martedì 28 aprile 2009

Tracobetti

Venerdì era la giornata di commemorazione del genocidio armeno.
Quel genocidio che in Turchia tanti negano sia mai avvenuto, quel genocidio che negli anni '70 un giornalista che ne parlava l'hanno messo in galera, quel genocidio che guai a chiamarlo genocidio che mica è stato un genocidio, dicono i rappresentanti contemporanei di chi ha fatto il genocidio.
Sulla questione, Obama aveva detto non ci sono cazzi che tengono, quello è un genocidio e se ve la fate sotto glielo dico io, ai rappresentatnti contemporanei, che quello era un genocidio.
Venerdì, però, ha usato una parola armena che non significa genocidio. Ha usato l'espressione "meds yeghern", una roba tipo "il grande disastro".
Il governo turco, quello che peraltro spinge per diventare membro di quell'organizzazione internazionale che gli risponde, tra le altre cose "finchè non chiami genocidio il genocidio te ne stai per i cazzi tuoi di là dal Bosforo" si è comunque arrabbiato parecchio, con Obama, perchè la storia gli armeni i dati il pomo della discordia i documenti vero un cazzo.
Insomma, Obama, la prossima volta tanto vale chiamarlo genocidio, il genocidio. Intanto perchè l'avevi promessa tu, sta cosa: e nelle bande di ragazzini il capo non può mica tirarsi indietro a quel modo.
E poi, se accetti lezioni di diplomazia in salsa cineragazzi, è come nei Goonies: quando uno è scemo duro, i giri di parole servono mica.

1 commento:

Nich ha detto...

Alto delle mie origine armene, segnalo due libri sull'argomento: per gli amanti della saggistica "Il massacro degli armeni" di Lewy. Per chi invece preferisce un bel romanzo "La masseria delle allodole" di Arslan-