinistra potrebbero mai arruolare due mezze-suore messe li dal vaticano? Si puo' semmai discutere se era meglio quando era peggio. Ora, nello spazio del blog, per dimostrarti che del pd - come gli altri partiti - sentirei di potere fare a meno, proporrei la brillante tesi della stufa d'estate, se preferisci il calo di vendite di cubetti di ghiaccio in Alaska, caso mai ci intendessimo al
volo. Invece per dimostrarti che il pd - come gli altri partiti - e' proprio un nemico del Paese basta dire che spende 1 e intasca 10, per non parlare di stipendi e previlegi. Sul baratto Diritto/posti di lavoro mi riferivo alla vicenda Fiat, quanto darei per vedere un giorno fassino in catena di montaggio.. il mio sogno erotico.

Avvincente la tua proposta per populismo. Quindi per te in una dittatura - possibile sbocco - sono tutti populisti, non vi sono allodole, non vi e' il truffatore e i bidonati. Io sapevo che c'e' il demagogo con i leccapiedi e tutti gli altri dietro. In realta' i GRANDI partiti usano questo termine
a caso cosi' privandolo di significato, come wikipedia propone.

GF ha detto...

Avresti dovuto dirmelo, del mescolone: ti avrei risposto che ti sbagliavi. La mia è una critica -a un personaggio singolo e non a una struttura gigante come un partito- argomentata: Grillo usa il linguaggio che gli contesto di usare e appoggia le posizioni che gli contesto di appoggiare. Basta leggere il suo blog.
Il tuo è e resta un mescolone: approfondendo il tema dell'informazione passi dall'aver rovinato la Tv pubblica ad averla ceduta (quindi la possedeva, il PCI?) a Gelli e a Berlusconi. E se parli di Tv pubblica, beh, una rete su 3 non mi sembra nemmeno male, come piatto di lenticchie. Comunque è un tema che non conosco a sufficienza, quindi non so che pensare. Magari hai ragione tu.
"Informati" è un tuo sgambetto un'altra volta grilliano: notevole dal punto di vista retorico ma del tutto privo di sostanza. Ti ho chiesto io di offrire dati e argomentazioni su quel che stavi dicendo, ti ho chiesto io di informarmi rispetto a quello che stavi sostenendo. E tu che fai? Mi rispondi di informarmi. Oplà.
I dati per dimostrare l'efficienza del Pd ci sono, eccome, ce ne sono un sacco: li trovi in tutte le buone ed efficienti amministrazioni comunali, provinciali e regionali che persone del Pd portano avanti con risultati concreti. Il Pd governa pezzi d'Italia, li governa bene, con capacità e serietà. Altri li governa meno bene, con meno capacità e meno serietà.
Sulla mia proposta per populismo non ti seguo: sentiti pure libero di inferire quello che vuoi dalle mie parole per poi distorcerlo a piacimento e smontarlo di conseguenza con agio, ma io ho scritto solo che dare del populista a Grillo significa -semmai- pensare che le persone che ne condividono le idee sono populiste più o meno come lui.
Però le allodole mi piacciono molto. P.B.Shelley ci ha pure scritto una poesia.

P.s. Binetti non sta più nel Pd. Era uno dei difetti, ce ne siamo liberati.

Anonimo ha detto...

Se me lo permettete mi inserisco come terzo non invitato (tanto su internet nessuno è invitato). Se vi va, e se non vi siete troppo arrabbiati l’uno con l’altro e quindi di riflesso con me, mi potreste spiegare, perché vi sentite così rappresentati dai due gruppi che difendete. Mi perdoni David, ma se non si sentisse rappresentato da Grillo non sosterrebbe “anche finanziariamente” un movimento di sua proprietà (letteralmente) e non s’innervosirebbe quando lo si definisce un populista (si può essere d’accordo con alcune idee di Grillo, anche con la più parte, senza sentirsi presi in causa quando si dice che il suo linguaggio è quello di un populista). Si può essere anche contenti del potenziale 7% del suo movimento per il valore contestatario che rappresenta, senza per questo condividere il suo modo di fare politica. Dall'altra parte, mi ha sempre sorpreso quest’attitudine di GF nel sentirsi rappresentato dal PD. Voglio dire si può sostenere il PD, votarlo, magari anche attivarsi in alcuni casi per delle iniziative sostenute dal partito (vedi elezioni locali), ma perché darsi tanta pena per presentarlo come un “nuovo partito” con un reale potenziale di cambiamento.

