mercoledì 25 novembre 2009

Recentemente, ho visto qualche film

La cosa di John Carpenter. Scienziati al polo sud, virus mutante, paura di morire, ci pensa Kurt Russell. Vecchia e impagabile ambientazione giocata sull'isolamento e sulla coercizione (ne avevo scritto qui). Cinema di genere, piccolo cult ecomecosanonl'haivistomaseimatto. A me è piaciuto, soprattutto per come restituisce il clima narrativo concentrato sulle logiche del Trust no one.

Man on wire di James Marsh. Documentario che racconta la storia del funambolo Philippe Petit. Più precisamente, di quando, nel 1974, gli venne in mente di tendere un cavo di metallo tra i tetti delle Torri gemelle, e poi di camminarci sopra per un po'. Serve altro?

Quel pomeriggio di un giorno da cani di Sidney Lumet. Tratto da una storia vera. Al Pacino, John Cazale e un terzo mettono su una rapina in banca. Il terzo, però, se la fa sotto e molla tutto all'ultimo. Va a finire com'è andata a finire nella realtà, ma le cose migliori, oltre all'interpretazione dei due attoroni, sono il rapporto dei criminali con i loro ostaggi e con la folla di curiosi ammassatasi fuori dalla banca. Gran botta, se vi gustano i film a guardie e ladri (io non guarderei altro) sparatevelo.

Quinto potere di Sidney Lumet. Licenziano il commentatore televisivo di una Tv americana. Questo sbrocca, e in diretta ne dice di ogni, tipo che la minaccia di suicidio passa inosservata. Poi, i vertici dell'azienda lo riabilitano (aveva detto cose che tutti gli americani pensano) e gli danno una trasmissione in cui deve sbroccare, e dirne di ogni. Intorno, amicizie che vanno a rane, tradimenti sentimentali e un'occhiata da vicino all'ambiente televisivo. Filmone.
(Il titolo è una citazione di Quarto potere di Welles. L'originale di Welles, però, si chiama Citizen Kane. Questo, Network.)

Ragione e sentimento di Ang Lee. Adattamento del romanzo di Jane Austen. Ci sono Hugh Grant e Kate Winslet. L'intreccio è una palla, come nei romanzi di Jane Austen. Il resto, anche. Adattamento ben riuscito, insomma.

The Wheather Underground di Sam Green e Bill Siegel. Documentario sulla combriccola di rivoluzionari più scalcagnata della storia. Americani, molto di sinistra, come le Black Panthers ma caucasici. Cominciano pacifisti e nonviolenti, finiscono terroristi e clandestini. Nel frattempo, prendono un sacco di legnate dai pigs (come li chiamavano loro) e combinano qualche casino qua e là, ma senza mai ferire o uccidere nessuno, esclusi tre dei loro membri nella progettazione di una protesta, nel 1970. Molto interessante la parte in cui si racconta di quando liberarono Timothy Leary, una delle icone di quegli anni, e grande appassionato di acidi. Consigliatissimo a chi interessa un filo quel mondo di contestazione radicale che in USA fiorì negli anni del Vietnam, e chissà come mai.

5 commenti:

Nich ha detto...

L'unico film che ho visto è "Quel pomeriggio di una giornata da cani". E mi è piaciuto assai, quasi comico in alcuni frangenti. Grande Al Pacino.
Mi spieghi una cosa? Cosa vuol dire
"A me è piaciuto, soprattutto per come restituisce il clima narrativo concentrato sulle logiche del Trust no one"?

GF ha detto...

Trust no one è la forma di convivenza che si crea spesso fra i personaggi quando scoppia una merda e tutti sono in pericolo, costretti a convivere forzatamente. (Non so se esista ufficialmente, come slogan, ma l'ho trovato spesso, nelle recensioni in inglese)
Tipo dieci piccoli indiani, o Saw 2, o il Castello della paura di Dylan Dog.
In "La cosa", quel tipo di clima lì è reso molto bene...

Nich ha detto...

E che mi dici di "The experiment"? Può calzare come esempio? Anzi se non mi sbaglio il film è basato proprio su questo concetto. A me non era dispiaciuto.

GF ha detto...

Il film mi manca, ma credo che sia azzeccatissimo come esempio.
Tra l'altro, è basato su esperimento realmente accaduto: http://it.wikipedia.org/wiki/Esperimento_carcerario_di_Stanford

Nich ha detto...

Si, anch'io sapevo fosse relativo a un esperimento realmente provato. Non c'eri da Gave quando l'abbiamo visto? Mi sembrava di sì. Comunque Il Padrino è strepitoso! C'è anche un manifesto del PCI nella parte in cui Al Pacino si rifugia in Sicilia.