Visto che mi sembra che entrambi condividiate l’idea del bisogno di una rinascita politica italiana che parta dall’impegno diretto dei singoli, perché pensate che i due soggetti che “difendete” (passatemi il termine) possano rivelarsi come luoghi di rinnovamento della democrazia nel senso di una partecipazione allo stesso tempo diretta e collettiva? Detto altrimenti, in che modo Grillo o il PD riuscirebbero a conciliare la contraddizione intestina alla democrazia di gestire allo stesso tempo il potere come governo degli individui e il potere come potenzialità individuale?

Così per dire, ma quel che mi interessa sono le vostre opinioni , non prendete quindi queste due righe come pretesto per rispondere a me: il PD mi sembra un edizione tardiva della social-democrazia europea (con tutti i difetti di clientelismo e di carrierismo delle social-democrazie). Disgraziatamente, dopo essere stata incastra tra il PC e la DC dossettiana, arriva nel momento in cui non ce ne è più alcun bisogno. Grillo mi sembra un contestatore volgarotto (si può denunciare l’artificiosità del linguaggio politico utilizzando registri più originali che la trivialità) che ha intercettato qualche idea dell’ “antieconomicismo” della fine degli anni ‘90 (vedi decrescita, ecologismo politico…) senza però saperle strutturare in un pensiero coerente e che ha fatto del conservatore concetto di “giusto” la sua bandiera politica. In più mi sembra che non abbia fatto nulla, anzi, perché il suo movimento si autonomizzi dalla sua persona, alimentando in me i dubbi di uno spontaneismo cesarista.

GF ha detto...

Ciao,

Intanto nessuna rabbia personale, per quanto mi riguarda: si discute, si contesta, ci si manda al diavolo ma poi la cosa finisce lì.

Poi rispondo per quello che riguarda me: ti seguo fino a quando dici del darsi pena per presentarlo come "partito nuovo". Non credo di averlo mai fatto, se non altro perché non penso che il Pd sia un partito nuovo. Lo è stato molto a parole e progetti durante la segreteria Veltroni, poi fallita completamente. Bersani ha sempre parteggiato per un'organizzazione più tradizionale, e vincendo le primarie si è portato dietro più elementi di continuità con meccanismi e funzionamenti tradizionali. Un peccato, per me, perché avrei seguito con entusiasmo l'esperimento di un partito "all'americana" come quello auspicato da W. Però ho superato da un pezzo l'età del poster in camera, del dire "no" per affermare la mia identità e del "candidato ideale": quando arriverà, farò la ola in soggiorno, finché non c'è, sto dietro a Bersani: un segretario fatto a forma di segretario, competente, equilibrato e pragmatico; sa tenere insieme "sinistra" e "mercato" risultando credibile sia per la sinistra che per il mercato e fa un mestiere di merda, cioè il capo di un partito di centro-sinistra dialettico, dinamico, litigioso e talvolta cazzaro dentro un Paese storicamente di destra in cui negli ultimi 100 anni è mancato un grande partito di massa aderente alle evoluzioni politiche della destra europea, e hanno invece abbondato percorsi di destra demoagogica che dal conservatorismo pesca gli elementi più deteriori. (Cav. e Di Pietro).
Ci sono questi del Pd: mi sembrano i più capaci e seri di tutti, riconosco sommariamente la mia visione del mondo in quello che dicono e in quello che fanno e mi sento rappresentato da loro in una certa misura: insomma, li sostengo con lo spirito critico di cui sono capace. Il giorno in cui cambierò idea, cambierò idea.

Le tue domande sono molto interessanti, e ti confesso sinceramente che il taglio politologico mi trova piuttosto impreparato. Non so come il Pd possa essere luogo di rinnovamento della democrazia diretta e collettiva, non lo so davvero, anche perché nella discussione che introduci rientrano inevitabilmente elementi estranei al Pd, come logiche di coalizione e alleanze con altri partiti, ad oggi comprensibilmente indefinite.
Per esempio secondo me le primarie sono uno spazio funzionante e soddisfacente di democrazia diretta, anche quando il Pd le perde. Deduco che per te non lo siano, o che lo siano in misura insufficiente.

Il tuo riferimento alla socialdemocrazia è piuttosto azzeccato per quanto mi riguarda (e il Pd lo è sì e no, social-democratico): è più o meno il modello di riferimento di cui si parla da quando dieci anni fa Michele Salvati e altri cinque o sei hanno iniziato a fondare il Pd. E' un modello che in altri Paesi ha una sua storia invidiabile e di successo e che ha legato le sue idee e i suoi risultati a progressi notevoli di una quantità di nazioni europee.

A me interessano di più le ragioni che sostengono le posizioni, e mi sembra di capire che in questo ambito tu ne sappia più di me: come mai dici che in questa fase non c'è più bisogno di un partito social-democratico? E' una convinzione legata a questa fase di crisi? Alla fase di crisi nel contesto europeo (leggo che c'è Krugman che tutti i giorni scrive cose severissime e disincantate sul futuro dell'Europa)? Alla tua valutazione della socialdemocrazia?

Grazie per il commento, ciao.

david ha detto...

E io sarei interessato a conoscere la sua d'opinione, gentile Anonimo, brilla di luce propria o le occorre un input per accendersi? Cosa propone? Cosa vota? Cosa la indispone? Su avanti, i severi studi forniscono gli strumenti per giudicare come si deve, altra cosa e' l'ingegno, la creazione.

Guardi, ho proprio in mente un esempio. Di recente 'Le Monde' ha pubblicato uno studio condotto da dei fisici italiani che hanno provato a modellizzare un parlamento ideale. Ebbene, pare che le cose andrebbero meglio se meta' dei deputati fossero sorteggiati, d'altra parte il sorteggio dell'intera assemblea non sarebbe efficace per la troppo debole interazione che si verrebbe a creare tra i singoli, inficiando cosi' la stesura di leggi e quant'altro.

Vede, devo ripeterle che io ho una certo visione delle cose e che Grillo e' d'accordo con me, cioe': non piu' scegliere un partito come al supermarket ma farsi delle opinioni e cercare le persone che le condividono. Percio' non mi interessa difendere Grillo, sia chiaro, neanche a me piace quando utilizza certe espressioni ma mi piace ancora meno il pd quando spende 1 e intasca 10 (su questo vedo che GF sorvola, fa orecchie da mercante, continuiamo cosi', facciamoci del male).

Per GF.
Pare tu riesca solo a vedere i mescoloni altrui, eppure, per tua stessa ammissione, di stronzate ne scrivi anche tu.
Io ho citato le fonti, i libri, che non ho sottomano ma se vai in centro li trovi, cosi' potrai scoprire come il PC ha ceduto 'la sua parte di controllo' (che ho omesso precedentemente) a B., se vuoi ti cerco il titolo, i tuoi dati invece dove li trovo? A Rivolta come ti ho detto ho visto solo che costruiscono casone su casone, supermercati, cosa altro e' stato fatto ?

Populista. Non ti accorgi che anche tu usi questa parola a caso come fanno pd, pdl e pippiripi' vari? cosa vuoi dire esattamente? E basta dai con la litania che sono gli altri a distorcere..

GF ha detto...

Non avevo risposto sul bilancio del Pd -così come tu non hai risposto a una quantità di cose scritte da me- perché non ne sapevo abbastanza. Ho trovato online i dati ufficiali. Ora che ne so qualcosa di più, rispondo che trovo molto corretta e adeguatamente trasparente la scelta del Pd di avere un bilancio revisionato e certificato da una società terza e indipendente (PWC Spa). Dopodiché, siamo alle solite: non è vero che il Pd spende 1 e intasca 10. E con "non è vero", intendo dire che non è vero: che la realtà è un'altra cosa. O si tratta di una tua iperbole per descrivere la sproporzione fra quello che incassa e quello che spende, o è una tua invenzione, o è un'invenzione in cui ti sei imbattuto e a cui hai attribuito affidabilità prima di verificare.
Gli ultimi dati disponibili sono quelli del 2010: da questi, si evince che è un bilancio in forte perdita (ma i soldi arriveranno) e che il rimborso delle spese elettorali è di circa 51 milioni, a fronte di spese sostenute e documentate per 14 milioni. La sproporzione (che è di 1 a 3, semmai, non di 1 a 10) è legata alla natura stessa della legge, che, come dicevo in un vecchio commento, da questo punto di vista è abbastanza ipocrita: eroga rimborsi elettorali in misura indipendente dalle spese effettive sostenute in campagna elettorale. Quindi il Pd nel 2010 ha ricevuto più soldi di quanti ne ha spesi. Circa 37 milioni. Mi ripeto: credo che la legge vada modificata, credo che anche i partiti -soprattutto i partiti, da un certo punto di vista- debbano fare sacrifici e ridimensionare i loro bilanci: è un problema sacrosanto di serietà e di armonizzazione della classe politica al dramma della crisi in corso. Una delle domande che ho fatto io a te, a cui tu non hai risposto, riguarda proprio il tema immediatamente successivo: chi propone l'abolizione del finanziamento pubblico -non so se tu hai questa posizione, non mi ricordo- cosa propone in alternativa?

Il populismo è un termine suscettibile di numerose declinazioni e sfaccettature. Quello di Grillo si caratterizza secondo me per un registro comunicativo caratterizzato da toni insultanti e denigratori dei suoi avversari -che contestualmente sono la totalità della classe dirigente italiana-, per approccio complottista all'interpretazione delle cose pubbliche italiane (e talvolta internazionali), e per una proposta programmatica povera di complessità, di misura, di realismo e di sincerità: impiega un giorno a cambiare l'Italia a parole, senza però spiegare in che modo ritiene di farlo concretamente, attraendo nel frattempo fette di elettorato deluse dai partiti tradizionali.

GF ha detto...

Quanto a Rivoltiamo -che torna nella discussione in ragione di meccanismi che non comprendo- ti elenco un po' disordinatamente le cose realizzate nei primi 11 mesi: erogazione di maggiori contributi per l'iscrizione all'asilo e all'asilo nido -in particolare per le famiglie meno avvantaggiate-, potenziamento del piedibus, istituzione di uno sportello di ascolto psicologico, di uno sportello donna, di uno sportello infermieristico di primo soccorso, sblocco e utilizzo di circa 1.300.000 euro per uno studio di fattibilità dell'abbassamento della briglia in previsione della messa in sicurezza del paese da eventuali nuove esondazioni dell'Adda, bilancio comunale impeccabile nonostante la diminuzione delle entrate tributarie e malgrado l'eredità di una giunta che è riuscita nel mirabile intento di aumentare sia le tasse -addizionale IRPEF- che la spesa, tagli alla spesa corrente, valorizzazione della vita socio-culturale nel della piazza col settembre rivoltano (facciate in scena, monologo di Francesca Mazza, spettacoli musicali dell'associazione Terzo suono, convivio serale), ottenimento della sperimentazione di una navetta di trasporto fra Rivolta e Treviglio, reintroduzione del gruppo ecologico "Rivolta pulita", progettazione dell'immagine coordinata per comunicazione interna ed esterna degli uffici comunali. E poi c'è l'asilo nuovo: vera priorità di questa giunta. Progetto piuttosto complesso e fatto di tappe intermedie, come si può immaginare: ma gli ultimi sviluppi sono piuttosto buoni e fanno ben sperare.

david ha detto...

No, quanto ho detto e' vero. Ti invito a consultare il seguente documento della corte dei conti:

http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/controllo_spese_elettorali/delibera_cse_9_2009.pdf

in esso puoi leggere che per le elezioni 2008, a fronte di una spesa di 18.4 milioni di euro, il partito riceve, per ciascuno anno di legislatura, dal 2008 al 2012, 17.2 milioni per la Camera dei deputati e 18.8 per il Senato. Quindi il pd spende 1 e intasca 10.

Faccio notare che nel calcolo non vengono considerati i rimborsi che il pd ancora percepisce dalla XV legislatura (2006), fatto addirittura ancora piu' vergognoso ( insieme naturalmente a verdi, pci vari..).
Le tue cifre sono senza fonti e non mi tornano.

Percio' non mi sono inventato nulla e tu offendi senza prenderti la minima cura di verificare.

GF ha detto...

Che tu ti sia inventato il dato è una delle 3 ipotesi che ho fatto. Tra l'altro scopro che non si basa nemmeno su un bilancio pubblicato dal Pd stesso, ma dall'erogazione dei rimborsi elettorali per le spese. Ma il Pd non ha mica solo spese elettorali, come tutti i partiti. Ne ha molte altre. Tu sentiti pure libero di non prenderle in considerazione, ma ci sono lo stesso: ha dipendenti da pagare, consulenze da pagare, costi amministrativi da pagare, viaggi da pagare eccetera.

Il bilancio del 2010 è il pdf qui sotto.

http://www.partitodemocratico.it/Allegati/Rendiconto_PD_2010.pdf

Proventi complessivi: 57 milioni, oneri di gestione 97 milioni.
Spese elettorali: 51 incassati e 14 spesi. Spesi per elezioni, poi appunto, il Pd ha altre spese. Tant'è vero che il bilancio è in perdita, ma perché vengono imputati costi in cui le uscite si verificheranno negli anni successivi.

Il bilancio del 2009 parla invece di proventi per 74 milioni circa e oneri per 52 circa.
Quello del 2008, 190 milioni di proventi e 44 milioni di oneri. Conti della serva: in 3 anni, proventi per 320 milioni di proventi e oneri per 180. Ma facciamo così. Magari ci sono elementi che mi sfuggono, e mi sbaglio: ma alla luce dei bilanci pubblicati negli ultimi 3 anni, mi sento di affermare che non è vero che il Pd spende 1 e intasca 10.

david ha detto...

Ma cosa c'entra quanto spende con il rimborso ai partiti ?! Allora dovremmo rimborsare qualunque spesa, anche il cibo per il gatto? Il senso del rimborso e' che il partito dovrebbe ricevere quanto spende per la campagna elettorale e per il pd questo rapporto e' 10 a 1, punto e basta.
Poi io ti propongo la corte dei conti e tu i conti del pd, ma mi prendi in giro ? Il cittadino dovrebbe conoscere come viene speso ogni centesimo, non 'oneri per 52 circa'.. oneri cosa, chi,come???

Hai sommato poi come ti avevo proposto i proventi della precedente legislatura (un altro rapporto circa 1/10)? e i rimborsi delle regionali? e le donazioni al 4/1000 + i soldi raccolti per le primarie ? Guarda che davvero non esiste che con tutti questi soldi sia in rosso.. prova a fare due conti e non leggere solo il sito del pd.

GF ha detto...

Il sito del Pd pubblica il bilancio del Pd, revisionato e certificato da una società terza. I "circa" li mettevo io per sintetizzare: il documento pubblicato mi sembra sufficientemente dettagliato e il cittadino può trovare una quantità d'informazioni. Ci sono anche le donazioni di cui parli, se non vado errato.
Puoi consultare i tre bilanci che ti ho citato al link sotto. Il "senso del rimborso" non lo decidi tu: lo decidono la legge e chi è destinatario dei fondi. Se sei in grado di dimostrare che sono falsi o imprecisi, fai pure; se non sei in grado di dimostrare che sono falsi o imprecisi, prendi atto dei numeri e ammetti di aver scritto un'inesattezza. Prima del 2008 non ci sono bilanci ufficiali perché -deduzione mia- formalmente il Pd è nato il 14 ottobre 2007.
I due conti li ho fatti, per quanto probabilmente approssimativi e suscettibili di correzioni e interpretazioni: 320 incassati e 180 spesi. Stando ai dati del 2008, 2009 e 2010, non è vero che il Pd spende 1 e intasca 10: espressione che sono tentato di impostare come suoneria del telefono.

http://www.partitodemocratico.it/speciale/trasparenza/bilancio.htm

Anonimo ha detto...

Accidenti quante cifre….possiamo concludere che i partiti (come molti istituti finanziati pubblicamente) prendono parecchi soldi spesso senza ragione.

Giusto per le presentazioni, richieste a giusto titolo da David, benché poi in questo mondo che è internet restino particolarmente relative: non voto; in quanto a proporre, dipende di cosa parliamo, dei finanziamenti? Della relazione partecipazione-rappresentanza? (i due sono collegati, ma una proposta organica non ce l’ho, farò del mio meglio per esprimere qualche idea, malgrado temo resterà vaga); mi indispongono evidentemente parecchie cose, tuttavia poche mi indignano (una frecciatina la permetterete anche a chi non applaude Grillo), ma sarebbe tediante farne una lista. Infine abito a Parigi e ci conosciamo.

Per quanto riguarda, la social-democrazia e la ragione per la quale mi sembra antiquata, direi, per riassumere in un’espressione una storia che va da Gotha al PD passando per Keynes, Brandt, Mitterand, Blair…, che il fondamento della social-democrazia è quello di utilizzare l’accesso al lavoro come regolatore socio-economico. Socialmente, i diritti individuali sono legati all’esercizio di un lavoro, permettendo in questo modo che la solidarietà sociale sia sostenuta da una solidarietà produttiva (assicurazione malattia, pernsioni..). Economicamente, il lavoro da accesso ad un salario giusto, il quale permette una crescita costante dell’economia, in questo senso lo stato interviene sul mercato del lavoro per controllare la crescita salariale (anche attraverso una centralizzazione della negoziazione salariale) e per mantenere l’equilibrio del pieno impiego “dopando” la domanda con la spesa pubblica (ciò evita i fenomeni deflazionisti tipici delle fasi di tensione economica come la tendenza alla liquidità e l’aumento del risparmio). Ebbene, il sistema, al livello economico, ha sempre avuto dei limiti pratici (vedi il principio d’equivalenza ricardiana), ma da un punto di vista sociale, ha funzionato almeno durante i “trenta gloriosi”. Ciò era dovuto ad un mercato del lavoro stabile e a forme del lavoro che si prestavano particolarmente al calcolo additivo (industria). Oggi, non solo il mercato del lavoro si è globalizzato (migrazioni, delocalizzazioni…), ma il lavoro è diventato sempre meno additivo (orari flessibili, tempi di lavoro disuguali –lavori due mesi 20 ore al giorno, non lavori durante 6 mesi-, luoghi di lavoro non individuabili a priori –il che rende impossibile un conteggio additivo-) e tutto questo non solo a causa di un diritto contrattuale sclerotizzato, non solo a causa dello sviluppo delle tecnologie di comunicazione, non solo a causa della terziarizzazione, ma anche semplicemente a causa di un’evoluzione dell’immagine del lavoro di chi accede al mercato (in pochi pensano al lavoro come otto ore al giorno, 6 giorni a settimana per 40 anni; i più pensano in sezioni di tempo non contabilizzabili). Senza un lavoro concepibile come somma di tempi, la base della social-democrazia non regge.

david ha detto...

Si', avevo capito che eri tu,spontaneismo cesarista. Ma non avevo chiesto che ti presentassi, bensi' che fornissi una tua opinione, il fatto che non voti e' per me una novita', un anno fa sostenevi l'importanza dei partiti.

Puoi fare un esempio di come puoi dopare la domanda con la spesa pubblica per evitare la deflazione?
Interessante questa tesi del lavoro come somma dei tempi (t), ma non capisco come mai non vale il principio dell'integrazione sul tempo totale (T), cioe' se la somma e' uguale in un arco temporale mi risulta difficile credere che l'immagine che uno ha del lavoro sia da considerare una variabile.

GF ha detto...

Ah, ma quindi l'anonimo è Collo. Mica l'avevo capito. Mi fa piacere che passi a trovarmi, ogni tanto. Devo quindi dedurre che fossi tu il dotto commentatore che mi rimproverava in un vecchio post su ateismo e agnosticismo.
In ogni caso, se la discussione prende questa piega io mi ritiro per confessata impreparazione. Voi andate avanti, però: mi piace un sacco imparare cose nuove.

Anonimo ha detto...

Per esempio, creando impiego pubblico: più lavoratori, più consumo, aumento della domanda sul mercato dei beni; le imprese investono, aumento della domanda sul mercato del lavoro; si crea un circolo virtuoso nel quale tutti i profitti sono reinvestiti nell’economia o sottoforma di consumi o sottoforma di investimenti (tesi di fondo della “teoria generale”). Il problema, come sostenevano i neo-ricardiani, è che questa teoria pensa gli attori economici come calcolatori sempre sul breve periodo, in realtà, nella più parte dei casi gli attori economici anticipano i rischi del sistema, per esempio prevedendo che un aumento della spesa si risolverà con un aumento delle imposte, oppure anticipando l’inflazione che si crea con le iniezioni di moneta (prestiti agevolati alle imprese, altra spesa dopante), e quindi cominciano a risparmiare o a spendere liquidi sul mercato del lusso.

Non sono sicuro di afferrare il tuo commento riguardo all’integrazione sul tempo totale. La questione per me si trova proprio nel fatto che il lavoro non è una funzione temporale. Questo non significa che prima il lavoro fosse una funzione del tempo e oggi non lo è più, ma semplicemente che le condizioni tecniche di realizzazione, le norme sociali e la relazione stretta tra lo sviluppo della macro-economia e della gestione industriale avevano creato una sorta di convenzione temporale sul lavoro che oggi non sembra più applicabile. Tale convenzione, che durante il fordismo (per schematizzare) appariva come un’essenza de lavoro stesso, oggi non solo è invalidata dalle nuove tecniche di management e dai nuovi contratti, ma anche dall’immagine di lavoro che hanno gli individui. Il problema di questo passaggio storico è che a livello pratico il lavoro è mutato, ma a livello sociale mantiene la sua immagine di somma temporale. Così gli stessi individui sognano lavori intermittenti e lo statuto salariale allo stesso tempo.

Non voto perché non mi sento d’aver qualche cosa da dire sulla gestione dell’Italia, né con un voto né con una qualsiasi altra forma di partecipazione, per il resto continuo a crede nella necessità di un partito.

Fumo, se ti ritiri sei un davvero un pessimo padrone di casa.

david ha detto...

Gia'.. e non offre neppure da bere (^_^)

Vedi, la tua proposta e' interessante ma ha un profumo un po' evanescente,
non so, e' come se sfuggisse di mano. Secondo me il vizio e'
insito nel tentativo di voler distinguere un tempo fisico, il mondo, e un tempo soggettivo, la coscienza,
quando oltretutto la variabile tempo offre assai poche garanzie in termini di affidabilita'.
Mi spiego.
Al suo debutto la fisica elaboro' i concetti di tempo e di spazio al fine di rappresentare un quadro naturale
nel quale si producono i fenomeni. Relatività e cosmologia hanno poi mostrato che al contrario tempo e spazio sono loro stessi
fenomeni fisici che definiscono e determinano i fenomeni.
Nella dinamica moderna nata con Galileo il tempo fisico (causa-effetto, ordine degli eventi,..)
rappresenta una ramificazione del tempo sociale. In seguito le equazioni di Newton sono tali che con gli stessi metodi matematici e' possibile esplorare il passato e il futuro.
L'esperienza ci dice pero' che cio' non e' possibile nel mondo macroscopico, esempio il passaggio caldo/freddo (Fourier, primi '800).
D'altra parte, se affrontiamo uno studio statistico (Boltzmann) di equazioni reversibili della dinamica
di particelle ( cioe' siamo nel microscopico) giungiamo ad un'equazione macroscopica irreversibile.
Quindi l'irreversibilità, proprietà macroscopica, e' di fatto, non di principio. Questo per dirti che la tua
analisi poggia su una variabile assai scivolosa.
Del resto in fisica l'obiettivo e' proprio quello di affrancarsi dal tempo, la variabile e l'effimero,
per ricercare leggi e regole indipendenti. Si anela l'immutabile, quasi a voler instaurare un punto di visto quasi divino sulla natura, ma nel farlo ci si imbatte nel tempo, un falso concetto.
Ecco perche' Einstein si proponeva di condurre la fisica a una geometria, una forma senza storia.

david ha detto...

Desideravo inoltre chiarire alcuni aspetti.

- Non avevo e non ho la stessa opinione di Grillo sul governo Monti, che secondo
bene sta operando bene, tutto sommato. Dipendesse da me, li lascerei governare ancora per anni, ho fiducia e credo bisognerebbe cogliere l'invito a lavorare tutti meglio per ricostruire, qundi dico abbasso i disfattismi(sti).

- Grillo non e' l'antipolitica come il pd vuol dare a credere. Finora ha avuto il grande merito di riavvicinare alla politica molte persone che ora discutono, si confrontano, e soprattutto tentano di elaborare un nuovo sistema
che possa ripensare la politica, non ripensare il partito che e' uno strumento vecchio ed abusato.

- Vorrei ritornare sull'elemento sorteggio evocato qualche commento fa.
Io per esempio sarei al momento o per un'assemblea sorteggiata al 50% o per un'altra assemblea sorteggiata al 100% da affiancare alla prima ( e completamente eletta).

- Ho piena fiducia in quel 50%, puo' davvero funzionare. Ormai le potenzialita' di calcolo dei nuovi clusters di calcolatori consentono sempre piu' alle scienze statistiche di tendere asintoticamente verso le scienze esatte. Cosi' sempre piu' fisici ricorrono alla statistica per studi di modelli sociali, partendo ad esempio dall'interazione (cioe' allo stesso modo dell'interazione tra due corpi in fisica, legge di Coulomb) tra due panetterie per una corretta distribuzione di panetterie in citta'. O altrimenti come gestire una rete di car or bike sharing, e cosi' via.
Cosi' e' possibile ginungere a delle conclusioni sull'interazione tra due parlamentari sorteggiati.

- Occorre infine riflettere su come risolvere IL paradosso: il governo eletto non e' democratico, mi spiace ma e' cosi', se abbiamo avuto 20 di B. e' colpa degli italiani ( e oggi le Monde recita: 'La Francia pronta ad una rivoluzione di normalita'', come suggerito dai sondaggi a favore di Hollande). Cosa fare allora? Tecnici per sempre alla guida e parlamento eletto? Una cosa mi pare evidente: 'la messa in piega' dei partiti non e' sufficiente cosi' come non e' piu' tempo per analisi di come e' bensi' di come puo' essere.

david ha detto...

Traendo ispirazione sia dalla nostra discussione sia dalla 'vague' socialista
che dona vigore e speranza ho tentato di riassumere quanto so sul pd sul blog della Fabbrica.
Visto che abbiamo 3 poszioni diverse credo che continuare il confronto possa decisamente giovarci.

Saluti.